Boy Erased – Vite cancellate, la Recensione
Seconda prova da regista per Joel Edgerton che racconta una storia drammaticamente vera, quella di un ragazzo mandato in un istituto allo scopo di guarirlo dall'omosessualità. Ottimo cast, con Lucas Hedges, Nicole Kidman e Russell Crowe.
di Matilde Capozio / 03.03.2019 Voto: 7/10
Jared (Lucas Hedges) ha diciannove anni, frequenta il college, gli piace scrivere, e ha capito di essere gay: quando lo confessa ai genitori, Marshall (Russell Crowe) e Nancy (Nicole Kidman), viene mandato al Love In Action, un centro dove si effettua una terapia che promette di "curare" l'omosessualità. Jared accetta di sottoporsi al percorso, un'esperienza che avrà un forte impatto sulla sua vita.
Nonostante i nomi siano diversi, Boy Erased – Vite Cancellate si ispira a una storia vera, raccontata nell'omonimo romanzo autobiografico di Garrard Conley, che da ragazzo venne effettivamente mandato in una comunità come quella descritta da film e libro, e che anni dopo ha deciso di raccontare la sua esperienza.
Boy Erased è il secondo film da regista per l'australiano Joel Edgerton, che dopo l'esordio con il thriller The Gift – Regali da sconosciuto, film a basso budget dall'ottima accoglienza, stavolta alza l'asticella: sceglie una storia drammaticamente reale, un cast composto da due star e da uno dei giovani emergenti più apprezzati di Hollywood (abbiamo da poco visto Hedges anche nel ruolo del figlio tossicodipendente di Julia Roberts in Ben is Back).
Quella di Jared è una dolorosa storia di formazione, dove il percorso per arrivare alla piena conoscenza e consapevolezza di sé è costellato non solo dei comprensibili dubbi e turbamenti, ma anche di eventi traumatici; nel suo caso la scoperta e l'accettazione dell'omosessualità sono rese ancora più complicate dall'ambiente familiare: il padre Marshall è un pastore di fede battista, per il quale avere un figlio gay va contro tutto quello in cui crede e che ha sempre predicato. Il film pone quindi l'accento sui conflitti e le contraddizioni che ciascuno, in diverso modo, sperimenta dentro di sé, sull'amore che a volte spinge a compiere scelte dolorose e sbagliate, la volontà di restare fedeli a se stessi che si scontra con il desiderio di compiacere e non deludere le persone più vicine, e per estensione la morale e i princìpi con cui si è cresciuti.
La storia contiene un chiaro intento di denuncia contro posti come il centro di cura nel film, che rimanda a Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975) di Milos Forman, ritratto come un luogo freddo e impersonale, che priva gli individui della propria libertà sulla base di un pregiudizio; qui Edgerton, che per sé ritaglia il ruolo del presunto terapista Victor Sykes, raduna un cast interessante ed eterogeneo, tra cui Xavier Dolan (pluripremiato regista canadese), il cantante-attore-youtuber Troye Sivan, e perfino Flea, il bassista dei Red Hot Chili Peppers che conta già numerose apparizioni al cinema.
L'impianto narrativo fa pensare più a un thriller che a un melò, che svela poco alla volta flashback e ricordi, facendo così crescere la tensione in parallelo al percorso del protagonista. La regia cerca di non andare mai sopra le righe, in una trama dove non tutto è fluido e compatto allo stesso modo, ma in quella che è una messinscena di stampo quasi teatrale la storia poggia soprattutto sulle buone interpretazioni degli attori.
Boy Erased è quindi un film il cui valore artistico va di pari passo con il messaggio che trasmette, cioè la voglia di accrescere consapevolezza su un fenomeno che al cinema è stato raccontato anche dal recente La diseducazione di Cameron Post con Chloe Grace Moretz, che tratta lo stesso soggetto da un punto di vista femminile.