

Autopsy, recensione
Le basi per un buon horror ci sono ma la gestione dell'elemento esoterico viene gestito usando canoni già visti e rivisti.
di redazione / 01.03.2017 Voto: 5/10
Esordio nel mercato americano per il norvegese André Ovredal alla regia di un horror con molti difetti e pochi pregi. Il mercato nordeuropeo ci aveva abiutato a film di qualità altissima, anche nel cinema di genere. Ma stavolta qualcosa si è inceppato.
Austin e Tommy Tilden (rispettivamente Brian Cox ed Emil Hirsch) sono due anatomopatologi, padre e figlio, che si trovano a dover sezionare un cadavere appena portato dalla polizia. Questo corpo, senza identità, si trovava inspiegabilmente in una scena del crimine dalle dinamiche singolari. Una volta al lavoro, Austin e Tommy si accorgono che c'è qualcosa che va oltre la razionalità: il corpo è perfettamente conservato e senza segni di violenza esterni ma al suo interno trovano polsi e caviglie spezzate, organi pieni di ferite da coltello ed una strana pergamena dentro lo stomaco. Più vanno avanti con la dissezione e più si palesano fenomeni paranormali inspiegabili.
Dopo quella piccola perla di "Troll Hunter", Ovredal sperimenta l'horror che strizza l'occhio al body horror di Cronenberg ma con risultati decisamente opposti. La trama si presenta con ottimi propositi ma poi si perde inesorabilmente in un turbinio di cliché che diventano stucchevoli e ripetitivi. Nonostante l'ottima prova di attori del calibro di Brian Cox (Match Point) ed Emil Hirsch (Into The Wild), il film non riesce mai ad ingranare. E sicuramente alcuni buchi presenti nello scioglimento dell'intreccio rendono il tutto più difficile da mandar giù. Ed è un vero peccato perchè la prima parte era davvero ben fatta e ben costruita con le scene , davvero disturbanti, della dissezione del cadavere.
Un'occasione persa per Ovredal che magari però potrebbe essergli di lezione per il suo prossimo film. Le basi per un buon horror c'erano tutte ma la gestione dell'elemento esoterico viene gestito usando quei canoni già visti e rivisti. Ed è inevitabile che poi tutto inizi a sfaldarsi.