[Roma 2014] As the Gods Will, la recensione
As the Gods Will è il nuovo film del regista giapponese Takashi Miike, un'opera folle e divertente, tratta da un manga del 2011 che ne ripropone lo stile fumettistico e crea un horror particolare, pieno di momenti iconici.
di Giorgia Tropiano / 25.10.2014 Voto: 7/10
Takashi Miike, regista giapponese tra i più prolifici al mondo, oramai un abitué al Festival Internazionale del Film di Roma, dove quest'anno viene anche omaggiato del prestigioso premio Maverick Director Award, presenta in concorso nella sezione gala la sua ultima fatica, l'horror fumettistico As the Gods Will. La pellicola è la trasposizione cinematografica molto fedele di un manga del 2011 scritto da Muneyuki Kaneshiro e illustrato da Akeji Fujimura.
Shun Takahata è un giovane ragazzo che vive la sua vita sempre allo stesso modo ed è profondamente annoiato da quella monotonia. Un giorno si ritrova in classe e durante una lezione una bambola Daruma (una figura tradizionale giapponese che rappresenta Bodhidharma, il primo patriarca dello zen) dà inizio ad un gioco di morte. Da lì in poi i sopravvissuti dovranno superare una prova dietro l'altra, ognuna caratterizzata da figure popolari giapponesi, dove i ragazzi più abili dovranno applicare la propria intelligenza, furbizia, forza fisica e anche fortuna per poter superare ogni prova e diventare il vincitore che dà diritto alla sopravvivenza.
Quando un regista fa così tanti film uno dietro l'altro c'è sempre la possibilità che alcuni lavori non riescano, non è questo il caso. Takashi Miike realizza un'opera in pieno stile manga giapponese girato attraverso la propria visione di cinema, ovvero con divertimento, tanta ironia, presa in giro e ammiccamenti continui al pubblico in sala. Dopo la visione di film come questo si capisce a pieno perché il regista giapponese abbia così tanti fan e sia così venerato in tutto il mondo da milioni di cinefili. Il film è un conglomerato di scene folli e divertenti, che giocano con la morte, con la visione del sangue, con atrocità rendendo tutto un gioco e stemperando così l'assurdità di ciò che si sta vendendo. Ce ne sono tanti di film in cui un gruppo di persone deve combattere, lottare e uccidere per poter sopravvivere, primo tra tutti la saga di Hunger Games, ma nessuno di loro è diretto da Takashi Miike, è qui che sta la differenza.
La bambola Daruma, il gatto della fortuna (maneki neko), la bambola Kokeshi, l'orso polare che fa snowboard e una matrioska, sono i protagonisti delle prove che i ragazzi dovranno affrontare e man mano i sopravvissuti diventeranno sempre meno, fino a quella che sarà la sfida finale. Ma cosa c'è dietro tutto ciò? Chi tira che fila del gioco? Questo non è importante perché il regista si sofferma di più su ogni singola prova e sulla relazione tra i ragazzi che man mano vanno avanti. As the Gods Will è un film assurdo, che va avanti a livelli, come un videogioco, visivamente molto fumettistico e colorato, è un'opera divertente sotto ogni punto di vista, ma anche molto particolare, forse non adatto a tutti ma comunque da vedere assolutamente.