Elemental, recensione del film Disney e Pixar. Una perla da non lasciarsi scappare
'Elemental' sta per fare il suo debutto sul grande schermo. Ed ecco perché il nuovo film Disney Pixar è da non perdere.
di Erika Pomella / 14.06.2023 Voto: 8/10
Dopo essere stato presentato in anteprima come film di chiusura al Festival di Cannes, Elemental è pronto a fare il suo debutto al cinema. Sarà infatti distribuito a partire dal prossimo 21 giugno, candidandosi a diventare il film dell’estate. Diretto da Peter Sohn, Elemental racconta la storia di Ember (doppiata, in italiano, da Valentina Romani), un’immigrata di seconda generazione. I suoi genitori, Cinder (Serra Yilmaz) e Bernie (Hal Yamanouchi), hanno infatti abbandonato la Terra del Fuoco per poter costruire un futuro migliore. La coppia è giunta a Element City, una metropoli gigantesca e diversificata, che ospita le popolazioni dei quattro elementi: terra, aria, acqua e, naturalmente, fuoco. Ma a Element City i “fuocherelli” sembrano non essere visti di buon occhio: fanno parte di una minoranza percepita come diversa e pericolosa. Ma a Ember non interessa particolarmente lasciare il suo quartiere o allontanarsi troppo da Il Focolare, il negozio che suo padre ha aperto quando lei era piccola e che un giorno sarà lei a guidare.
Ma il temperamento di Ember è – perdonate il gioco di parole – focoso, e sembra poco adatto a relazionarsi con clienti a volte irrispettosi, a volte troppo pignoli o semplicemente troppo petulanti. Un giorno, dopo uno scatto d’ira – che potrebbe essere un omaggio alla Rabbia di Inside Out – Ember finisce con il far esplodere delle tubature, “risucchiando” anche Wade (Stefano De Martino), un acquatico con una carica di ispettore che è costretto a far rapporto sui problemi del negozio della famiglia della “ragazza in fiamme”. Quando Ember si rende conto di essere la potenziale responsabile della distruzione del sogno di suo padre decide di inseguire Wade e chiedergli aiuto. Tra i due, a quel punto, inizierà una strana e inaspettata amicizia: mentre Ember e Wade cercano di far luce sul “mistero” che ha portato l’acqua nelle tubature di Fire City, i due avranno anche l’occasione di conoscersi meglio e, soprattutto, di conoscere meglio se stessi.
Elemental, una storia d’amore come Romeo & Giulietta
Sebbene prima le storie d’amore erano uno dei temi portanti dei classici di casa Disney, negli ultimi anni i lungometraggi nati sotto il logo di Topolino hanno in qualche modo cambiato il loro asse narrativo. Se ci si pensa è dal 2010 – vale a dire da Rapunzel – L’intreccio della Torre – che la Disney non portava al cinema una storia che fosse incentrata (quasi soprattutto) su una storia d’amore. Negli ultimi tredici anni, la Disney ha scelto di raccontare storie su degli individui, persone singole che avevano bisogno di trovare un posto per sé: come l’Elsa di Frozen, il Ralph di Ralph Spaccatutto o la Vaiana di Oceania. Ha trattato temi come il rapporto tra fratelli, la lotta per salvare le proprie origini o altri ancora come la stratificazione sociale e l’accettazione, che ha trovato in Zootropolis – a cui Elemental chiaramente si ispira nella struttura cittadina – uno dei suoi esempi più fulgidi.
Per la Pixar il discorso è leggermente diverso. Sin dall’inizio, la casa di produzione ha puntato tutto sull’amicizia: non erano più le storie d’amore a essere il cuore dello show, ma le storie d’amicizia tra due o più personaggi che spesso finivano con il riconoscere nell’altro quella famiglia non di sangue, ma di cuore. La Pixar, in questo senso, ha sempre celebrato la scelta che noi tutti facciamo quotidianamente facendo entrare delle persone nella nostra vita e, a dispetto della biologia, farle diventare parte di una famiglia costruita non con il DNA ma con una scelta consapevole. I Buzz e i Woody di Toy Story, Dori e Nemo in Alla ricerca di Nemo, o i più recenti Alberto e Luca di Luca sono esempi di come la Pixar abbia voluto portare sul grande schermo non una storia d’amore, ma l’amore in una delle sue massime forte: l’amicizia e la famiglia. Elemental è un lungometraggio che miscela tutte queste anime, che unisce i punti che hanno rappresentato l’evoluzione e il progresso della Disney, pur rimanendo ben ancorato alle sue radici. Da una parte quindi abbiamo una protagonista femminile che deve guardare dentro di sé e riconoscere la spinta dei propri sogni. Dall’altra c’è un legame familiare che, sebbene non sia tossico come quello visto in Encanto, mostra comunque il dolce e l’amaro di crescere con una famiglia amorevole ma orgogliosa, che anche inconsapevolmente riversa tutte le pressioni sulle generazioni future. E, in più, la Disney torna alle origini e finalmente ci regala di nuovo una storia d’amore.
Sono comunque lontani i tempi dell’amore improvviso che colpiva i protagonisti dei primi classici: Ember e Wade non si innamorano a un primo sguardo, non cadono vittime del proverbiale colpo di fulmine. Anzi, a voler essere pignoli, si potrebbe dire che il loro rapporto procede con uno dei trope più in voga al momento, vale a dire l’enemies to lovers, due nemici che finiscono con l’innamorarsi. C’è da dire che sebbene Ember sia particolarmente aggressiva con Wade nelle prime scene che condividono, il secondo non è mai ostile nei confronti della sua concittadina, ma anzi si presenta vestito di una mascolinità affatto tossica e machista, presentandosi come un ragazzo sensibile che può tranquillamente fare a meno di muscoli gonfi e sguardi languidi. A ben guardare, in effetti, la storia d’amore tra i due protagonisti è più simile a quella di Romeo e Giulietta, senza, naturalmente, il tragico finale. Lo spettatore, infatti, si troverà davanti a due personaggi che non possono stare insieme: non solo perché la società ha previsto per loro ruoli ben precisi, ma anche perché le loro differenze sono tali da far sì che il papà di Ember non possa accettare una tale unione. C’è un odio colmo di pregiudizi che si frappone tra questi due innamorati: una tematica che Elemental riesce a trattare bene. Nella storia d’amore dei due protagonisti, infatti, c’è l’inclusività, il pregiudizio, la paura del diverso. Tutti temi che invece di essere portati in primo piano con fare edulcorante a discapito della trama (che è un po’ il problema avuto da Strange World – Un mondo misterioso), vengono amalgamati alla perfezione al tessuto narrativo, rendendosi tessere fondamentali per la creazione del quadro generale. Tutto, in Elemental, è utile alla trama, tutto è al servizio dello sviluppo della narrazione. E questo fa sì che il film si presenti come un prodotto coeso, dall’ottimo ritmo, fondato su personaggi con cui è difficile non entrare in empatia, che finirà col commuovere e con l’invitare a una riflessione estesa che include anche il tema del cambiamento climatico. Il tutto reso con quella forza immaginifica e quella visione d’insieme che Disney e Pixar hanno sempre avuto come proprio asso nella manica e che rendono questo film divertente e multietnico una perla da non lasciarsi scappare.