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Echo, episodio 3: Kingpin è vivo, Maya e Bonni si riavvicinano

Episodio 3 di Echo: Maya Lopez è in fuga da Kingpin, ma deve anche proteggere la sua famiglia.

Siamo arrivati alla terza puntata di Echo, con l’episodio che prova a proseguire l’approfondimento sul personaggio di Maya Lopez. In uno stile di regia che ormai sembra ben preciso e con una definita scelta stilistica, quest’avventura nuovamente si divide in blocchi. Questa volta ben tre: il rapporto tra Maya e la cugina Bonnie, la taglia sulla testa della nostra antieroina e la riscrittura di Kingpin.

Echo: le conseguenze del sabotaggio a Kingpin

Tutto riparte dal sabotaggio di un prefabbricato di Wilson Fisk a Tamaha, con gli uomini di Kingpin che fanno letteralmente a gara per catturare Maya e incassare un’esosa taglia. Un compito che riuscirà agli uomini del “Signore del crimine di New York”, in un exploit di violenza che culminerà nella pista di pattinaggio di Henry Lopez (Chaske Spencer di “The Twilight Saga”). Anche questa parte della storia è fondamentale per il proseguimento della descrizione di Maya, che l’aurea di assassina e sabotatrice, mostra anche la stoffa di grande guerriera Choctaw (come peraltro furono le sue ave in passato con il gruppo di polizia contro il crimine dei nativi americani).

Echo: la scrittura da supervillain di Kingpin

Nonostante la forza di Maya e il riavvicinamento con la cugina Bonnie, solo una chiamata di un redivivo Fisk non fa giustiziare la giovane guerriera e suo zio Henry (chiamato in questa puntata con il nome di supereroe Black Crow). Kingpin non è morto, ma nuovamente in maniera teatrale detta i tempi della serie televisiva, mostrandosi come il vero supervillain di questa fase del Marvel Cinematic Universe dopo le vicende Jonathan Majors e il suo criticatissimo Kang nelle varie versioni presenti nel Multiverso. Fisk non viene descritto solo come un criminale letale e dalla potenza devastante, ma anche un cattivo quasi invulnerabile ai colpi più terribili (sopravvive a un colpo di pistola all’occhio sinistro) e capace di creare una suspense attorno alla propria azione, altro che una soggezione psicologica in chi lo deve contrastare. Insomma, un villain coi fiocchi per le nuove avventure di Spiderman oppure Daredevil.

Echo: una nuova paladina da affiancare a Spiderman e Daredevil

Se il potenziamento di Kingpin ci piace e viene reso più spettacolare dalla teatralità di Vincent D’Onofrio, la Maya Lopez di Alaqua Cox tiene testa. La ragazza speriamo raccolga l’eredità di Black Widow, ridando all’MCU una paladina che fa della violenza e la lotta il proprio pane. Se poi la vediamo rapportata alle difficoltà scaturite dalla propria disabilità, la scrittura della Echo di Marion Dayre risulta ancora più efficace e capace di farci fare un grande tifo per la giovane.

Echo: il rapporto tra Maya e Bonnie

Merita una parola anche il rapporto tra Maya e la Bonnie di Devery Jacobs (nominata al Canadian Screen Award con “Rhymes for Young Ghouls”), con la giovane giustiziera che rivela quanto la cugina sia importante per lei e come non si perdonerebbe mai se gli succedesse qualcosa per colpa sua. Come Morbius, Echo è divisa tra la voglia di sostituire Kingpin nella piramide criminale di New York e un cuore che la porta a difendere la propria famiglia.

Echo: verso il finale della prima stagione

L’episodio, se confrontato alla prima puntata, continua ad avere un ritmo più blando, ma non certo meno efficace per continuare la narrazione su questa versione di Echo secondo l’idea della Dayre e soprattutto Kevin Feige. La puntata si attesta anche qui con un “7”, aprendoci di fatto la strada verso il finale di stagione con i prossimi due episodi.

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