Il principe abusivo: lo spettacolo di Alessandro Siani al Sistina
Debutta a Roma 'Il principe abusivo', opera teatrale tratta dal film omonimo del 2013. Una commedia dove si ride quasi ininterrottamente per due ore.
di Erika Pomella / 04.03.2016 Voto: 8/10
Era il 2013 quando nelle sale dei nostri cinema arrivò Il principe abusivo, film scritto da Alessandro Siani e Fabio Bonifacci, in cui l'attore partenopeo vestiva i panni anche di regista e interprete principali, accanto all'esperienza e alla travolgente comicità di Christian De Sica. E sono proprio loro due, infatti, a tornare a vestire i panni dello squattrinato Antonio e del Ciambellano Anastasio nello spettacolo teatrale omonimo, che ha debuttato lo scorso due marzo al Teatro Sistina di Roma.
La regia è di nuovo affidata ad Alessandro Siani, che si cuce addosso uno spettacolo ancora più da one-man-show di quanto non fosse la pellicola. L'attore, infatti, non solo è quasi sempre presente sul palcoscenico, ma arricchisce la sceneggiatura con gag del tutto nuove, a volte slegate dallo svolgimento narrativo. Specie nel primo atto, Siani diverte e si diverte nell'aggiungere battute su battute, strappando applausi e risate. Alcune di queste scene, però, come si diceva, sembrano essere state messe un po' così, alla rinfusa, come se si volesse riempire il minutaggio necessario a far calare il sipario del primo atto. Un primo atto che, da questo punto di vista, risulta un po' troppo carico, specie se messo a confronto con il secondo, che è molto più snello e leggero, e dunque di più facile fruizione. Ma nonostante questa ridondanza di comicità, lo spettacolo va che è un piacere, divertendo dall'inizio alla fine. E di certo non si può rimproverare qualcuno in grado di far ridere una platea ininterrottamente per quasi due ore. Restano comunque invariati i punti cardine che avevamo già amato nello show: rimane il frate-coso-coso con le movenze quasi da rapper; rimane il ciambellò dell'amata cugina e le gaffe del truce Antonio confinato a corte; rimane persino il connetti a mammellata che strappa un coro alla platea del Sistina, tanto che Siani ci cuce una battuta sopra, improvvisando lì sul momento. E non sarà di certo l'unica occasione; più di una volta, infatti, l'interprete si rivolge direttamente al pubblico, come se fosse nel bel mezzo di un monologo teatrale, piuttosto che di una commedia. Oltretutto l'emozione della prima si sente in vari punti, soprattutto quando Siani stesso non riesce a trattenere qualche risata di troppo, chiamando di riflesso quella del pubblico.
La storia, come si diceva, è rimasta invariata. C'è ancora una principessa (Elena Cucci), che accetta il consiglio del suo ciambellano di fingere un fidanzamento con qualche povero precario per attirare l'attenzione della stampa. C'è ancora la cugina che sogna il musical (Stefania De Francesco) e che finirà per essere l'interesse amoroso di Anastasio. Nella trama, però, Siani aggiunge anche dei riferimenti all'attualità: dal richiamo politico al movimento cinque stelle, passando anche per il cinema, quando cita il film di Gabriele Mainetti Lo chiamavano Jeeg Robot, da pochissimi giorni in sala. Sono, questi, tutti interludi che servono ad arricchire lo spettacolo, che comunque si fa forte dell'ottima chimica tra tutti i protagonisti in scena. Tanto che, alla fine, sembra quasi che Antonio e Letizia siano persone reali a cui non vuoi far altro che augurare il meglio possibile.
Un ultimo cenno va fatto, tuttavia, alla sezione visiva dello spettacolo. La scenografia di Roberto Crea è sempre molto attenta, preziosa; e i cambiamenti di ambientazioni e scene avvengono quasi sempre con idee al limite del geniale. Non ci si accontenta solo di spegnere le luci e far agire gli "addetti ai lavori" lontano da sguardi indiscreti; si è scelto, piuttosto, di raccontare una storia nella storia, con ballerini e ballerine che eseguono numeri mentre portano sedie, tavoli o lampade. Tutto questo reso possibile, naturalmente, anche dal supporto agli effetti visivi e speciali curati dalla Clonwerk. Soprattutto la scena prima della sequenza in cui Antonio gioca a Cyrano De Bergerac con Anastasio improvvisando Prevert a Letizia, quando il palcoscenico si trasforma in una torre baciata dalla luce lunare, è di una bellezza davvero inaspettata, che strappa molteplici applausi. Come tutto lo show.