Crawl – intrappolati, la recensione
'Crawl - Intrappolati' è una pellicola di genere horror che non si cela dietro meri esercizi di stile ma si offre allo spettatore con un'onestà che, insieme al ritmo e alla tensione, ne rappresentano il punto di forza
di Erika Pomella / 18.07.2019 Voto: 8/10
Alexandre Aja torna dietro la macchina da presa con Crawl – Intrappolati, nuova pellicola di genere horror di questo regista parigino trasferitosi negli Stati Uniti dopo la chiamata di Wes Craven che lo volle al timone del remake del film Le colline hanno gli occhi. La nuova pellicola di Aja – che sarà al centro di una presentazione tematica all'interno del parco divertimenti Cinecittà World di Roma – si concentra su Haley (Kaya Scodelario) una nuotatrice che ha fatto del suo talento in acqua la via d'accesso al college e che, incurante di un'allerta uragano livello 5, torna nella città natale perché il padre (Barry Pepper), suo primo sostenitore nonché allenatore, non risponde alle sue chiamate. Mentre cerca di aiutare suo padre, rimasto bloccato nel seminterrato di una casa che comincia a cigolare sotto i colpi di una tempesta grandiosa, Haley rimane a sua volta bloccata, tra le fondamenta e il fango. Ma ben presto capirà che il rischio di annegare nel seminterrato è l'ultimo dei suoi problemi. Dal canale di scolo, infatti, hanno fatto irruzione degli alligatori che sembrano alquanto affamati…
Prodotto da un altro grande esponente del cinema horror come Sam Raimi, Crawl – Intrappolati è un film che funziona per l'onestà a cui si lega ad un determinato genere (quello horror), surfando (è il caso di dirlo) anche tra vari sottogeneri: invece di perdersi in costrutti edulcoranti che volessero necessariamente veicolare un qualche tipo di messaggio o insegnamento, il film di Aja si sveste di ogni costrutto meramente stilistico e si "limita" a costruire un impianto scenico dove la tensione è sempre ai massimi livelli e lo spettatore si trova inchiodato alla poltrona, con un senso di claustrofobia e nervosismo che lo fa quasi sentire parte integrante dello spettacolo messo in scena. In questo aiuta anche la durata del film, che si aggira intorno ai novanta minuti, e che permette che il tempo della storia coincida quasi interamente col tempo di fruizione: ecco allora che lo spettatore vive la stessa ora di terrore dei protagonisti, costretti a rimanere intrappolati nella propria casa, in una rivisitazione dell'home invasion che è una delle correnti più in voga al momento nel genere horror. Ed è proprio in questa scelta che il film di Alexandre Aja funziona: invece di porre l'accento sull'uragano che inversa fuori, che sradica alberi e distrugge città – e che avrebbe richiesto un budget ben più alto di quello richiesto – il regista si limita a nascondere la sua macchina da presa in un ambiente circoscritto e ben preciso, che aiuta anche nella costruzione della tensione perché sveste un luogo ameno, caro e sicuro come la propria dimora, in un labirinto fatto di pericoli nascosti dietro ogni angolo e scherzi crudeli di un destino che appare avverso.
Naturalmente il primo riferimento che salta alla mente nel vedere Crawl – Intrappolati è il leggendario film di Steven Spielberg che ha terrorizzato intere generazioni con il suo Lo Squalo. La minaccia che si nasconde sotto una superficie d'acqua, con denti aguzzi e un bisogno quasi spasmodico di sangue è un archetico di questo genere che trova proprio nella pellicola di Spielberg il proprio livello massimo, al punto che nel film di Alexandre Aja c'è un easter egg – nemmeno così nascosto – da rendere praticamente palese l'omaggio al film che, in qualche modo, deve aver ispirato il suo gusto. Ma Alexandre Aja si è mostrato molto bravo anche nella costruzione del racconto: se la tensione, come dicevamo, non viene mai meno e rappresenta il maggior grado di coinvolgimento dello spettatore, anche lo sviluppo narrativo della storia riesce ad apparire naturale e fluido, senza troppa necessità di quella sospensione della credibilità e della verosimiglianza che il genere horror richiede costantemente. Anche in Crawl, in effetti, ci sono dei piccoli passaggi in cui lo spettatore si può trovare ad alzare gli occhi al cielo, con fare quasi incredulo, sorridendo affettuosamente per alcune scelte che, seppur evidentemente necessarie alla spettacolarizzazione dell'orrore, appaiono decisamente inverosimili se affrontate con la razionalità di tutti i giorni. Ma il regista si è mostrato senz'altro abile nel ridurli al minimo, nel riuscire a costruire un film su una sceneggiatura che ha cercato di rimanere onesta e puntuale il più a lungo possibile.
Tutto ciò ha fatto sì che Crawl – Intrappolati funzionasse sotto ogni punto di vista: quello di costruzione narrativa e quello di puro intrattenimento. Perché mentre ve ne state seduti in poltrona, con lo stomaco sottosopra per il nervoso e l'ansia di scoprire se i nostri eroi riusciranno a uscire da un girone infernale che ha acque paludose al posto delle lunghe lingue di fiamme, non potrete fare a meno di divertirvi, di vivere quel livello più popolare del cinema, che è fatto non per denunciare o riflettere, ma solo per vivere un'esperienza attraverso uno schermo. In questo, il film di Alexandre Aja riesce alla perfezione. Ottimo film con cui decorare una delle vostre serate estive.