Birds of Prey, recensione del film
Harley Quinn torna sul grande schermo dopo l'avventura di Suicide Squad in un film stand-alone che la vede protagonista insieme alle Birds of Prey, donne accomunate dalla voglia di farsi valere in una città dove gli uomini ricoprono le cariche più importanti, nella legalità e nell'illegalità.
di redazione / 06.02.2020 Voto: 7/10
Dopo essere stata lasciata dal pericoloso Joker, la fantasmagorica Harley Quinn si vede costretta a cavarsela da sola nelle strade di Gotham. Per distaccarsi completamente dalla nomea di "fidanzata del Joker", Harley decide di compiere un gesto estremo per far capire a tutti, e a Joker stesso, che ormai il legame che c'era tra i due si è sciolto. Non ha però tenuto conto del fatto che moltissimi a Gotham non aspettavano altro per poterla, finalmente, togliere di mezzo. È in questo momento che la storia di Harley Quinn si intreccia con quella delle Birds of Prey di Gotham: delle donne indipendenti che cercano di farsi valere da sole, chi agendo per vendetta, chi per dimostrare agli altri il proprio valore, chi vuole distaccare da un burbero boss e chi, invece, vuole semplicemente vivere la propria vita senza ulteriori drammi.
Birds of Prey è un perfetto film di formazione, dove Harley Quinn deve, per la prima volta, sopravvivere senza la protezione di Joker e, per questo, capirà a sue spese che il nemico è molto vicino, e non è da solo. Cathy Yan, al suo secondo lungometraggio da regista, riporta sullo schermo la mente disturbata di Harley Quinn tramite la stessa narrazione, una delle caratteristiche più interessanti del film. Infatti, la linea narrativa di Birds of Prey è un continuo ripiegamento su se stessa: flashback, punti di vista e riprese narrative interrotte si susseguono per la maggior parte del film, mostrando perfettamente la labilità della mente della super "cattiva" Quinn. La pazzia di Harley non è però l'unica "qualità" che caratterizza il suo personaggio. Più volte, nel corso della narrazione, viene evidenziata quella che era la professione della donna prima che venisse soggiogata dal Joker, ovvero una psichiatra. È proprio la psiche che la Yan utilizza come depositaria della storia in toto, sia parlando di Harley Quinn, sia evidenziando i rapporti di causa-effetto che portano ogni personaggio ad agire in modo diverso alle situazioni che gli si presentano davanti. Il film stand-alone di Harley Quinn prova ad osare utilizzando una narrazione che sfonda la quarta parete riferendosi direttamente allo spettatore in sala: lo interroga e lo coinvolge costruendo delle scene che lo intrattengono e che lo stimolano distaccandosi dai precedenti progetti DC Comics e riuscendo a distinguersene nettamente per l'originalità.
Non si può però dire che Birds of Prey sia un film perfetto. Se la fotografia rimanda, giustamente, al precedente Suicide Squad di David Ayer, la narrazione adotta uno stile "alla Deadpool" caratterizzato, appunto, dalla rottura della quarta parete e da un linguaggio forte e diretto.L'autenticità rappresentata dal personaggio di Harley Quinn, interpretato magnificamente da Margot Robbie, mette in secondo piano tutti gli altri personaggi, compreso il nemico interpretato da Ewan McGregor, che però nella storia hanno un ruolo importante anche in relazione alla stessa protagonista.
Birds of Prey è, nel complesso, un bel cine-comic, che intrattiene il pubblico seppur risultando altalenante nella narrazione, soprattutto nella seconda parte. Sicuramente ha rischiato molto rispetto agli altri film usciti con il marchio DC e, insieme a Wonder Woman, è uno degli esempi più interessanti della library DC. Pur non riuscendo completamente nel suo intento narrativo, Birds of Prey ha provato a distaccarsi più possibile dallo stile tenebroso e senz'anima dei film DC e, sotto questo punto di vista, ci è riuscito in pieno.