Bolshoi Babylon, recensione
Con il documentario Bolshoi Babylon, il regista Nick Read, ci permette di andare alla scoperta della vita all'interno di una compagnia di ballo e degli intrighi e aspetti nascosti che si celano dietro il più celebre teatro della Russia.
di redazione / 02.05.2017 Voto: 8/10
La sera del 17 gennaio 2013, il direttore artistico della compagnia di ballo del Bolshoi, Sergei Filin, fu aggredito da un uomo mascherato, che gli gettò dell'acido sul volto. Ad essere poi accusato ed arrestato per l'accaduto fu il ballerino solista Pavel Dmitrichenko. La situazione di grande tensione e lo scandalo scaturito da questa vicenda portarono così alla nomina di un nuovo direttore artistico, Vladimir Urin, con lo scopo ben preciso di sistemare le cose nella gestione del teatro e della compagnia.
Prendendo spunto da questo drammatico avvenimento, il regista inglese Nick Read, ha realizzato il documentario Bolshoi Babylon, in cui per la prima volta nella storia una troupe cinematografica ha potuto accedere totalmente al "dietro le quinte" del celebre teatro, mostrando così tutto ciò che accade realmente all'interno di quest'ultimo. Senza alcun filtro o censura, ci è permesso di scoprire tanti aspetti inediti del mondo del balletto e di conoscere meglio le numerose difficoltà e gli ostacoli che sorgono spesso in un ambiente di questo tipo: dagli allenamenti estremamente duri, alla paura di fallire o di non essere altezza, fino alla consapevolezza di avere solo poco tempo per riuscire a sfondare, ma soprattutto, forse la difficoltà più grande di tutte, il problema del riuscire a far parte di un gruppo dove tantissime personalità, a volte estremamente diverse tra loro, ognuna con i propri sogni, e con le proprie ambizioni devono convivere e stare a stretto contatto. Ed è proprio questo il fulcro del documentario, le gelosie tra colleghi, gli intrighi, i complessi rapporti tra le varie persone che possono, proprio come nel caso di Sergei Filin, portare a situazioni a volte tragiche.
L'ex direttore artistico è infatti il testimone principale di quest'ultimo aspetto, tornato al Bolshoi dopo essersi in parte ripreso dall' attentato, ha scelto di raccontare in questo documentario ciò che ha vissuto, e il suo punto di vista sulla situazione critica del teatro, facendo così anche chiarezza sui suoi rapporti con le diverse personalità con cui ha a che fare all'interno della compagnia e della direzione. Tra queste spicca sicuramente quella di Valdimir Urin, grazie al quale è possibile scoprire come la politica abbia un ruolo decisivo all'interno del Bolshoi, e comprendere quali pesanti responsabilità si ritrovi a sostenere chi ha l'opportunità di assumere una carica importante all'interno del teatro. Read crea così un' opera decisamente interessante, un docu-film ben realizzato e molto accurato che, grazie alle sincere e coraggiose testimonianze dei vari protagonisti, è in grado mettere in luce gli aspetti nascosti e talvolta oscuri che si celano dietro il più celebre teatro della Russia.