Recensione I pinguini di Madagascar
'I pinguini di Madagascar' è un film semplice e onesto, che diverte grazie ai suoi quattro protagonisti, a cui si aggiunge un'associazione segreta capitanata da un lupo fin troppo sicuro di sé.
di Erika Pomella / 24.11.2014 Voto: 7/10
Essere "Carini e coccolosi" è diventato un vero e proprio mantra nel mondo dell'animazione, dopo che i pinguini del film Madagascar vi hanno dato il via. A distanza di anni dalla loro prima apparizione, ora Skipper, Kowalski, Rico e Soldato sono divenuti i protagonisti di un lungometraggio a loro interamente dedicato e diretto dalla coppia Simon J. Smith – Eric Darnell – il primo già alla regia di Bee Movie, il secondo a capo della saga di Madagascar. I pinguini di Madagascar comincia nello scenario ghiacchiato del polo, dove lo spettatore può conoscere (finalmente!) le origini del gruppo di élite capitanato da Skipper, arrivato poi al cospetto di Re Julian in Madagascar. L'azione del film, infatti, inizia dove si concludeva quella della saga precedente.
Skipper, Kowalski, Rico e Soldato – nel giorno del compleanno di quest'ultimo – vengono rapiti da un misterioso scienziato Octavius Tentacoli, dietro la cui maschera si nasconde il volto del polipo Dave, un polipo che prova rancore verso i nostri protagonisti perchè lo hanno privato dell'attenzione delle folle in circhi e zoo. Per questo il malvagio animale tentacolare ha creato una miscela letale con il compito di rendere i pinguini decisamente meno carini e coccolosi e tornare così ad essere la star dello show. Per far sì che il suo piano funzioni, Dave sta rapendo tutti i pinguini sul globo. Quando poi rapisce anche Soldato, Skipper, Kowalski e Rico capiscono che devono assolutamente passare all'azione. In questo verranno aiutati dall'associazione vento del nord, un gruppo che ha il compito di debellare il crimine e proteggere le specie a rischio. Vento del Nord è capitanato da un lupo inglese che sembra però non essere un vero e proprio amante dei pinguini.
I pinguini di Madagascar è una pellicola che racchiude la sua anima già dal titolo, che è immediato, semplice e diretto, proprio come il film. Senza avanzare chissà quali pretese, il film di Smith e Darnell è una pellicola che poggia tutte le sue migliori qualità su una comicità di fondo, fatta di gag al limite del surreale e un ritmo sempre molto attento a non scivolare in trappole narrative. I quattro pinguini al centro del racconto, ognuno con la sua caratteristica principale, diventano così gli eroi di una spy-story degna di 007, che però non rinuncia al carattere più farsesco, che diverte chi è seduto in poltrona. Il tutto senza mai ricorrere a facili manierismi o a battute già sentite mille volte: la struttura ossea di I pinguini di Madagascar è formata soprattutto da una storia mai prevedibile, che scherza con numerosi rimandi cinematografici: dal dottor Octavius che sembra uscito da un film di Spiderman, fino all'inseguimento in laguna a metà strada tra le imprese di James Bond e le rocambolesche avventure di Johnny Depp in The Tourist.
Un plauso a parte va fatto al personaggio doppiato da Benedict Cumberbatch, buffo e adorabile al tempo stesso, proprio come i pinguini a cui fa da spalla. Il personaggio della spia segreta con una tecnologia iper-avanzata sembra strizzare l'occhio più di un volta non solo al personaggio più conosciuto dell'attore (trattasi di Sherlock Holmes nella serie britannica Sherlock), ma anche all'interprete stesso, con tanta di tazza di thé in pura porcellana.