Four Kings
Four Kings

Four Kings, la recensione


Il film vincitore di Alice nella città alla Festa del Cinema di Roma. Un'opera prima interessante, libera, coinvolgente ma soprattutto che diffonde speranza nel raccontarne la sua perdita da parte di giovani ragazzi.
Voto: 7/10

Four Kings è l'opera prima della regista tedesca Theresa Von Eltz ed è stato selezionato per partecipare in concorso alla sezione autonoma della Festa del Cinema di Roma, Alice nella città, dove ha vinto il premio come miglior film. Nella sezione Young/Adult una giuria di ragazzi dai sedici ai diciotto anni ha scelto proprio questa pellicola come la migliore tra una selezione di tredici film in concorso. 

L'opera racconta la vita di quattro ragazzi che si conoscono all'interno della clinica psichiatrica dove sono ricoverati, ognuno per problematiche diverse, ma tutti accomunati da una difficoltà di vivere e di gestire la propria vita, relazionandosi nel modo sbagliato con il mondo che li circonda. Tutti molto fragili ma forti allo stesso tempo, trovano nella presenza l'uni degli altri un conforto e una forza che riesce a portare cambiamenti positivi nella propria vita. L'amicizia guarisce, o almeno ci prova, la solitudine, la rabbia nei confronti della vita, degli altri e il microcosmo della clinica diventa come una casa, un luogo sicuro, una nuova famiglia, tanto da non volerla lasciare perchè il mondo di fuori fa ancora molta paura.

Four Kings è un film semplice nella storia, nel modo di raccontarla ma complesso e potente negli argomenti trattati. Ha una freschezza quasi inaspettata, nonostante di base sia molto cupo, questo grazie alla bravura dei ragazzi e della regista che crea personaggi con una propria personalità, originalità e fortemente caratterizzati. Tratta alcuni problemi, anche gravi, vissuti da tanti giovani al giorno d'oggi con una grande sensibilità. Una fotografia fredda, i tanti silenzi interrotti a volte da una musica che stordisce e l'intera storia sulle spalle dei quattro ragazzi, quindi il loro punto di vista quasi come se fosse l'unico e sicuramente il più importante, accompagnano tutta la pellicola sin dall'inizio.

Alex, Lara, Timo e Fedja sono gli unici dei quali interessano i pensieri, gli stati d'animo, le paure. Ad esclusione del dottor Wolff, il loro medico curante e psicologo personale che prende a cuore la vita di questi ragazzi e cerca in tutti i modi di aiutarli, lasciandoli spesso liberi di sbagliare e di capire da soli come trovare un modo per migliorare la propria condizione, e di altre presenze all'interno dell'ospedale, più o meno positive, non ci sono adulti all'interno della pellicola, o quando ci sono, come alcuni genitori dei ragazzi, hanno comunque un ruolo marginale e sono di poco aiuto. Il mondo è dei giovani, vanno lasciati liberi di sbagliare, vanno accompagnati nella loro crescita e aiutati nelle difficoltà ma senza interferire troppo, questo sembra voler dire il film.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 7 su 10
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