Tom Blyth come Coriolanus Snow e Rachel Zegler come Lucy Gray Baird in Hunger Games La ballata dell'usignolo e del serpente [tag: Tom Blyth, Rachel Zegler] [credit: Murray Close; courtesy of Notorius Pictures]
Tom Blyth come Coriolanus Snow e Rachel Zegler come Lucy Gray Baird in Hunger Games La ballata dell'usignolo e del serpente [tag: Tom Blyth, Rachel Zegler] [credit: Murray Close; courtesy of Notorius Pictures]
C: Murray Close; courtesy of Notorius Pictures

Hunger Games – La Ballata dell’Usignolo e del Serpente, recensione del film


'Hunger Games - La ballata dell'usignolo e del serpente' è un film che riesce a intrattenere in modo più che convincente: ecco la recensione
Voto: 8/10

Siete pronti a tornare a Panem, tributi? Dal 15 novembre, infatti, in sala arriva il film Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpentenuovo capitolo della saga nata dalla penna di Suzanne Collins e trasposizione dell’omonimo romanzo edito in Italia per Mondadori. Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente è in realtà un prequel rispetto alle avventure di Katniss Everdeen e della rivolta da lei  guidata. L’ambientazione del nuovo film, diretto sempre da Francis Lawrence, è in una Capitol City che sta rimettendo insieme i pezzi dopo una terribile guerra coi ribelli e all’orizzonte si profila la decima edizione degli Hunger Games.

Hunger Games – La balata dell’usignolo e del serpente, la trama

Coriolanus Snow (Tom Blyth) sa che sulle sue spalle sono posate le speranze per risollevare le sorti del nome di famiglia. Costretto a vivere in ristrettezze economiche, sull’orlo dello sfratto, Coriolanus ha come unica speranza quella di vincere un ambito premio alla sua scuola, di modo da pagare i debiti. Tuttavia, giunto in accademia, il ragazzo ha un’amara sorpresa. Ora, per vincere il premio, dovrà dimostrare di essere un ottimo Mentore nei prossimi Hunger Games. Il decano Casca Highbottom (Peter Dinklage), che sembra avere dei conti in sospeso con gli Snow, affida a Coriolanus il tributo più debole, una ragazza proveniente dal 12° Distretto, il distretto dei minatori. Ma Lucy Grey Baird (Rachel Zegler) attira l’attenzione subito dopo la mietitura, cantando con una voce commovente una canzone straziante. Coriolanus capisce di doversi alleare con il suo stesso tributo, non solo per salvarle la vita, ma soprattutto per farla vincere e ottenere così il premio che potrebbe cambiare il suo destino. Intanto, mentre Flickerman (Jason Schwartzman) inizia la sua carriera da telecronista, le idee di Coriolanus per rendere più appetibili gli Hunger Games attirano l’attenzione della stratega Gaul (Viola Davis).

Tom Blyth come Coriolanus Snow e Viola Davis come Dr Volumnia Gaul in Hunger Games La ballata dell'usignolo e del serpente [credit: Murray Close; courtesy of Notorius Pictures]
Tom Blyth come Coriolanus Snow e Viola Davis come Dr Volumnia Gaul in Hunger Games La ballata dell'usignolo e del serpente [credit: Murray Close; courtesy of Notorius Pictures]

Il fascino del male

Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente è quella che si potrebbe definire una villain origin story. Chiunque abbia visto i precedenti film di Hunger Games o ne abbia letto i libri, ha imparato a vedere Coriolanus Snow come il viscido e malvagio presidente di Panem interpretato magistralmente da Donald Sutherland. È la figura contro cui combatte Katniss, l’uomo che rappresenta l’oppressione e la violenza, l’omicidio legalizzato e la disparità sociale. Nello scrivere un prequel alla storia che l’ha resa famosa, Suzanne Collins si è mostrata molto coraggiosa. Avrebbe potuto, infatti, creare una storia molto più consolatoria o facile da vendere, invece ha voluto far scorrere indietro le lancette e catalizzare l’attenzione su un giovane Coriolanus Snow, scegliendo come protagonista un personaggio che tutto il suo pubblico odiava già. Scegliendo di farne dapprima un eroe, per poi svelarne l’anima marcia. Il film diretto da Francis Lawrence riesce a mantenere invariata questa duplicità. Quando la pellicola inizia è evidente lo sforzo di far apparire Coriolanus come una vittima della guerra: reso orfano, senza cibo, costretto a combattere per risollevare il nome di famiglia. Allo stesso tempo, però, si avverte sempre qualcosa di oscuro in lui. Qualcosa che ha a che fare con la manipolazione e l’ambizione a ogni costo, che vanno di pari passo con una certa mancanza di scrupoli. In questo va sottolineato anche il grande lavoro fatto dal giovane Tom Blyth, con gli occhi azzurri e i capelli quasi platino, riesce a celare dietro questa sembianza angelica il cuore di serpente che sembra voler suggerire il titolo. Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente non vuole farci amare Snow, vuole solo farci vedere come è nato il villain che tutti abbiamo imparato a odiare nella saga principali. Ed è un obiettivo, questo, che viene raggiunto in pieno.

Una storia d’amore nera

Honor Gillies come Barb Azure, Konstantin Taffet come Clerk Carmine e Rachel Zegler come Lucy Gray Baird in Hunger Games La ballata dell'usignolo e del serpente [credit: Murray Close; courtesy of Notorius Pictures]
Honor Gillies come Barb Azure, Konstantin Taffet come Clerk Carmine e Rachel Zegler come Lucy Gray Baird in Hunger Games La ballata dell'usignolo e del serpente [credit: Murray Close; courtesy of Notorius Pictures]

Diviso in tre parti come avviene nel libro – il mentore, il premio e il pacificatore – questo nuovo capitolo di Hunger Games si concentra anche sulla vicinanza tra Snow e il suo tributo. Il film porta sul grande schermo una storia d’amore pressoché impossibile, che nasce forse un po’ troppo velocemente (Lucy Grey si fida forse troppo velocemente di quello che potrebbe essere il suo carnefice), ma che senza dubbio rappresenta bene il cuore del film, ma anche l’altro lato della medaglia, la parte oscura che si avverte quando scegliamo di fidarci e di innamorarci di qualcuno che non conosciamo fino in fondo. Sebbene Rachel Zegler pecchi di una mimica forse eccessiva che rischia, in alcuni punti, di far apparire il suo personaggio più grottesco che melodrammatico, la chimica tra i due attori è decisamente buona e permette al pubblico di entrare facilmente in empatia. Buono anche il ritmo del film: due ore e quaranta che scorrono via come il proverbiale bicchiere d’acqua fresca. Merito anche delle “guest star”, come il misterioso personaggio di Peter Dinklage o la straordinaria e folle dottoressa stratega interpretata da una favolosa Viola Davis. Come nel libro, anche il film pecca di una terza parte forse troppo lunga e melensa, ma in generale Hunger Games – La ballata del serpente e dell’usignolo è un film che funziona e che intrattiene a dovere. Nota a margine per i molti rimandi alla saga principale, per “coccolare” il pubblico e dargli una sensazione di familiarità.

Valutazione di Erika Pomella: 8 su 10
Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente
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