Go with me, la recensione
Go with me è un thriller che parte con alcune premesse abbastanza interessanti ma che non riesce però a risultare del tutto convincente, a causa di una sceneggiatura poco originale ed innovativa.
di redazione / 07.10.2016 Voto: 6/10
Lilian (Julia Stiles) è una giovane donna che, dopo diverso tempo, ha deciso di ritornare a vivere nella propria città natale. Presto diventerà vittima delle sgradevoli attenzioni e delle minacce di Blackway (Rai Liotta), un criminale, ed ex poliziotto, della cittadina. Lilian decide così di ribellarsi all'uomo, ad andarle in aiuto saranno un ex taglialegna (Anthony Hopkins) e il suo assistente (Alexander Ludwig).
Guardando Go with me, thriller diretto da Daniel Alfredson, sicuramente si può riscontrare una somiglianza con molti altri film di questo genere. La storia di Lilian e del suo persecutore, sebbene parta con alcune premesse abbastanza interessanti, non riesce a diventare però particolarmente coinvolgente e durante la narrazione non si possono notare elementi che la contraddistinguano dalle altre già viste. Il film si presenta quindi come molto semplice, con uno stile lineare e una quasi totale assenza di colpi di scena. Le lacune più grandi si hanno con la sceneggiatura; poco originale e in alcune parti anche abbastanza inverosimile, per quanto riguarda invece la regia, viene fatto tutto sommato un discreto lavoro. Il cast è sicuramente ciò che salva la pellicola: come sempre Anthony Hopkins dimostra il suo talento e anche i due coprotagonisti, Julia Stiles e Alexander Ludwig, risultano convincenti nei loro ruoli. Molto buona è anche l'interpretazione di Ray Liotta, nei panni dell'antagonista. Da menzionare positivamente sono inoltre le musiche, di Klas Wahl e Anders Niska.