Suicide Squad è un episodio di livello inferiore rispetto agli altri; concentrandosi sull'interessante passato di Dig, questa puntata sembra dimenticarsi sia dell'isola che della minaccia di Slade.
Dove Eravamo
Nell'episodio quindici, The Promise, avevamo lasciato l'(anti)eroe Oliver Queen alle prese con il suo fantasma del passato, uno Slade Wilson tornato – a quanto pare – dalla terra dei morti per mantenere una promessa di anni prima: distruggere finalmente la felicità e la vita di Oliver Queen così come ha fatto lui nel momento in cui aveva scelto di salvare Sarah dalla pistola di Ivo piuttosto che Shado, la donna di cui Slade era innamorato. In The Promise avevamo perciò assistito al primo vero incontro/scontro tra i due; rendez-vous che aveva promesso fuoco e fiamme. Ora, dopo la pausa di una settimana, Arrow torna con l'episodio 4×16 dal titolo Suicide Squad. Purtroppo la qualità della puntata non è abbastanza alta per ripagare lo spettatore dell'attesa, e di certo si è scelto di posticipare l'ulteriore guerra tra i due uomini, che in questo episodio si vedono davvero poco.
Cosa Vedremo
Suicide Squad inizia in una stanza buia dove Oliver Queen si risveglia di soprassalto da un incubo; un attimo dopo è lì che cerca di risvegliare Sarah per accorgersi, un attimo dopo, che la sua fidanzata ha preso le sembianze di una sanguinolenta Shado che lo accusa di essere un assassino; solo a quel punto Oliver si sveglia davvero dal suo incubo, e decide di contattare i suoi amici della "bratva" per rintracciare Slade Wilson, che nel frattempo sembra essersi volatilizzato. Il vero centro nevralgico della puntata, però, è rappresentato da Diggle. E' lui il vero protagonista di questo episodio. Assunto da Amanda Waller (la Neavia di Spartacus – La vendetta e Spartacus – La guerra dei dannati) Diggle dovrà collaborare non solo con l'ex moglie Lyla, ma anche con la Suicide Squad una banda di criminali di cui fa parte anche Deadshot, l'assassino a cui Dig aveva dato la caccia perchè l'uomo aveva ucciso suo fratello. La missione pilotata da Amanda Waller riporta Diggle al passato e all'Afghanistan, quando salvò un terrorista chiamato Gholem Qadir, che ora, nel presente, vive a Starling City e potrebbe avere qualcosa a che fare con un nuovo attentato terroristico che minaccia la città e che ha a che vedere con l'agente nervino.
Un episodio Dig-centrico
Suicide Squad, a prima vista, non sembra nemmeno un episodio di Arrow. Di Freccia Verde, come già accennato, vediamo veramente poco. Tutto quello che "di nuovo" apprendiamo sul suo percorso è che la notte è perseguitato dagli incubi riguardanti Shado. Un'attitude, questa, che dimostra che, dopo tutti gli anni trascorsi e i vari tentativi fatti nel corso del tempo, Oliver Queen è ancora il ragazzo sperduto nell'isola, che si trascina dietro i propri sensi di colpa, lasciando che siano essi a guidare il suo destino. L'idea che lo spettatore riceve è che il piano per eliminare Slade non sia dovuto tanto al desiderio di tenere al sicuro la propria famiglia da una promessa di morte; sembra piuttosto che Oliver sia convinto che i suoi sensi di colpa spariranno solo quando anche Slade non sarà altro che un ricordo. In altre parole Oliver vuole uccidere Slade essenzialmente perchè l'uomo gli ricorda una colpa di cui Freccia Verde non si è mai liberato. Tuttavia, come dicevamo, l'episodio mostra davvero ben poco di quello che fa e che progetta Oliver. Il racconto, questa settimana, è tutto incentrato su Diggle. Da una parte lo spettatore viene condotto nel passato dell'uomo, in quell'Afghanista che il nostro Dig sembra rifuggire in continuazione, come se fosse ancora una ferita aperta; dall'altro il "caso" della settimana lo vede nei panni di pedina fondamentale. Il problema sta nel fatto che nè il passato nè la missione riescono a catturare veramente l'attenzione di chi guarda l'episodio, che si trova piuttosto ad ondeggiare intorno a qualcosa di molto simile alla noia. Questo è dovuto anche alla totale mancanza di inserti inerenti l'isola, che naturalmente sono stati scambiati con i ricordi di Diggle. Il punto in cui Suicide Squad riesce a dare il meglio di sè, tuttavia, è nel rapporto che si viene a instaurare tra il protagonista di questo episodio e quella che noi credevamo essere la sua nemesi eterna, Deadshot, colui che uccise il fratello e verso il quale Diggle ha sempre provato un forte desiderio di vendetta. In questo episodio i due sono "costretti" a lavorare insieme e quello che emerge è una sorta di bromance dall'aumento graduale ma piacevole. Merito soprattutto di Deadshot. Sì, perchè se Diggle abbiamo imparato ad amarlo nel corso di queste due stagioni, Deadshot rappresenza una piacevole novità. Il criminale, infatti, smette di essere solo una macchina di morte dalla mira pressoché infallibile e finisce con il mostrare il proprio lato umano. Lato, intendiamoci, che non passa attraverso nessuna forma di facile pietismo. L'umanità di Deadshot si palesa piuttosto attraverso un uno spasmodico del senso dell'umorismo, nella capacità di accettare un destino che appare già scritto con l'indifferenza di chi sa di essere comunque condannato a morte. Ma soprattutto Deadshot mostra la sua parte più "fragile" quando mostra il proprio lato paterno e l'amore per una figlia che a quanto pare può vedere solo attraverso le fotografie della sua cella. Il problema di Suicide Squad, in fin dei conti, è che un personaggio "minore", di livello ancora più basso della proverbiale "spalla", riesce a rubare la scena a tutti quanti, protagonisti compresi.
Cosa ci è piaciuto:
• La bromance tra Diggle e Deadshot. Se, in passato, Diggle era ossessionato dall'idea di uccidere l'assassinio di suo fratello, in Suicide Squad i due sono costretti a fare squadra comune. E, ad emergere, è un sentimento che se non si può definire amicizia, se non altro è pieno di ritrovato rispetto.
• L'idea che anche Amanda Waller conosce Slade Wilson e che sembra pronta a mettersi sulle sue tracce. Perdonate l'anima nostalgica di chi scrive, ma c'è la possibilità che Naevia e Crisso tornino insieme sullo schermo.
• Il personaggio di Deadshot. Non solo ha sempre la battuta pronta, ma quest'uomo finalmente mostra il suo cuore.
• La scena-siparietto tra Diggle e Felicity, in pigiama.
Cosa non ci è piaciuto:
• La totale assenza di Manu Bennett e del suo Slade Wilson.
• Che manchi un collegamento forte tra la 2×15 e la 2×16.
• Oliver Queen si è visto veramente poco: e di quel poco, in tutta onestà, potevamo farne a meno.
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