I segreti di Osage County, la recensione
I segreti di Osage County di John Wells porta alla luce il lato più disfunzionale di ogni famiglia, trascinandolo agli apici più neri e disarmanti. Sceneggiatura intelligente dove dramma e commedia si uniscono e l'ottimo cast rendono la pellicola di grande impatto, nonostante la durata eccessiva.
di Erika Pomella / 21.01.2014 Voto: 8/10
Nella contea di Osage County il tempo sembra essersi fermato: vaste distese di Grandi Pianure si alternano a desertici paesaggi, dove la natura sembra non voler lasciare nemmeno un acro all'avanzata umana. In questo quadro caratteristico dell'Oklahoma, però, si erge la casa di Victoria (Meryl Streep) e Beverly (Sam Shepard). Quest'ultimo, ex docente universitario e ex poeta di successo, in uno studio polveroso sta assumendo Johnna (Misty Upham). Durante il colloquio l'uomo parla di sé, come di un mezzo alcolizzato autosufficiente, e di sua moglie Vic, dipendente da droghe e farmaci, e devastata da un tumore alla bocca. Con questo prologo, colmo di citazioni da T.S. Eliot, si apre Il segreto di Osage County, il nuovo film di John Wells tratto dalla piéce teatrale omonima del vincitore del premio Pulitzer Tracy Letts.
Quando Beverly improvvisamente scompare, Vic è costretta a chiedere l'aiuto delle sue tre figlie. Ivy (Julianne Nicholson), alle prese con una storia d'amore segreta che potrebbe minare il già fragile equilibrio della famiglia; Karen (Juliette Lewis), che si presenta a casa con il nuovo fidanzato Steve (Dermot Mulroney), un uomo che si nasconde dietro i suoi soldi per non far vedere che razza di mascalzone sia; e infine Barbara (Julia Roberts), che arriva con suo marito Bill (Ewan McGregor) e sua figlia Jean (Abigail Breslin). Alla riunione di famiglia prendono parte anche lo zio Charlie (Chris Cooper) con sua moglie Mattie Fae (Margo Martindale) e il figlio Little Charles (Benedict Cumberbatch).
Se pensiamo all'ultimo lavoro che Tracy Letts ha firmato come sceneggiatore, ossia lo splendido Killer Joe di William Friedkin, non ci sorprendiamo più di tanto quando, in I segreti di Osage County, siamo costretti ad affrontare il ritratto cenereo di una famiglia autodistruttiva, che sembra non aver nessuna capacità di trovare elementi positivi per continuare ad andare avanti. Come dice il personaggio di Ivy, i componenti della famiglia Weston sono solo sconosciuti che un gene di dna ha reso casualmente parenti. Ed è proprio in questa visione cinica e disperata che il film di John Wells riesce a toccare l'animo dello spettatore. Nella contea di Osage County, in quella terra bruciata da sole, dove non si incontrano altri esseri umani per miglia, la casa di Victoria e Beverly si presenta, ad una prima occhiata, come l'ultimo baluardo dell'umanità. In realtà è solo l'androne del peggior girone infernale. Non c'è speranza, tra quelle mura; ogni sentimento positivo sembra venirne escluso, come i raggi di sole che Vic si ostina a tener lontani grazie all'oscuramento dei vetri. In I segreti di Osage County tutti sono vittime e carnefici al tempo stesso, in un gioco alla distruzione reciproca che porta il film ad avere un ritmo sempre serrato, quasi teso, con continue rivelazioni. Ciò che ne scaturisce è una visione nera e cinica, in cui lo spettatore sembra perdere i propri punti di riferimento, e ride quando dovrebbe piangere e viceversa.
Un gioco di siffatta crudeltà, dove le madri sembrano non aver altro scopo che veder affondare i propri figli, è stato reso possibile soprattutto all'ottima capacità attoriale degli interpreti chiamati in gioco. Meryl Streep e Julia Roberts – entrambe candidate all'Oscar per questa interpretazione – sono i due risvolti della stessa medaglia. Entrambe tradite, entrambe deluse dalle proprie madri, si ringhiano contro per gran parte del film, arroccate come sono ai due angoli opposti di un ring che, in realtà, è la vita stessa, nella sua accezione più totale e disarmante. Tra questi due poli si inseriscono tutta una serie di comprimari che riescono, anche in poche battute, a cooperare alla costruzione di un senso di verosimiglianza di grande impatto. Personaggi come quello interpretato da Sam Shepard, ad esempio, pur non potendo vantare un minutaggio eccessivo, riescono ad essere i veri motivi scatenanti di tutta la diegesi. Stesso discorso si può fare per il Little Charles di Benedict Cumberbatch (l'ormai famigerato Sherlock dell'omonima serie tv targata BBC); l'interprete – che ha ottenuto la parte solo mandando un provino tramite Iphone – non è in scena molto a lungo ma l'impatto del suo personaggio – così disadattato, così incapace di reagire ad una madre che lo deride e lo umilia – è uno dei più forti di tutta l'operazione narrativa. In questo quadro familiare, che è ben lontano dal rimandare l'immagine compatta di una famiglia unita, John Wells si insinua con grazia, lasciando che sia la macchina da presa a scegliere quale storia prediligere; il che permette a I segreti di Osage County di essere un film affatto forzato, ma pieno di una strana grazia tutta negativa, che rimane nella mente dello spettatore anche dopo che l'ultimo titolo di coda è apparso sullo schermo.