Diario di un maniaco per bene
Diario di un maniaco per bene

Diario di un maniaco per bene, la recensione


Diario di un maniaco per bene, opera prima di Michele Picchi, è un film che sorprende piacevolmente per il tono brioso e originale con il quale il regista segue le gesta di un pittore fallito, interpretato da un ottimo Giorgio Pasotti, che cerca l'ispirazione negli angoli più impensabili del mondo.
Voto: 7/10

Il mondo dell'arte è una dimensione che ci affascina e ci sfugge al tempo stesso; un universo di cui non conosciamo bene i confini e che forse ci seduce proprio questo suo carattere effimero. Dai tempi antichi, inoltre, passando per la letteratura fino al cinema, abbiamo imparato che l'arte e, in particolar modo l'artista, sono soggetti ai capricci dell'ispirazione, quella Musa lunatica che si palesa quando vuole, non tenendo conto di sogni e necessità. Una sorta di cliché, questo, che viene recuperato dal regista Michele Picchi che, con la sua opera prima Diario di un maniaco per bene, mette in scena le controversie di un uomo che ha grandi aspirazioni pittoriche e artistiche, ma che è costretto nel ruolo di curioso voyeur.

Lupo (Giorgio Pasotti) è un pittore. O almeno vorrebbe esserlo. Nelle sue fantasie ad occhi aperti, dove si vede già riconosciuto come intellettuale del secolo pronto, attraverso una fitta nebbia e uno spot fisso, a svelare alcuni dei suoi segreti ad un pubblico invisibile, Lupo è l'Artista. Peccato che la realtà non combaci affatto con i sogni. Lupo vive da solo in una mansarda molto bohemienne da dove può far vagare lo sguardo su tutto il mondo circostante, che l'uomo scruta e osserva alla ricerca dell'ispirazione perduta, perchè Lupo sta cercando proprio questo: una traccia dell'ispirazione lasciata nel mondo. Ecco perchè ogni mattina si reca in Chiesa, per seguire i movimenti di una suora (Valeria Ghignone); perchè Lupo, in realtà, ha un altro difetto: non riesce ad avere storie durature. Questo non perchè non sia un brav'uomo – anzi, le sue ex, ormai tutte sue migliori amiche, non fanno che dirle quanto sia perfetto come amico – ma perchè sembra essere troppo … tutto. Ecco allora che alla ricerca di una scossa sentimentale Lupo cercherà di incontrare una femme fatale (Angela Antonini) incrociata su facebook, finendo poi per inciampare nello stereotipo della ragazza acqua e sapone della porta accanto (Valentina Beotti).

Diario di un maniaco per bene è un'opera prima apparentemente legata a degli stereotipi narrativi, che però riesce a differenziarsi dalla massa grazie ad uno stile brioso e leggero. La pellicola viene quasi interamente raccontata attraverso gli occhi e la voce di Lupo, un voyeur educato, probabilmente appartenente ad una media borghesia quasi utopistica, che segue il suo sogno artistico decidendo di non chiudere fuori la vita, ma di immergersi nei colori, nei sapori e nei contorni che il mondo sa creare e offrire a chiunque sia disposto a guardare. Lupo, interpretato magistralmente da un adorabile Giorgio Pasotti che riesce a rimandare la sensazione di un uomo che ha perso troppo tempo a voler essere perfetto, è un uomo che ha tante aspirazioni e tanti sogni, ma al contempo conserva in se l'ombra della paura e del fallimento. Ecco perchè dal suo lampadario pende, quasi come un nefasto monito, un cappio. Ma Michele Picchi decide di non focalizzare l'occhio della sua macchina da presa su un uomo tormentato, inseguito magari da un capolavoro da portare a termine o di cui difendere la reputazione.

Lupo, alla fine, è un uomo come tanti. Un ragazzo che, complice una sindrome di Peter Pan solo in parte repressa, ha deciso di continuare a seguire il proprio sogno, nonostante i problemi e la mancanza di ispirazione/talento. Lupo è un illuso, un ingenuo, che però allo stesso tempo dimostra di conoscere il mondo e di saperlo apprezzare. E il film si poggia quasi interamente sulle sue spalle: perchè alcune cadute di ritmo, ad esempio, vengono solo vagamente recepite dallo spettatore, che al contrario è totalmente affascinato da questo uomo che dall'ultimo piano del mondo riesce ad abbassare gli occhi, a seguire l'irraggiungibile e a credere che i suoi sogni non sono stati solo giorni buttati al vento della giovinezza. Per questo Diario di un maniaco per bene è una pellicola che sorprende positivamente e che riesce ad irretire il pubblico, facendo leva su un personaggio al limite dell'assurdo che è impossibile non amare.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
Diario di un maniaco perbene
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