Dark Skies - Oscure presenze di Scott Stewart è un thriller soprannaturale con l'intento di fare paura, ma i momenti di terrore puro sono pochi. I protagonisti sono credibili, ma manca qualcosa alla storia.
Dark Skies – Oscure presenze è un thriller soprannaturale scritto e diretto da Scott Stewart, già regista di due film come Legion e Priest, entrambi con Paul Bettany nel ruolo di protagonista, e prodotto da Jason Blum, lo stesso che, con la sua casa di produzione, la Blumhouse nata nel 2000, ha dato il via ad alcuni film horror di enorme successo come Sinister, Insidious e la saga di Paranormal Activity. Il film vede come protagonisti Keri Russell, famosa per il ruolo di Felicity nell'omonima serie tv americana, e Josh Hamilton, attore molto attivo sia sul grande schermo che sul piccolo ma soprattutto veterano delle scene teatrali.
Una famiglia come tante altre vive in un paese degli Stati Uniti e affronta quelli che sono i problemi quotidiani come la crisi matrimoniale, la perdita del lavoro, un figlio adolescente, cose che fanno parte della vita di tutti. Tutto sembra normale fino a quando all'interno della casa iniziano ad accadere strani fenomeni che turbano la tranquillità familiare. Qualcuno entra in casa senza far scattare l'allarme, il bambino piccolo fa sogni terrificanti, tre stormi di uccelli si abbattono sull'abitazione e tanti altri eventi inspiegabili spaventano sempre di più la famiglia Barrett. I due coniugi si rendono conto che una forza soprannaturale e misteriosa li ha presi di mira, così si rivolgono ad un esperto del settore per poter combattere personalmente la minaccia che li perseguita.
Oscure presenze racconta una storia che si è vista così tante volte al cinema da rappresentare sempre un rischio perché l'effetto "già visto" è sempre dietro l'angolo. Essere originali in questi casi è quasi un'impresa e infatti il film cade nella trappola. La famiglia perseguitata da una misteriosa presenza, che sia un demone (come in Paranormal Activity o in Insidious), o altro come in questo caso, per non svelare troppo della trama, è un must del genere e la riuscita o meno della pellicola dipende dal grado di paura e di tensione che riesce a generare nello spettatore. In Dark Skies i momenti di terrore veri i propri, che hanno caratterizzato e portato al successo internazionale Insidious e a tratti anche Paranormal, sono assenti, pochi sono gli attimi in cui si salta dalla sedia, la maggior parte del tempo ci si annoia, cosa che in un film horror dovrebbe essere assolutamente impossibile, a discapito della riuscita della pellicola.
Stewart vuole che i protagonisti risultino credibili, che la loro vita sia realistica, che il pubblico possa identificarsi il più possibile in loro, così che, quando strani eventi soprannaturali accadono, lo spettatore possa viverli in maniera più terrorizzante. Il principio di base è giusto, è la realizzazione finale che lascia un po' perplessi.
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