Il film 'Barbie' diretto da Greta Gerwig e con Margot Robbie e Ryan Gosling è un'opera visiva strana e divertente nella prima parte che diventa meno efficace e riuscita nella seconda.
Arriva finalmente nelle sale di tutto il mondo Barbie, l’attesissimo film prodotto da Warner Bros, diretto da Greta Gerwig e cosceneggiato dalla stessa con suo marito Noah Baumbach. Live action della serie di giocattoli più famosi al mondo dell’azienda statunitense Mattel, che vede nel ruolo dei protagonisti le due star internazionali Margot Robbie (anche nel ruolo di produttrice) e Ryan Gosling. Nel cast anche America Ferrera, Emma Mackey, Michael Cera, Simu Liu, Kate McKinnon, Will Ferrell e con i camei di John Cena e Dua Lipa, quest’ultima presente anche nella colonna sonora con la canzone Dance the night, pronta a diventare un tormentone tra i giovani.
Barbie stereotipo (Margot Robbie) vive a Barbieland, un mondo perfetto, dove tutte le Barbie sono amiche e dove tutti i Ken fanno da sfondo alle donne, che sono le vere protagoniste della società di quel mondo. Ogni giorno è sempre lo stesso per loro, Barbie si sveglia ogni mattina e procede con le stesse identiche azioni quotidiane che sfociano in festa per sole donne la sera, mentre i Ken si ritirano nelle loro case, perché sono destinati ad essere accessori della vita delle Barbie. Un giorno, però, Barbie stereotipo inizia la sua giornata in modo diverso, qualcosa non va, iniziano ad accadere cose strane, ha pensieri di morte, inizia a cambiare fisicamente, a perdere quella perfezione che l’ha sempre contraddistinta. Così scopre che se vuole tornare quella di prima e ricominciare la sua vita perfetta come sempre deve andare nel mondo reale per incontrare la bambina che l’ha fatta cambiare, così da far tornare tutto a quello che per lei era la normalità. Ma presto scoprirà che forse la normalità non è veramente quella che ha sempre pensato fosse fino a quel momento.
Nel corso dei mesi, da quando è uscita la notizia della realizzazione di Barbie, da quando sono stati annunciati la regista e i due protagonisti e soprattutto sono uscite le prime immagini, l’hype intorno alla pellicola è esploso, così come è esploso nuovamente il merchandising del marchio Barbie targato Mattel. Ovunque troviamo qualsiasi cosa immaginabile brandizzata Barbie, la passione e la moda è tornata prepotente in vista dell’uscita del film, con un lavoro pubblicitario enorme che coinvolge soprattutto il pubblico adulto. Sì, perché non facciamo l’errore di pensare che Barbie sia un film per bambini, perché non lo è assolutamente, è tutt’altro. Insieme alla passione per il brand si è fatta strada soprattutto la curiosità intorno alla realizzazione della pellicola. Tutti hanno iniziato a chiedersi come una regista impegnata e apprezzata come Greta Gerwig e attori di alto livello e talentuosi come Margot Robbie e Ryan Gosling avrebbero affrontato una sfida del genere, come avrebbero potuto elevare a livello più alto una storia considerata prevalentemente superficiale e per bambini. Ecco quella curiosità è stata finalmente soddisfatta.
Barbie è un’esperienza cinematografica bizzarra e a tratti inaspettata. Ha un inizio sfavillante e divertente, con pezzi musicali e scene corali coinvolgenti, che sono spettacolo visivo puro. La scenografia e i costumi sono eccezionali, richiamano perfettamente l’immaginario del marchio Barbie e tutti gli spettatori che da piccoli hanno vissuto con il mito di quel giocattolo potranno ritrovare alcune caratteristiche e oggetti scenografici perfettamente riprodotti in live action. La pellicola è super colorata e pop nella parte a Barbieland, tanto da contrastare enormemente con la parte nel mondo reale, che a confronto sembra tetra e grigia nonostante il mare e il sole di Los Angeles.
Margot Robbie è una Barbie perfetta, sembra nata per il ruolo e interpreta la protagonista mostrando tutte le fragilità che non sapeva di poter avere e che si ritrova a dover affrontare, ma è Ryan Gosling il vero asso nella manica, anche in versione canora. La sua interpretazione è sublime, divertente, profonda, piena di sfaccettature, una lavoro espressivo enorme e una bravura impressionante, non che la cosa ci sconvolga ovviamente, sappiamo bene che attore talentuoso sia.
Nonostante tutte questa note positive, Barbie si perde molto nella seconda parte, dove emerge il lato retorico e la sceneggiatura, che fino a quel momento era divertente e a tratti geniale, diventa banale e prevedibile, con discorsi stereotipati e pieni di luoghi comuni. Barbie di Greta Gerwig è quindi un film molto godibile per buona parte ma che, proprio quando mette in campo i discorsi femministi, contro il patriarcato e a favore dell’ascesa delle donne, tematiche molto care a Greta Gerwig, cala e diventa molto meno incisivo fino ad arrivare ad un finale scontato e fin troppo buonista.
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