

Desperados, recensione del film Netflix con Robbie Amell
Su Netflix è arrivato 'Desperados', nuova pellicola Netflix che racconta la storia di una donna che dopo aver mandato una mail problematica volerà fino in Messico per cercare di salvare la sua relazione sentimentale
di Erika Pomella / 07.07.2020 Voto: 6/10
È arrivato il 3 Luglio su Netflix Desperados, diretto dalla regista LP – omonima della famosa cantante – e interpretato, tra gli altri, da Nasim Pedrad e Robbie Amell. Una commedia sentimentale che alla mera linea romantica aggiunge una pesante vena brillante e comica.
La storia è quella di Wesley (Nasim Pedrad) una donna di trent'anni che sembra non riuscire ad ottenere nessun successo in nessun campo della sua vita. I colloqui di lavoro vanno male e la sua vita sentimentale è ridotta ancora peggio. Un giorno, dopo un appuntamento al buio disastroso con Sean (Lamorne Morris), Wesley ha un piccolo incidente che però la porta a conoscere l'affascinante Jared (Robbie Amell). Decisa a far funzionare almeno uno degli aspetti della sua vita, Wesley si decide a tenere nascosta la sua vera personalità e rappresentare il prototipo della ragazza perfetta. E nonostante i consigli avversi delle amiche Brooke (la Anna Camp di Voices) e Debbie (Jessica Chaffin), il piano di Wesley sembra procedere a gonfie vele. Peccato però che, dopo una notte di passione, Jared scompaia. Wesley, allora, vittima di alcol e frustrazione, manda al ragazzo una mail da "pazza". Peccato che, quando scopre quello che è successo, la donna senta il bisogno di cancellare la mail incriminata prima che il suo ragazzo la legga. E questo comporterà un assurdo, disperato e folle viaggio in Messico.
Desperados è una pellicola che mira semplicemente a divertire il pubblico, rivolgendosi probabilmente a quella fetta di pubblico che si sente come Wesley, in mancanza di punti di riferimento nella vita. Una generazioni di precari e giovani affetti di attacchi d'ansia, che possono condividere alcuni dei sentimenti che Wesley porta sul piccolo schermo. O che, comunque, possono far nascere un sorriso divertito sulle labbra di chi guarda. Forse il problema è che nella descrizione di questo personaggio disperato e stanco delle sue stesse sfortune, la sceneggiatrice Ellen Rapaport cala troppo la mano su uno stereotipo femminile fatto di isterie e di pazzie, di attacchi di impulsività e di scelte che vanno molto al di là del buon senso. Il risultato è che spesso Wesley appare pressoché insopportabile, incapace ad ascoltare altra voce che non sia quella della sua ossessione: non ascolta la voce del buon senso, né quella delle sue migliore amiche, di cui sminuisce costantemente il ruolo e l'importanza. Per le spettatrici, dunque, questo ritratto che, come abbiamo detto, riesce a divertire in vari punti, può finire con il risultare indigesto, troppo stereotipato in un'ottica che sembra essere decisamente più maschile e maschilista.
Detto questo, che è forse il problema principale del progetto, insieme alla richiesta di una sospensione dell'incredulità un po' troppo vasta, Desperados è una pellicola che si lascia guardare per un paio d'ore, che può portare lo spettatore in un lato del Messico che non viene spesso mostrato in ambito cinematografico: abituati come siamo al Messico dei cartelli di droga e della povertà, Desperados fa spalancare gli occhi davanti ai grandi resort e agli angoli di ricchezza che di solito vengono presi d'assalto da coppie in luna di miele e cittadini statunitensi alla ricerca di una fuga dalla vita di tutti i giorni. Inoltre fa piacere rivedere insieme Nasim Pedrad e Lamorne Morris che erano già apparsi come una coppia nella sit-com New Girl, arrivata da poco sempre su Netflix, dove è possibile vedere l'intera serie. La chimica tra i due è decisamente palese il rapporto tra loro due è davvero molto funzionale alla storia e sebbene non presenti davvero niente di nuovo, rappresenta comunque una piacevole sorpresa all'interno di una pellicola forse dimenticabile, con il suo canonico messaggio dell'imparare ad amare se stessi, ma che comunque rappresenta una buona valvola di distrazione. E dal momento che è presumibile che sia questo l'intento richiesto al film, si può comunque definire un'operazione riuscita.