Instant Family, la recensione
'Instant Family' è una commedia divertente, scritta con una grande consapevolezza dei tempi comici, ma che non rinuncia ad un lato più drammatico che vi lascerà con gli occhi lucidi. Anche grazie alle ottime interpretazioni del cast, Mark Wahlberg e Rose Byrne su tutti.
di Erika Pomella / 19.03.2019 Voto: 8/10
Dopo Daddy's Home e Daddy's Home 2 Sean Anders torna a lavorare con l'attore Mark Wahlberg in Instant Family, una pellicola che pone al centro del proprio racconto una famiglia in qualche modo allargata. Se nella duologia con Wahlberg e Will Farrell si trattava di parlare – in modo decisamente ironico – di una famiglia in cui i genitori dei bambini hanno divorziato e conosciuto altre persone, in Instant Family si parla invece del percorso tutt'altro che facile che devono affrontare due persone che decidono di adottare dei bambini.
Tratto da una storia vera, Instant Family è la storia di Pete (Mark Wahlberg) e Ellie (Rose Byrne), che per lavoro ristrutturano case e, nel tempo libero, cercano di sviare le domande di familiari che si domandano perché non vogliono avere bambini, finché Ellie confessa che, dopotutto, le piacerebbe essere madre. Colpita da una battuta del marito, Ellie si avvicina al mondo delle adozioni e scopre la tristezza che si cela dietro le vite di bambini che non hanno una casa e non hanno altro che la speranza di trovare qualcuno che possa amarli. Così marito e moglie accettano di prendere parte ad un corso che li preparerà ad essere genitori adottivi di un bambino, ma quando arriva il momento di scegliere Pete e Allie sceglieranno di adottare non un bambino, ma un'adolescente problematica, Lizzie, che si porta dietro due fratelli più piccoli, Juan e Lita.
Utilizzando il tono della commedia Sean Anders scrive e dirige un film gradevolissimo, che intrattiene lo spettatore, divertendolo e portandolo spesso anche alla commozione. Ciò che colpisce, tuttavia, è il fatto ce l'empatia del pubblico (così come le sue lacrime) non vengono richiamati a forza tramite l'utilizzo di (troppo facili) ricatti emotivi. Si gioca piuttosto sull'umanità dei personaggi messi in gioco, sul loro essere costantemente imperfetti e spaventati. Sentimento più che comprensibile quando si decide di cambiae vita e aprire le porte a delle persone che sono ancora in divenire e che non hanno mai conosciuto nulla di stabile nelle proprie esistenze. Ad emergere, dunque, è un racconto che, pur rischiando di sfiorare il melodrammatico e la risoluzione un po' banale, si fa forte di un tentativo spregiudicato di rimanere quanto pù possibile ancorato alla realtà. Pete e Ellie sono personaggi che si sono gettati in un'avventura più grande di loro e che forse hanno preso una scelta tanto importante in modo troppo leggero. Sono personaggi insicuri, che commettono errori. E questo permette allo spettatore di entrare immediatamente in empatia, di lasciarsi travolgere dal racconto per immagini, senza che il muro delle intenzioni registiche arrivi a fare da blocco. Sean Anders racconta la storia che vuole raccontare e lo fa con un ritmo sempre molto alto e un'attenzione ai tempi comici che non è da tutti; in questo aggiunge senz'altro delle scene dal tasso emotivo più alto, ma lo fa sempre con l'eleganza di chi sparisce dietro la macchina da presa e non con l'arroganza di chi rimane in prima fila a spronarti a provare sentimenti ed emozioni e finendo col farti indispettire.
Nella realizzazione di questo film che vi strapperà più di una risata e vi farà uscire dalla sala con gli occhi lucidi, il regista è senz'altro aiutato dal lavoro svolto degli attori. Rose Byrne sembra sempre più orientata verso la commedia: ha a sua disposizione una verve comica che, ai tempi del suo debutto, era quasi insospettabile. Mark Wahlberg, allo stesso tempo, dimostra di trovarsi perfettamente a suo agio sotto la guida di Sean Anders, regalando un'interpretazione che alla fisicità dei suoi muscoli statuari contrappone una vulnerabilità e una sensibilità che lo rendono divertente e commovente al tempo stesso. Nel cast c'è anche il premio Oscar Octavia Spencer – che durante la promozione del film si è sottoposta al duro allenamento quotidiano di Mark Wahlberg – che è l'elemento più divertente della pellicola e fa da fil rouge a tutto il racconto. Un plauso anche a Margo Martindale, nei panni di una nonna superaffettuosa ed estremamente esagerata. Ultimo cenno al breve, ma esilarante cameo di Joan Cusack che sembrava di rivedere ai massimi splendori del suo personaggio in Shameless.
In definitiva Instant Family è una commedia scritta molto coscienziosamente, che intrattiene e diverte lo spettatore, mettendolo anche davanti alle difficoltà che le famiglie che vogliono adottare sono costrette ad affrontare. Il risultato è un film che vi entrerà nel cuore e vi lascerà con una sensazine di benessere complessivo.