Bohemian Rhapsody
Bohemian Rhapsody

Bohemian Rhapsody, la recensione


Bohemian Rhapsody è un biopic musicale che sa di già visto. Segue tutte le regole del genere, senza sperimentare od osare. Rami Malek è bravo ma non ha la presenza scenica necessaria per il ruolo.
Voto: 7/10

Bohemian Rhapsody, film diretto da Bryan Singer, porta sul grande schermo quindici anni della storia musicale del grande gruppo dei Queen, focalizzandosi soprattutto sul loro leader Freddy Mercury, dalla loro nascita nel 1970 fino al maestoso concerto Live Aid, la manifestazione rock tenutasi il 13 luglio 1985 con lo scopo di raccogliere fondi per la carestia in Etiopia e trasformatosi poi in uno degli eventi rock più grandi della storia della musica. Questa pellicola ha avuto una genesi e un processo di pre-produzione molto complesso, ci sono stati cambi di regia, di attori, di sceneggiatura, è stato un viaggio difficile ma alla fine la scelta è ricaduta su Brian Singer e soprattutto su Rami Malek come protagonista principale che rappresenta del resto la scelta più difficile ed importante dato che la pellicola è quasi tutta basata su di lui. Durante le riprese la 20th Century Fox ha anche annunciato il licenziamento del regista, assente ingiustificato per una settimana e ha chiamato Dexter Fletcher per completare le riprese e seguire la post-produzione. Viene però successivamente annunciato che l'unico accreditato ufficiale alla regia sarebbe stato Bryan Singer. 

Farrokh Bulsara, in arte Freddy Mercury (Rami Malek), un giovane ragazzo di origine parsi che vive nei sobborghi londinesi, sogna più di qualsiasi altra cosa di fare musica, quella che ama e che scrive. Ama vestirsi con un stile femminile ed esibirsi davanti al pubblico in manienra stravagante e spesso eccessiva, tutte cose che vanno contro l'educazione paterna molto allineata alle proprie origini. Un giorno incontra Brian May, il chitarrista, e Roger Taylor, il batterista, di un gruppo che ha appena perso il proprio frontman, e dopo essersi vocalmente esibito davanti a loro, li convince a prenderlo e ad iniziare una nuova avventura musicale che li porterà a formare, insieme al bassista John Deacon, i Queen. Da quel momento in poi iniziano a diventare famosi e a crearsi fan in tutto il mondo, grazie principalmente alla grandezza del loro leader, colui che diventerà in futuro il simbolo assoluto della musica rock, Freddy Mercury.

Bohemian Rhapsody, titolo che prende il nome da una delle canzoni più famose, più sperimentali e più grandiose dell'intera discografia dei Queen, è un film musicale ben realizzato ed interpretato che però risulta abbastanza ordinario. Racconta quindici anni della loro storia musicale in modo cronologico e stereotipato, secondo regole tipiche del genere, senza osare, sperimentare o stupire, come si sarebbe potuto fare soprattutto avendo a disposizione quella musica e raccontando parte della vita di quel personaggio. C'è un grande lavoro da parte di tutti i protagonisti, e in particolare da parte di Rami Malek, nel cercare di riportare in vita quei personaggi che hanno fatto la storia del rock mondiale. Freddy Mercury è studiato e rappresentato, soprattutto durante le sue performance pubbliche, in modo emulativo perfetto, stesse mosse, stesso stile, tutto uguale ma forse ci si poteva concentrare meno su questo aspetto e giocare più sull'originalità. 

Parliamo comunque di un buon prodotto, che intrattiene, che scorre veloce e che emoziona, soprattutto nel finale, durante la riproposizione del famoso concerto Live Aid, dove i Queen hanno regalato una delle più belle performance della storia musicale live. E' anche vero che avendo la possibilità di usare quelle bellissime canzoni che tutti conoscono e che rappresentano pietre miliari della discografia rock è quasi impossibile non emozionarsi o addirittura esaltarsi. Rami Malek è bravo per quanto può, ma si scontra purtroppo con l'impossibile compito di portare sul grande schermo quello che è probabilmente la più grande personalità musicale di sempre e, anche provandoci, lui non ha assolutamente la sua presenza scenica, per cui è difficile riuscire a vedere Freddy Mercury sullo schermo.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 7 su 10
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