Trance
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Recensione In Trance di Danny Boyle


Recensione del film Trance di Danny Boyle con James McAvoy, Rosario Dawson e Vincent Cassel: occasione sprecata, un thriller dove i personaggi sembrano qualcosa ma si dimostrano tutt'altro.
Voto: 5/10

Tre anni dopo 127 ore con James Franco, il regista inglese Danny Boyle torna dietro la macchina da presa per dirigere il film In Trance con James McAvoy, Rosario Dawson e Vincent Cassel. Boyle, dopo l'horror 28 giorni dopo, il film bollywoodiano The Millionaire e la fantascienza di Sunshine, si conferma ancora una volta come uno scapestrato e libero cineasta esploratore di generi diversi.

Trance è un thriller-noir ambientato in una Londra quasi metropolitana che fa da sfondo ad una vicenda di rapine. Il protagonista, interpretato da James McAvoy, è Simon, assistente di una casa d'aste che unisce le sue forze con una banda di ladri capeggiata da Frank, interpretato da Vincent Cassel, per rubare il dipinto "Volo delle streghe" di Francisco Goya. Durante la rapina, Simon è colpito alla testa e si risveglia con un'amnesia che gli impedisce di ricordare dove ha nascosto il quadro e che spinge i suoi compagni a dubitare di lui e a rivolgersi ad un'ipnoterapeuta (Rosario Dawson), con la speranza di fargli riacquistare la memoria e di recuperare il quadro.

Danny Boyle è indubbiamente tornato alle atmosfere più shock e violente dei suoi primi film, a lui più congeniali, su tutti Piccoli omicidi tra amici e Trainspotting, che hanno fruttato a Trance un divieto ai minori di 18 anni, per i suoi contenuti sessuali, le scene di nudo, il linguaggio volgare e le immagini raccapriccianti. Va riconosciuto al regista inglese il merito di non essersi "seduto" sugli otto Academy Awards vinti per The Millionaire ma di aver continuato una serie di sperimentazioni stilistiche e di genere in linea con la sua politica autoriale di folletto in continua ebollizione.

Trance si pone quasi come il corrispettivo dark di un altro film dedicato al mondo dell'arte e delle rapine, La migliore offerta. A differenza del film di Tornatore però, caratterizzato dal solito stile barocco, magniloquente e tecnicamente impeccabile del regista siculo e da un fondamentale quanto intuibile colpo di scena finale, Boyle costruisce un'opera "sporca", delirante, giocata su una serie di colpi di scena che minano la tenuta del film che soffre di un generale squilibrio narrativo e strutturale, dovuto appunto all'ansia e alla mania di sorprendere. Boyle offre una buona messa in scena, in cui sfrutta le macchine da presa digitali per ottenere sequenze riprese da diversi punti di vista e da angolazioni laterali ed inconsuete, e che ricalca il suo tipico stile intensivo da videoclip. L'illuminazione al neon ricorda lo stile metropolitano di Mann e di Drive di Nicolas Winding Refn.

E' un vero peccato, però, che gli attori non offrano performance convincenti, a partire da Vincent Cassel di cui ricordiamo i tempi d'oro de L'odio di Mathieu Kassovitz, e che, probabilmente, risentono di una sceneggiatura squilibrata, come è stato già detto, basata unicamente sui colpi di scena, in cui la costruzione dei personaggi è stata solo lievemente abbozzata e mai costruita con sapienza ed attenzione.

Un altro punto debole del film è stato quello di lasciare ben poco al fuori campo e di mostrare una serie di scene per stomaci forti che hanno il solo risultato di sembrare assolutamente ridicole ed involontariamente comiche (a McAvoy vengono staccate le unghia, viene mostrato un corpo in decomposizione, Cassel che parla nonostante un proiettile gli abbia fatto esplodere tre quarti di testa (ma, questo, in fin dei conti, è un bene, perché ci priva della sua solita fastidiosa espressione da ovino)). L'idea di base (quella dell'ipnosi come mezzo per controllare a 360 gradi una persona) appare molto debole e descritta in modo eccessivamente facile e semplicistico.

Trance è un'occasione sprecata che rientra tra i film thriller in cui i personaggi sembrano qualcosa ma si dimostrano assolutamente tutt'altro, caratterizzato da un vero e proprio un labirinto ipnotico in cui persino gli interpreti e gli sceneggiatori sembrano aver perso la bussola, confusi dal loro stesso copione. Un po' come appare confuso Danny Boyle da un po' di anni a questa parte.

Valutazione di redazione: 5 su 10
In TranceTaormina Film Fest 2013
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