Doppio inganno, recensione del thriller con Hilary Swank
Un giallo a base di intrighi e tradimenti in cui ogni personaggio ha qualcosa da nascondere, con una Hilary Swank nei panni inediti di femme fatale.
di Matilde Capozio / 14.05.2021 Voto: 5/10
Derrick Tyler (Michael Ealy) è un ex giocatore di baseball, adesso agente sportivo, che sembra avere una vita perfetta, con una bella casa, una bella moglie, un lavoro di successo, ma in realtà ha la sensazione che il suo matrimonio sia in crisi, e il suo socio in affari fa pressione perché vendano l'azienda. Così, durante un viaggio a Las Vegas, Derrick passa la notte con Valerie (Hilary Swank), una donna conosciuta in un locale, prima di tornare a casa a Los Angeles cercando di lasciarsi alle spalle il tradimento e recuperare il rapporto con la moglie. Poco tempo dopo, però, uno sconosciuto fa irruzione in casa dei Tyler e Derrick scopre, con sgomento, che la detective incaricata di occuparsi del caso è proprio Valerie. È solo l'inizio di un'indagine che porterà alla luce più di un segreto, andando a scavare nelle vite dei protagonisti.
Doppio inganno, diretto da Deon Taylor, una delle nuove proposte che arrivano direttamente in homevideo, è una di quelle storie la cui morale è che le cose sono molto diverse, nel profondo, da come appaiono in superficie, e quindi è meglio non fidarsi di niente e di nessuno.
La trama infatti non si limita a imbastire una storia su una donna rifiutata che diventa un'ossessiva e pericolosa stalker, tema sempre in voga al cinema da Attrazione fatale in giù: quella è solo la premessa di una sceneggiatura in cui si susseguono intrighi, tradimenti, ricatti e minacce che si susseguono uno dopo l'altro e che vanno a coinvolgere tutti i personaggi principali, con i ruoli della vittima e del carnefice che si invertono di continuo. Se il protagonista maschile incarna la figura dell'uomo che si ritrova a dover pagare caro un errore commesso per finire quindi, sempre un po' spaesato, in una situazione molto più grande di lui, l'attenzione va al personaggio di Valerie, di cui scopriamo progressivamente alcuni dettagli della sua vita privata, che nasconde più di uno scheletro nell'armadio: sarebbe questo l'aspetto più nelle corde di Hilary Swank (attrice due volte premio Oscar ma dalla carriera decisamente altalenante), a suo agio in ruoli di donne tormentate, ma il film vorrebbe mostrarla più nelle vesti di femme fatale o di villain psicopatica da b-movie.
Doppio inganno non arriva a diventare un torbido noir a base di sensualità e passione, né convince come thriller psicologico per via di personaggi tratteggiati in modo sommario, e la trama è tanto infarcita di presunti colpi di scena da vanificare l'effetto sorpresa, senza curarsi troppo di eventuali incongruenze ma rischiando quasi di scivolare a tratti nell'autoparodia; ad accentuare l'atmosfera artificiale c'è anche la confezione patinata, dai colori saturi, con cui è messo in scena il film.
C'è poi un altro aspetto, che rimane in secondo piano rispetto alla trama centrale: in quello che è un film dal cast quasi interamente all black, a eccezione proprio della Swank, a un certo punto si fa riferimento a come sia sempre più facile incolpare di un crimine persone afroamericane al posto di quelle bianche. Un tema che rimanda all'attualità, cinematografica e no, e che aprirebbe a una serie di riflessioni a parte; ma Doppio inganno non è un film di denuncia politica e quindi non percorre quella strada, rimanendo quindi un prodotto più vicino a un film per la tv, per gli amanti del genere.