C’è ancora domani, recensione del film di Paola Cortellesi | Roma 2023
Paola Cortellesi sceglie di fare il suo debutto alla regia con un film che affronta la condizione della donna all'interno della società e della famiglia, un esordio che convince appieno.
di Giorgia Tropiano / 19.10.2023 Voto: 8/10
C’è ancora domani non solo apre la diciottesima edizione della Festa del cinema di Roma ma segna anche l’esordio alla regia di Paola Cortellesi. L’attrice romana sceglie, come prima volta dietro la macchina da presa, di portare sul grande schermo un film di genere dramedy che si focalizza sulla condizione della donna durante l’immediato dopoguerra e dirige, oltre se stessa, un cast di grandi interpreti come Valerio Mastandrea, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli e Vinicio Marchioni.
C’è ancora domani, di cosa parla il primo film diretto da Paola Cortellesi
Siamo nel 1946, quasi alla soglia delle votazioni che il 2 giugno di quell’anno porteranno alla creazione della Repubblica italiana, votazioni alle quali per la prima volta nella storia italiana potranno prendere parte anche le donne. Delia (Paola Cortellesi) è una madre e una moglie che vive in una condizione economica disagiata, oltre a dover sopportare un marito violento (Valerio Mastrandrea) e un suocero irrispettoso (Giorgio Colangeli), in un mondo profondamente misogino. Delia fa tanti piccoli lavori, sempre sottopagati in quanto donna, perché deve portare a casa i soldi per il marito che spesso li sperpera, oltre a dover fare le faccende di casa, cucinare e crescere i figli, in una situazione in cui non può permettersi di avere una propria passione o semplicemente dire la sua, perché le donne non hanno neanche il diritto di rispondere ma devono solo tenere la bocca chiusa.
Paola Cortellesi affronta la condizione della donna all’interno della società e della famiglia
In C’è ancora domani, Paola Cortellesi affronta un argomento che purtroppo, nonostante il film sia ambientato quasi 80 anni fa, è sempre attuale: la condizione della donna all’interno della società e della famiglia. Ovviamente molto è cambiato nel corso degli anni, fortunatamente, anche se come ben sappiamo dai fatti di cronaca o semplicemente dalle condizioni di lavoro o all’interno della stessa società ancora siamo ben lontani dall’ottenere quella parità tanto attesa. La Cortellesi sceglie di trattare l’argomento con ironia ed intelligenza, perché una risata a volte può essere molto più efficace e tagliente di una lacrima nel mostrare qualcosa che fa arrabbiare e che è difficile da accettare.
Un esordio alla regia molto convincente
C’è ancora domani è un esordio alla regia che convince appieno, Paola Cortellesi sceglie di far un uso del bianco e nero che può sembrare anacronistico con il cinema di oggi ma che in questo caso è più che efficace, riportando ad un cinema neorealista ma riproposto in chiave postmoderna. Molto azzeccato è anche l’utilizzo della musica, con pezzi bellissimi e momenti musicali potenti. La sceneggiatura poi non sbaglia un colpo, piena di battute divertenti ma che, al tempo stesso, diventano pungenti perché utilizzate i chiave sarcastica. Delia non si fa abbattere dalla vita, è sempre pronta a sorridere, a combattere per i propri figli, non si fa sopraffare dai problemi, anzi li affronta a testa alta senza mai scappare, perché in fondo, come dice lei stessa, c’è ancora domani.