Femminile Singolare, recensione del film
'Femminile Singolare', che arriva al cinema nel giorno della Convenzione di Instanbul, è un film che vuole raccontare la realtà delle donne, ma il risultato è altalenante
di Erika Pomella / 10.05.2022 Voto: 5/10
L'11 maggio non è una data a caso. È il giorno che, nel 2011, ha portato alla firma della Convezione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica: una convenzione che oggi è nota con il nome di Convenzione di Instanbul. Non è dunque un caso che sia proprio l'11 maggio la data scelta da Femminile Singolare per arrivare in sala, al cinema. Nato da un'idea di Artex Film e prodotto da Fulldawa Production, CSC Production, Coffee Time Film, Elena Beatrice & Daniele Lince, AR Production, Sly Production, Diero Film e Arena, Femminile Singolare è quello che si definisce un film antologico, a episodi. La pellicola, infatti, è composta da sette episodi, sette mini-film (alcuni davvero brevissimi): sette storie, sette registi e, soprattutto, sette donne che devono affrontare le sfaccettature dell'essere femminile. Le sfide, le paure, i soprusi, le bugie dette per poter continuare a vivere in uno status quo pre-definito.
Dalla prima ballerina (interpretata dalla vera Étoile dell'Opéra di Parigi Dorothée Gilbert) che scopre un segreto che può mettere a repentaglio la sua carriera davanti agli occhi della direttrice (Catherine Deneuve), alla madre di famiglia che sogna per la figlia un costoso e meraviglioso abito da sposa al punto da trasformare il proprio sogno in un'ossessione. Corpi femminili messi in mostra per "controllare" la verginità, e donne costrette a rapportarsi con il risveglio sessuale e d'identità dei propri figli. Tra malattie, ricerche di se stesse e comprensione degli altri, Femminile Singolare cerca di raccontare ogni tipo di femminilità e ogni corpo femminile.
Se l'intento dell'operazione è senz'altro lodevole, il risultato è quanto meno altalenante. La sensazione dello spettatore è quello di trovarsi in mare aperto, senza un vero e proprio punto d'appiglio. Gli episodi sembrano contropposto senza tener conto di un vero messaggio unitario e il risultato è un'antologia disomogenea che rischia di mandare sprecato anche l'importante messaggio alla base di tutto il progetto. Diretto da James Bort, Rafael Farina Issas, Kristian Gianfreda, More Raça, Matteo Pianezzi, Adriano Morelli, Elena Beatrice e Daniele Lince (e qui si potrebbe aprire una parentesi sul fatto che forse sarebbe stato più coerente mettere dietro la macchina da presa tutte registe, che coi corpi femminili ci convivono ogni giorno, affrontandone le conseguenze), Femminile Singolare è un film che sembra mancare il proprio obiettivo e che non riesce a coinvolgere più di tanto lo spettatore, proprio per questa alternanza di stili e di storie, più o meno riuscite, che mina l'armonia d'insieme, che dovrebbe essere l'elemento fondante di un film a episodi.