'Dolittle' è un film destinato ad un pubblico giovane, al quale si rivolge con onestà e una moltitudine di colori. Ottime le prove del cast, su cui torreggia un esotico e affascinante Antonio Banderas
Non sarebbe scorretto ammettere che Dolittle era tra i film più attesi di questa tranche cinematografica soprattutto per il suo essere la prima prova istrionica che Robert Downey Jr. offriva al suo sempre più vasto pubblico dopo l'uscita di scena dal Marvel Cinematic Universe con Avengers: Endgame. Robert Downey Jr. ha impersonato così a lungo un personaggio tanto meraviglioso come Tony Stark da aver sviluppato un senso di profondo affetto nel cuore dei fans che aspettano Dolittle per rivedere il loro eroe al cinema.
Queste aspettative erano già però state messe a dura prova quando le prime recensioni dei critici statunitensi hanno cominciato ad apparire in rete, suggerendo l'idea di un flop inquantificabile, che alternava una mancanza di storia di base ad una recitazione tutto sommato dimenticabile. Ma quello che forse non dovrebbe scivolare nell'oblio è che Dolittle è, prima di tutto, un film pensato per gli spettatori più giovani.
La storia è quella di un dottore eccentrico e bizzarro (Downey Jr. per l'appunto) che ha la capacità di parlare con gli animali e che si trova di colpo davanti un inaspettato viaggio verso terre ignote alla ricerca di un'isola che forse non esiste, per cogliere un frutto da un albero che potrebbe rientrare solo nella leggenda, per salvare la vita alla regina d'Inghilterra, gravemente malata.
Una trama che, di per sé, svela già il suo tendere la mano ad un pubblico molto giovane, capace di lasciar cadere i pesi della razionalità per lasciarsi guidare verso l'incredibile. Ed è questo quello che Dolittle fa in modo più che onesto: coi suoi colori accesi, gli accenti improbabili, le conversazioni onomatopeiche e terre dove ci sono dragoni e tigri depresse, la pellicola non fa altro che strizzare gli occhi agli spettatori più giovani, creando una giostra fatta solo ed esclusivamente per intrattenere. Cosa che Dolitte fa, senza alzare alcuna pretesa di stile e forma.
Non che questo voglia dire che sia un film perfetto: ci sono un paio di scene che sono indubbiamente di cattivo gusto e potevano facilmente venir sacrificate – l'operazione al drago era veramente necessaria? -, ma al di là di questi errori di mero buon senso, Dolittle fa quello per cui lo spettatore che fa parte del target di riferimento paga il biglietto: conduce verso una terra ignora, in un'assurda realtà alternativa dove un dottore parla tutte le lingue degli animali, riuscendo a conversare con loro.
Quello che invece funziona in maniera ottima, senza alcun appiglio per poterci trovare difetti, è l'impianto attoriale. Robert Downey Jr. si dimostra come sempre in grado di gravitare su di se lo sguardo della macchina da presa, riempiendola con il suo fascino sottocutaneo. Al di là della tradizione legata al miliardario, filantropo e playboy Tony Stark, nel corso delal sua carriera l'attore ha dato prova di essere sempre a suo agio nel descrivere personaggi bizzarri, strani, a volte goffi, a volte fuori da qualsiasi schema. E Dolittle non fa che confermare questa sua indole.
Ma c'è da dire che, pur non recitando quasi mai con un altro essere umano in carne ed ossa, Robert Downey Jr. è accompagnato da due grandissimi interpreti. Antonio Banderas – nominato agli Oscar per la sua prova in Dolor Y Gloria – nei panni di un re selvaggio ed esotico, con la pelle coperta di segni tribali e tigri come animali domestici è talmente affascinante che allo spettatore viene quasi voglia di sognare di uno spinoff incentrato su questo sovrano che indossa una corona da giullare ma ha il cuore di un principe. E, ovviamente, c'è Michael Sheen che, per quel che ci riguarda, può anche limitarsi a leggere la proverbiale lista della spesa e riuscirebbe comunque ad innalzarsi sopra il livello generale. Nei panni di un villain invidioso e comico, Michael Sheen è assolutamente da applausi a scena aperta.
Un altro plauso sicuramente va fatto anche alla sequenza animata che si trova in apertura, e che serve a narrare il passato di Dolittle, ciò che lo ha portato nella posizione in cui si trova quando il film si apre "sul serio" e la vicenda prende il via. L'animazione è davvero ottima e il coinvolgimento emotivo è alto anche per gli spettatori più adulti.
Dunque non si può affermare che Dolittle sia un film perfetto, ma si può dichiarare senza paura di venir contraddetti che si tratta di un film onesto, che parla al suo pubblico e che riesce a strappare una risata in più di un'occasione, probabilmente soprattutto grazie ai grandi interpreti. Dolittle arriva in sala il prossimo 30 Gennaio.
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