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Creed II, la recensione

Creed II è un seguito coinvolgente e riuscitissimo per una saga che è destinata a diventare cult nel tempo e che prende il testimone lasciato dalla serie madre, quella di Rocky, alla perfezione.

Arriva nelle sale Creed II, l'atteso seguito della nuova saga cinematografica, spin-off della tanto amata e iconica serie di Rocky, che vede protagonista Adonis Creed, il figlio dello storico prima rivale e poi amico di Rocky, Apollo Creed. Michael B. Jordan torna a vestire i panni di quello che potremmo forse definire il nuovo Rocky cinematografico visto il successo, sia di pubblico che di critica, ottenuto finora e non è assolutamente un caso che sia proprio Sylvester Stallone in persona a passare il testimone al giovane attore visto l'importante ruolo, sia in chiave attoriale che a livello di sceneggiatura e produzione, che riveste nella saga. In questo nuovo capitolo oltretutto il caro vecchio Stallone chiama a rapporto un'altra vecchia conoscenza di tutti i fan della serie di Rocky, ovvero Dolph Lundgren, l'indimenticabile Ivan Drago. Nella pellicola e per la prima volta sul grande schermo anche il famoso pugile rumeno Florian Munteanu, conosciuto anche come Big Nasty, che sarà niente di meno che Viktor Drago, il figlio di Ivan, e prossimo rivale di Adonis Creed.

Adonis Creed (Michael B. Jordan), a tre anni dal suo trasferimento dalla California a Philadelphia per potersi allenare con Rocky Balboa, è ormai un campione premiato e famoso. Oltre ad essere l'attuale detentore del titolo mondiale dei pesi massimi, sta anche iniziando a costruire un futuro con la sua fidanzata Bianca (Tessa Thompson). Adonis deve però fare costantemente i conti con la memoria di suo padre Apollo, uno dei pugili più famosi ed apprezzati, e con la fama che improvvisamente ha raggiunto. Fino a quando riceve una sfida diretta da parte di Viktor Drago (Florian Munteanu), il figlio dell'uomo che ha ucciso suo padre durante un incontro sul ring, ovvero Ivan Drago (Dolph Lundgren). Il passato torna prepotentemente a bussare alla sua porta, mettendolo davanti a delle scelte difficili e alla responsabilità che sente nel dover onorare la memoria di quel padre che ha perso quando era fin troppo giovane. Ma il passato non torna a bussare solo alla sua di porta ma coinvolge direttamente anche la vita del suo mentore, allenatore, nonché zio adottivo, Rocky Balboa (Sylvester Stallone).

Quando, nel 2015, è uscito Creed – Nato per combattere, nessuno probabilmente si sarebbe aspettato il successo ottenuto dal film. Quando si cerca di riportare in auge una saga che è stata così iconica come quella di Rocky, tanto da far ottenere al personaggio una statua a Philadelphia che è una delle attrazioni che più simboleggiano la città, raramente i tentativi risultano vincenti, vedi per esempio lo stesso Rocky Balboa nel 2006. In questo caso invece bisogna ammettere che il tentativo è riuscito benissimo. Il film era rimasto fedele allo spirito e allo stile delle iconiche pellicole degli anni Settanta ma iniziando un nuovo percorso con un nuovo protagonista destinato a diventare iconico anch'esso per le nuove generazioni. 

Creed II riesce ad essere anche migliore. Partiamo da personaggi che già conosciamo ma che devono affrontare nuove difficoltà, troviamo così Adonis alle prese con nuove responsabilità sia familiari che sportive che lo portano a doversi mettersi in gioco e ad affrontare i fantasmi del suo passato faccia a faccia nel vero senso della parola e, di conseguenza, lo stesso dovrà fare anche Rocky, anche lui con i suoi problemi familiari da risolvere e con un passato che torna prepotentemente, avrà un ruolo da allenatore/mentore sempre più determinante. Tutto in Creed II risulta vincente, da i protagonisti sempre più in parte e molto convincenti, compreso un Dolph Lundgren mai così intenso, anche solo attraverso lo sguardo; dalla sceneggiatura che non propone nulla di particolarmente originale ma che coinvolge lo spettatore fino in fondo, senza un attimo di calo; fino agli incontri/scontri, che poi sono le parti più attese in questo genere di film, coreografati alla perfezione, pieni di pathos e di tensione; per non parlare poi della colonna sonora, uno dei maggiori punti di forza della pellicola, canzoni e temi perfetti per ciò che il film racconta, per il mondo in cui siamo catapultati e per il contesto che ci viene mostrato. E poi diciamocela tutta, quando parte il motivetto cult di Rocky, quello che tutto il mondo conosce, ama ed aspetta, è sempre un emozione forte e qui è rivisto e corretto nel modo più giusto possibile, allineandosi alla perfezione allo stile del film. Oltretutto non si può, da amanti della serie di Rocky, non citare il momento topico dell'incontro tra Rocky e Ivan Drago, il prezzo del biglietto vale anche solo per poterli rivedere di nuovo insieme. 

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