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Assassinio sul Nilo, torna l’Hercule Poirot di Kenneth Branagh

Dopo essere apparentemente scomparso dai radar delle uscite cinematografiche, 'Assassinio sul Nilo' è pronto a debuttare in sala il 10 febbraio. Come è andato questo nuovo adattamento di Agatha Christie?

Prima ancora che raggiungesse la sala e il palato dei critici chiamati a sindacare sulla qualità del prodotto finale, Assassinio sul Nilo era un film che aveva fatto parlare molto di sé. Non tanto per la sua qualità o per elementi interni alla realizzazione, quanto per lo scandalo che ha coinvolto Armie Hammer, uno dei protagonisti del film, entrato nella lista di coloro che non sono più ben visti a Hollywood. La preoccupazione per la presenza di una persona non grata la si può evincere anche solo guardando il trailer del film, dove l'attore di The Lone Ranger non appare mai in modo evidente, mai frontale, come se allo spettatore venisse chiesto di dimenticarsi della presenza di un interprete che non poteva essere tagliato dal montaggio finale. Quindi Assassinio sul Nilo ha già dalla sua una buona parte di curiosità da parte del pubblico: è un po' come quando vi si chiede di non pensare a quel qualcosa. La richiesta fa sì che quel qualcosa diventi al contrario il vostro pensiero fisso.

Dopo Assassinio sull'Orient Express, che non aveva convinto tutto il pubblico, Kenneth Branagh torna dietro e davanti la macchina da presa, e torna a vestire i panni di Hercule Poirot, uno dei più grandi investigatori che la letteratura abbia regalato al mondo. In questo secondo capitolo il detective è chiamato ad affrontare una crociera sul Nilo e a fare da "baby-sitter" a due novelli sposi: la ricchissima Linnet (Gal Godot) e suo marito Simon (Armie Hammer). I due sono infatti perseguitati da Jacqueline De Bellefort (Emma Mackey), ex amica di Linnett e ex promessa sposa di Simon, tradita da entrambi e in cerca della propria vendetta. Alla gita sul famoso fiume egiziano prendono parte anche numerosi altri personaggi, come la domestica Louise (la Rose Leslie di Game of Thrones), il dottor Bessner (Russell Brand) e anche il vecchio amico di Poirot Bouc (Tom Bateman), insieme a sua madre (Annette Bening). La gita ben presto si tinge di rosso quando spari e omicidi cominciano a echeggiare sul Nilo. E sarà proprio compito di Poirot sbrogliare la matassa.

Assassinio sul Nilo è, prima di tutto, un film di intrattenimento. Racconta una storia, intreccia elementi del giallo e si concentra sull'umanità dei suoi protagonisti: per circa due ore svolge il suo compito più o meno in modo convincente e lo spettatore si lascia intrattenere da questo gioco al massacro, aspettando che Poirot metta in moto le sue grandi capacità investigative per svelare l'identità dell'assassino. Da questo punto di vista il film funziona abbastanza bene e va aggiunto che gli sfondi del Nilo, di questi cieli che esplodono di rosso, è un elemento aggiuntivo che non bisogna sottovalutare. Tuttavia, è tutto qui. Il film non mostra chissà quale slancio narrativo, né la regia di Branagh sorprende in modo particolare. Si ha la sensazione che il caso venga risolto troppo velocemente e troppo facilmente e non si ha quella soddisfazione che di solito si prova nei gialli quando il mistero viene finalmente allo scoperto. Questo forse perché Kenneth Branagh ha scelto di concentrarsi soprattutto sul reparto emotivo: sulle ferite e i segreti che tutti i personaggi si portano addosso, insistendo soprattutto sull'idea di cuore spezzato, a cui si lega anche l'introduzione del personaggio di Katherine in un prologo in bianco e nero che convince solo a metà. Molto convincente invece il cast, soprattutto Gal Gadot e Emma Mackey, nei panni di due ex amiche che hanno affrontato insieme il mondo solo per poi scoprirsi nemiche a causa di un uomo.

Una piccola parentesi va fatta a coloro che hanno già letto il libro. Se Assassinio sull'Orient Express era quasi del tutto fedele nella trasposizione e nel passaggio dalla carta alla pellicola, in Assassinio sul Nilo ci sono cambiamenti e stravolgimenti che possono infastidire il lettore più accanito e che, comunque, finiscono con lo snaturare un po' il personaggio di Hercule Poirot, ma anche tutta la vicenda. Questo anche perché con l'introduzione di diverse etnie e di diversi orientamenti va da sé che anche alcuni personaggi sono stati costretti a subire una sorta di chirurgia plastica per poter essere credibili. Va da sé che cinema e letteratura sono, come sappiamo, media diversi e che sarebbe illogico aspettarsi lo stesso risultato da entrambi. Ma se siete tra coloro che vogliono vedere Assassinio sul Nilo solo nella speranza di trovare una trasposizione super-fedele, allora procedete con cautela, a vostro rischio e pericolo.

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