Blue Jasmine, la recensione
Il nuovo film di Woody Allen, Blue Jasmine, vede protagonista una bravissima Cate Blanchett, che interpreta una donna snob e raffinata che però, a causa dell'arresto del marito, perde tutto e vive un momento di crollo e di depressione. Il film è molto nello stile del regista statunitense, carino, ben scritto ma non un capolavoro. I fan dell'autore lo ameranno sicuramente.
di Giorgia Tropiano / 30.11.2013 Voto: 7/10
Ecco che arriva l'appuntamento consueto che, dagli anni Settanta fino adesso, ogni anno porta sul grande schermo un film del regista americano Woody Allen. Questa volta, dopo il tour europeo con tappe a Londra, Barcellona, Parigi e Roma, si torna nella madre patria e Blue Jasmine è ambientato tra New York e San Francisco. Woody Allen, oltre a scegliere di girare la vicenda, da lui stesso scritta, negli Stati Uniti, torna anche a raccontare storie di personaggi tipici del suo cinema e Jasmine, la protagonista interpretata da una stupenda Cate Blanchett, è il prototipo perfetto del classico personaggio alleniano, quello che, se fosse stato un uomo, fino a pochi anni fa sarebbe stato lui stesso ad interpretarlo. Oltre alla già citata attrice australiana, il cast si compone di nomi importanti come Alec Baldwin, veterano oramai del suo cinema, Louis C.K., Sally Hawkins, Peter Sarsgaard, Michael Stuhlbarg e Bobby Cannavale, vincitore da poco di un Emmy come migliore attore non protagonista per la serie tv Boardwalk Empire.
Janet (Cate Blanchett), ma da tutti si fa chiamare Jasmine, è una donna sofisticata sposata con Hal (Alec Baldwin),un facoltoso uomo d'affari. Quando scopre che il marito la tradisce e che in realtà lui non è altro che un imbroglione, perde tutto, compresa la sua bella vita da ricca alla quale era abituata. Decide così di trasferirsi dall'altra parte del Paese, a San Francisco, a casa di sua sorella Ginger (Sally Hawkins) che non vede da anni. Le due non potrebbero essere più diverse, sono abituate a condurre stili di vita totalmente opposti, a frequentare tipologie di persone differenti, a indossare abiti diversi ed è per questo che non sono mai andate molto d'accordo. Jasmine dovrà cercare di adattarsi alla nuova difficile realtà ma non sarà per niente facile.
Blue Jasmine mette a confronto due diverse classi sociali e di conseguenza due diversi stili di vita, incarnando tutto ciò in due donne, due sorelle che sono state adottate ma che, nonostante il destino le abbia fatte crescere nella stessa famiglia, non è servito a plasmare i loro caratteri. Così mentre Jasmine è elegante, chic, snob, dà tanta importanza alle cose materiali e all'espetto esteriore, ma soprattutto si preoccupa molto dell'impressione che la gente (quella che conta) ha di lei e ciò la rende molto insicura e soprattutto estremamente fragile, Ginger appartiene alla classe popolare, ha uno stile molto più trasandato, kitsch, e a volte anche volgare, non riesce a stare sola ma si circonda sempre di uomini fallimentari.
Jasmine rappresenta la classica persona che tutti criticheremmo, ha talmente tanti difetti, manie e pregiudizi da risultare antipatica a primo impatto, ma Allen riesce a renderla allo stesso tempo fragile e indifesa, così distrutta e vulnerabile tanto da farci provare compassione per lei. Merito di tutto ciò, oltre che del regista che crea un personaggio quasi perfetto, è senza dubbio di Cate Blanchett, che offre un'interpretazione strepitosa, l'ennesima della sua lunga carriera. La pellicola rappresenta un netto passo in avanti rispetto l'ultimo film di Allen, From Rome with Love (non che ci volesse poi tanto), è un film godibile, a tratti divertente ma non è comunque un capolavoro, ha dei momenti di cedimento e la storia non racconta nulla di nuovo, o perlomeno nulla che non abbiamo già visto nella lunga carriera del regista. Un classico film alla Woody Allen insomma.