Il Giustiziere della Notte, la recensione
Il Dottore interpretato da Bruce Willis decide di armarsi per farsi giustizia dopo la morte della moglie e il ferimento della figlia avvenuti durante una rapina nella loro casa di Chicago.
di redazione / 07.03.2018 Voto: 6/10
Nel 1974 il regista Michael Winner portò al cinema l'adattamento del romanzo omonimo di Brian Garfield Il giustiziere della notte con protagonista Charles Bronson. Dopo quarantaquattro anni è Eli Roth ad adattare la storia ai tempi moderni, riportando nelle sale cinematografiche il remake del film del '74. Questa volta è Bruce Willis ad interpretare lo stesso ruolo che fu di Bronson ma donando al personaggio un tratto politico più spiccato rispetto al film originale.
Paul Kersey (Bruce Willis) è un rinomato chirurgo di Chicago che, in seguito all'omicidio della moglie e al ferimento della figlia durante una rapina, decide di farsi giustizia da solo. La polizia non sembra in grado di trovare i responsabili della distruzione della sua famiglia e quindi, rimboccandosi le maniche, il Dott. Kersey comincerà ad assumere una doppia identità diventando, agli occhi dell'opinione pubblica, il Mietitore.
Ad un primo sguardo Il giustiziere della notte potrebbe sembrare come quei tanti film d'azione che sono soliti interpretare attori come Bruce Willis o Liam Neeson (che era stato scelto precedentemente per il ruolo da protagonista), ma non è così. La trama ovviamente resta molto ancorata all'originale, essendo comunque un adattamento di un romanzo, ma si tinge di sfumature contemporanee e di escamotage che solamente registi come Eli Roth oserebbero inserire. Se inizialmente l'influenza "horror" e "splatter" di Eli Roth non si fa sentire più di tanto, è con l'inizio delle esecuzioni che il sangue comincia letteralmente a manifestarsi fino all'exploit finale che rende omaggio ai film di Roth stesso (Hostel e The Green Inferno tra gli altri). È apprezzabile quindi che un thriller cerchi di contornarsi di sfumature diverse da quelle a cui di solito siamo abituati. È in questo modo che Roth mette la firma ad un film che non è stato concepito da lui ma che gli è stato commissionato dalla casa di produzione dopo la rinuncia di altri registi. Si riconosce che dietro la macchina da presa c'è un occhio che è sempre voltato verso il genere orrorifico che lui ha amato e ama rappresentare. Bruce Willis, d'altro canto, è perfettamente calato nella parte viste anche le sue numerose partecipazioni a film di questo genere. L'elemento che proprio non torna è l'inaspettata "bravura" che il Dr. Kersey ha nell'utilizzo delle armi: i bersagli stranamente vengono sempre centrati e la prestanza fisica del Dottore riesce sempre a far fronte all'esperienza di "cattivi" di professione, caratteristica decisamente poco credibile.
Ma Il giustiziere della notte non è solamente un film d'azione e di vendetta. La sceneggiatura sottolinea più volte l'altissimo numero di omicidi che avvengono a Chicago a causa dell'uso poco consapevole delle armi da fuoco legalmente detenute. Questa facilità di reperimento delle armi sta alla base sia della rapina ai danni della famiglia del Dr. Kersey sia della facilità con la quale l'uomo decide di farsi giustizia. Il Dottore è contro questo ordinamento politico e, per questo, trova più umano rubare una pistola piuttosto che comprarla. Ciò che lo porta a fare questo è, oltre che la sua correttezza umana iniziale, anche il ribrezzo verso quelle pubblicità che incitano gli uomini a comprare armi mostrando belle ragazze che si destreggiano con pistole e fucili. Il tono che ne emerge è ironico, quasi come se la verità fosse così irreale da risultare poco credibile. È questo che Roth e gli sceneggiatori sottolineano più volte. Non dicono mai cosa sia giusto o sbagliato, ognuno è libero di interpretare la giustizia come vuole (così come fa il Dr. Kersey) ma resta il fatto che, in fondo, una denuncia contro lo scarso controllo dello Stato per il possesso d'armi esiste ed è un problema che affigge gli Stati Uniti da molto tempo provocando stragi di innocenti quasi dovunque negli States.
Il giustiziere della notte è un film che riesce a sostenere un ritmo serrato dall'inizio alla fine ma che manca di quell'elemento di spicco capace di scostarlo dal film originale e dagli altri film di genere. La firma e l'ironia di Roth non mancano ma comunque non riescono a lasciare il segno nel complesso risultando fin troppo "pacati" ed attenuati dalla sceneggiatura. Inoltre, l'argomento trattato nel film è molto delicato in questo particolare momento storico, soprattutto per quanto riguarda gli States, ed è quindi inevitabile che il pensiero vada a tutte quelle stragi di innocenti che, purtroppo, appartengono alla realtà e non alla finzione.