Gigolo per caso – la recensione
Film piacevole e ben scritto, Gigolo per caso è la storia a tratti surreali di un uomo comune che si reinventa gigolò, portando la magia nella vita di donne annoiate e sole.
di Erika Pomella / 30.03.2014 Voto: 7/10
Fioravante (John Turturro) e Murray (Woody Allen) sono amici da moltissimi anni, ed entrambi sono in situazioni economiche che definire precarie sarebbe un eufemismo. Mentre Murray si appresta a dire addio alla sua libreria di libri antichi ("solo persone rare comprano libri rari"), Fioravante tira avanti lavorando in un negozio di fiori. La svolta per la loro vita arriva quando la dermatologa (Sharon Stone) di Murray, confessa all'uomo di voler fare un menage à trois con la sua migliore amica (Sofia Vergara). Murray allora propone Fioravante che, nonostante un aspetto tutt'altro che seducente, è sempre stato piuttosto bravo a destreggiarsi con le donne. I due, allora, mettono su un'agenzia di prostituzione, nel cui giro entrerà anche Avigal (Vanessa Paradis), un'ebrea ortodossa che ha bisogno di tornare alla vita dopo la morte del marito. Questo, però, risveglierà la gelosia di Dovi (Liev Schreiber), chassidico innamorato della donna dai tempi dell'infanzia.
Con Gigolò per caso John Turturro scrive e dirige l'improbabile storia di un seduttore sui generis, che reinventa se stesso giocando in equilibrio su una sceneggiatura ben scritta e un sense of humour pressoché irresistibile. Al centro del racconto c'è un'idea di prostituzione divertente, che non poggia i piedi su cliché triti e ritriti. Turturro tratta l'arte di vendere se stessi come un lavoro qualsiasi, qualcosa che qualcuno – specie al giorno d'oggi – è costretto a fare per sopravvivere, ma anche come un mestiere che alcune persone scelgono. Fioravante, in questo senso, nonostante venga un po' "spinto" da Murray, è un personaggio che accetta consapevolmente di svolgere questo lavoro, prendendo soldi per le proprie prestazioni sessuali. Il tutto, però, viene messo in scena con i toni leggeri della commedia. Il che non vuol dire fare la parodia di una situazione, quanto piuttosto scegliere consapevolmente di utilizzare dei toni più leggeri, che non sentono il bisogno di pescare a piene mani dal dramma.
Ben scritto e con battute che divertono la platea, Gigolò per caso è un film piacevole, che offre anche ottime interpretazioni da parte del cast. Da una parte c'è un Woody Allen che veste i panni di un personaggio che sembra aver scritto lui per se stesso, dall'altra invece c'è Turturro, che riesce a convincere senza sforzo nei panni di un uomo comune che si re-inventa seduttore per fronteggiare una crisi. Tra questi due personaggi, si affacciano i volti femminili di Sharon Stone, sembra avvolta in spendidi abiti, che interpreta la moglie alto-borghese annoiata dalla propria esistenza, e Sofia Vergara, bellissima e verace, che gioca il ruolo della donna dominante. Ma il vero fulcro femminile è il personaggio interpretato da Vanessa Paradis che, costretta ad una parrucca che ne sfigura la bellezza transalpina, è la donna che fa dubitare Fioravante, che quasi lo costringe a fare un passo indietro. Una donna sola, spaventata dalla propria solitudine e spinta, dalla propria religione, a vivere il suo desiderio di vita quasi come un peccato. Una donna che accetta le parole e i gesti di Fioravante come un dono mandato dal cielo, ma che al contempo non rinuncia alle dichiarazioni per strada di Dovi, un Liev Schreiber che, dismessi i panni di Ray Donovan, subisce anch'egli uno sfregio estetico per via delle tipiche acconciature chassidiche.