Recensione Dominion 1×01 – Pilot
Ha debuttato 'Dominion', serie tv sequel del film del 2010 'Legion'. Buon pilot per una serie che promette azione, emozione e guerra, oltre che riflessioni su temi quali la guerra, la gerarchia e la religione. Soprattutto la religione.
di Erika Pomella / 20.06.2014 Voto: 8/10
Antefatto
Nel 2010 uscì al cinema Legion, di Scott Stewart, racconto fantastico in cui Dio mandava sulla terra l'Angelo Gabriele per punire gli uomini per i loro peccati. Un piano di sterminio, questo, che veniva ostacolato dall'Arcangelo Michele (Paul Bettany), che si prendeva la responsabilità di proteggere Charlie e, soprattutto, suo figlio; un bambino che, con la sua nascita, avrebbe potuto dare un'altra possibilità all'umanità. La guerra tra i due Angeli, ora, viene presa in eredità dalla serie tv Dominion, che ha debuttato ieri sera in America, sul canale SyFy e si presenta come una sorta di sequel ideale del film di quattro anni fa. Sono passati venticinque anni dalla guerra perpetuata da Gabriele (Carl Beukes) e dai suoi angeli minori; essenze di puro spirito che dovettero rubare il corpo agli uomini per poter scendere sulla terra. Gli esseri umani, ora, sono organizzati in varie città fortezze che guardano tutte a Vega, dove l'Arcangelo Michele (Tom Wisdom) rimane di vedetta, in attesa che il Prescelto, il bambino che avrebbe potuto fare la differenza nella guerra, si riveli. Il pilot, diretto sempre da Scott Stewart, dura circa sessanta minuti (se non si tiene conto della pubblicità andata in onda sul network), e ha lo scopo di presentare il mondo e i personaggi di Dominion, nato dalla fantasia di Vaun Wilmott.
Cosa vedremo: Pilot
A Vega gli uomini vivono più o meno al sicuro dagli angeli, che si nascondono fuori dalle grandi città fortezze, nascosti nelle ombre delle grandi cancellate. Una serie di regole severissime detta la quotidianità degli abitanti della città. Alex (Christopher Egan), però, non sembra incline ad ottemperare alle varie richieste che l'autorità chiede ai suoi soldati. Il ragazzo, da sempre vissuto sotto la guida dell'Arcangelo Michele, esce da Vega senza autorizzazione, si comporta come un impulsivo e, soprattutto, è innamorato (ricambiato, naturalmente), da Claire Riesen (Roxanne McKee), figlia del generale Edward Riesen (Alan Dale di Lost) che, insieme a David Whele (Anthony Head, il Giles di Buffy e l'Uther di Merlin), è a capo di Vega. La città, infatti, si poggia su un sistema gerarchico ben preciso molto simile alle caste. In fondo – dove vive Alex – ci sono orfani, poveri e così via. In alto, invece, i membri del consiglio dei senatori, che oltre i già citati include anche Becca Thorn (Rosalind Haldstead), che è anche l'amante di Michele. Alla vigilia del Giubileo di Vega, in città arriva Arika (Shivani Ghai), moglie della regina Evelyn oltre che diplomatico della città di Helena. Con lei arriva anche Roan, un misterioso bambino prodigio. Ma, soprattutto, a sconvolgere la vita della città è il ritorno di Jeep (Langley Kirkwood), il padre di Alex, andato via dalla città alla ricerca di un codice per decifrare i tatuaggi che gli ricoprono il corpo. Nel bel mezzo dei festeggiamenti, quando viene annunciato il fidanzamento di Claire con il figlio di David, William (Luke Allen-Gale), un angelo fatto entrate da David, si dimostra una marionetta nelle mani di Gabriele che, nel corso degli anni, ha portato dalla sua parte numerosi angeli potenti, pronti a dar battaglia agli umani. Solo il Prescelto potrà fare la differenza in questo mondo in guerra.
Il prescelto
Naturalmente il ruolo del possibile salvatore viene affidato al protagonista Alex, un Christopher Egan sempre convincente, che torna alla tv dopo Kings, una rilettura della parabola di Davide e Golia cancellata dopo la prima stagione. Per un attimo avevamo pensato (e temuto) che questa storia del prescelto si sarebbe trascinata a lunga, quasi come elemento riempitivo di una serie che conta solo otto episodi. Invece la sceneggiatura ci dice subito quello che, di base, sapevamo già. Alla morte di Jeep i suoi tatuaggi si spostano sul corpo statuario di Alex, eleggendolo come salvatore dell'umanità, guida in grado di condurre i propri simili fuori dall'oscurità perpetuata dagli angeli. La cosa interessante, comunque, di Dominion rispetto al film a cui si ispira, è che Dio non ha nessun ruolo, almeno per il momento. Se in Legion avevamo visto una divinità pronta a punire, che chiede a Gabriele lo sterminio ma ringrazia Michele per avergli fatto capire che c'era ancora speranza, in Dominion non abbiamo nessun Dio. Anzi. La prima battuta che viene proferita dalla voice over che all'inizio dell'episodio spiega l'antefatto, è che venticinque anni fa Dio è sparito. Come se si fosse nascosto dietro un drappo attraverso cui non può vedere quello che i suoi popoli stanno compiendo. Ecco allora che appare subito chiaro che al centro di Dominion c'è l'uomo, con tutti i suoi pregi e le sue bassezze. L'eroe di questa serie, in generale, è un uomo fatto di carne e sangue, che può soffrire, può essere ucciso e, di certo, può sbagliare. Ecco perchè già in questo primo episodio, tanto ricco da sembrare quasi saturo, viene messo in gioco lo spettro più ampio delle emozioni umane: c'è il lutto, la sofferenza, la speranza. Non mancano l'amore contrastato, il tradimento, l'amicizia. Si parla di guerra, di religione, di dittatura. Tutti elementi che hanno cavalcato la storia del mondo, aiutando a disegnarne il volto.
Pilot promosso
Dominion era una delle serie più attese di questa seconda parte di stagione televisiva, tanto che erano stati in molti, sui social network, a parlarne. Da Barry Sloane e Claire Holt, i volti più amati della serialità hanno atteso questa premiere con la stessa impazienza di chi scrive. Il risultato? Un Pilot pieno di sentimenti, come abbiamo avuto modo di dichiarare poco sopra, ma anche di azione e effetti speciali di tutto rispetto che a volte viravano verso un horror dalle tinte à la Rodriguez. Forse il materiale messo sul fuoco è vagamente eccessivo per un primo episodio che ha il compito di presentare l'ambiente e i propri protagonisti. C'è, infatti, tutto un intreccio piuttosto complicato di sottotrame che avrebbero potuto confondere lo spettatore, ma in definitiva Dominion si è mostrato abile nel mantenere tutto in un perfetto equilibrio. A questo si aggiunge una buona costruzione ritmica che ci fa già smaniare in attesa del secondo episodio. Ed è questo, in definitiva, che un buon pilot deve saper fare.
Cosa ci è piaciuto:
• Il ritorno in tv di Christopher Egan.
• La storia d'amore (?) tra Michele e Becca.
• L'avvertimento che Alex legge sul proprio braccio
• Il rapporto tra Alex e Michele
Cosa non ci è piaciuto:
• Gli angeli soldati che appaiono verso il finale sono vagamente ridicoli.
• Il personaggio di David Whele è pronto ed entrare tra i più odiati.
• La morte di Jeep.