Hunger Games: la recensione
Recensione del film Hunger Games (2012) diretto da Gary Ross e con protagonisti Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Elizabeth Banks, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Stanley Tucci.
di Giorgia Tropiano / 24.04.2012 Voto: 7/10
Hunger Games è il primo film tratto dalla trilogia di romanzi The Hunger Games Trilogy, scritta da Suzanne Collins ed iniziata nel 2008. Da quella data (e quindi da oltre 180 settimane consecutive, più di tre anni), il libro è presente nella lista dei bestseller del The New York Times, ha venduto oltre 26 milioni di copie solo negli Stati Uniti e il suo successo è a livello mondiale. Il regista di questo primo film è Gary Ross (Pleasantville), il quale ha scritto anche la sceneggiatura con Suzanne Collins e Billy Ray. Il cast è ricco di grandi attori, a cominciare dalla protagonista Jennifer Lawrence, una delle giovani attrici più talentuose del momento, con già al suo attivo una nomination all’oscar per Un gelido inverno, continuando con Woody Harrelson, Stanlet Tucci e Donald Sutherland.
Il Nordamerica, in un mondo immaginario e futuro, è diventato la nazione di Panem, un paese in rovina in uno scenario post-apocalittico, che vive sotto il controllo costante e invasivo del governo che ha sede nella capitale, Capitol City. Il paese è diviso in dodici distretti e ognuno di essi, ogni anno, deve nominare un ragazzo e una ragazza da sacrificare come Tributo, come punizione per una rivolta insorta molti anni prima e per ricordare a tutti che il governo comanda. I giovani prescelti dovranno partecipare agli Hunger Games, un evento televisivo nazionale nel quale i Tributi si fronteggeranno gli uni contro gli altri eliminandosi a vicenda finché non rimarrà un unico superstite. Per i 74esimi giochi i due ragazzi del distretto dodici saranno Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence), che si è offerta volontaria per sostituire la sorella dodicenne, e Peeta Mellark (Josh Hutcherson). I due dovranno cercare di sopravvivere con il solo aiuto del loro mentore, l’ubriacone ed ex vincitore dei giochi Haymitch Abernathy (Woody Harrelson) e delle loro capacità.
Una nuova saga per ragazzi, dopo la fine di Harry Potter e l’imminente seconda parte di Twilight Breaking Dawn, approda nelle sale di tutto il mondo e visti i risultati al botteghino americano non farà di certo rimpiangere le saghe precedenti. Sono stati tanti i paragoni fatti con Twilight ma di simile c’è solo il target di pubblico di riferimento. Perché Hunger Games affronta tematiche più mature, crea personaggi più delineati e più profondi e soprattutto non cade in facili sentimentalismi perché la sofferenza è reale, si muore veramente e in maniere atroci, e tutto ciò capita non a essere sovrannaturali ma a ragazzi comuni e troppo giovani per morire. La base di Hunger Games è quindi molto forte, ci sono messaggi chiari come il ribellarsi ad un regime di oppressione e la voglia di sopravvivere e di combattere ad ogni costo. È girato con uno stile ben preciso, molto diverso dallo stile spersonalizzato che troviamo spesso nei film mainstream, tutta la prima parte, ad esempio, è realizzata con la macchina a mano, anche se in quel caso utilizzata forse eccessivamente. Ma soprattutto il cast scelto è nettamente superiore alla saga vampiresca, su tutti spicca, oltre ad una perfetta Katniss/Jennifer Lawrence, un fantastico Stanley Tucci che interpreta il presentatore televisivo Caesar Flickerman e dona al personaggio sfumature tali da arricchirlo di personalità.
Nel complesso, Hunger Games è un film godibile, ben realizzato, ben intrepretato, in linea con il romanzo, con una scenografia e degli effetti speciali molto potenti ma che manca del fascino e della complessità del libro, ma questo si sa è un limite che spesso caratterizza il passaggio dalle pagine scritte al grande schermo. Il prodotto finale è comunque molto orientato ad un pubblico giovane e le scene più forti e violenti del romanzo sono di conseguenza molto edulcorate per evitare qualsiasi visto censura che avrebbe potuto togliere una parte di pubblico (quella più grossa dei giovanissimi) alla pellicola.