Recensione Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1
Finalmente nelle sale il terzo capitolo, prima parte, della saga con protagonista Katniss Everdeen-Jennifer Lawrence, Hunger Games - Il canto della rivolta. Nuovi personaggi sono stati introdotti e con essi nuovi attori, su tutti la presidente Coin-Julianne Moore.
di Giorgia Tropiano / 19.11.2014 Voto: 6/10
Ed eccoci al terzo capitolo della saga più amata degli ultimi anni, Hunger Games, che torna nella sale, dopo un anno di attesa, con la prima parte di quello che rappresenta il capitolo conclusivo, tratto dall'ultimo libro dell'omonima saga letteraria scritta dall'autrice statunitense Suzanne Collins. A capitanare il gruppo di star (mai così tante, con importanti new entry tra cui Julianne Moore) è di nuovo il regista del capitolo precedente Francis Lawrence. Da ricordare la presenza nel cast del compianto Philip Seymour Hoffman, che interpreta Plutarch Heavensbee, morto il 2 febbraio 2014, quando ancora la troupe era impegnate nelle riprese della seconda parte de Il canto della rivolta, girato insieme alla prima. Per quanto riguarda questa pellicola l'attore aveva già concluso di girare tutte le scene.
Durante i giochi della memoria Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) viene prelevata e portata in salvo secondo un piano escogitato da un gruppo di ribelli tra cui Plutarch Heavensbee, e viene condotta all'interno del Distretto 13 che dopo essere stato distrutto è stato ricreato dai sopravvissuti sotto la guida di Alma Coin (Julianne Moore). La presidente Coin vuole che Katniss rivesta il ruolo di ghiandaia imitatrice per salvare l'intera nazione dal controllo di Capitol City e dalla furia del Presidente Snow. Lei deve essere l'immagine che possa incitare tutti alla rivolta e possa portare la vittoria finale. Ma se inizialmente l'unico problema di Katniss è quello di scoprire se Peeta (Josh Hutcherson) sia ancora vivo e di poterlo salvare, quando scopre la fine tragica del suo distretto, il 12, la ragazza decide di unirsi alla battaglia e si assumere le vesti di ghiandaia imitatrice.
Partiamo subito col dire che il terzo libro della saga letteraria da cui sono tratti i film è indubbiamente il più debole e quando è uscita la notizia che proprio quest'ultimo romanzo sarebbe stato diviso in due parti è stato subito chiaro che poter realizzare due differenti pellicole, entrambe all'altezza, sarebbe stato un compito arduo. La realizzazione finale è riuscita solo in parte. Hunger Games – Il canto della rivolta – parte 1 è un film che si segue, ben girato e che punta quasi tutto sulla bravura dei suoi interpreti, ma non ha nulla a che vedere con il ritmo e l'ottimo sviluppo messo in scena nel secondo capitolo, quello per ora più riuscito. Questa è una pellicola con meno azione, più intimista, più cupa, che gioca molto su monologhi o dialoghi dei protagonisti, sfruttando così al massimo il cast a disposizione, in primis Julianne Moore e Philip Seymour Hoffman. Vederli duettare in scena è un vero piacere per gli occhi. Per il resto poco o nulla.
Non sappiamo se dagli spunti narrativi così esigui dell'ultimo libro, che soffre molto dell'assenza dei giochi, vero punto di forza della saga, sarebbe stato possibile realizzare un film in due parti di quattro ore (anche se bisognerà comunque aspettare la seconda parte per poter arrivare a delle conclusioni) migliore di questo. Forse no. Molto probabilmente è stato fatto tutto il possibile ed è stato fatto bene, non è colpa del film se la storia zoppica e fatica a coinvolgere, è la base narrativa che è deficitaria. Non resta che aspettare il prossimo anno per avere una visione completa della storia e poter tirare così le somme finali.