Aquaman, la recensione
Aquaman è un film un pò banale, che sfiora spesso il trash, ma che nel suo eccesso visivo alla fine funziona.
di Giorgia Tropiano / 27.12.2018 Voto: 7/10
Aquaman, la pellicola incentrata sul famoso personaggio della DC Comics già introdotto sul grande schermo nel 2017 con Justice League, arriva con il nuovo anno anche nelle sale italiane, dopo essere già uscito a dicembre in altri paesi. Il personaggio principale è interpretato come sempre da Jason Momoa, attore hawaiano famoso soprattutto grazie al ruolo di Khal Drogo ne Il trono di spade, affiancato in questa pellicola a grandi nomi come Nicole Kidman, Willem Dafoe, Patrick Wilson e Amber Heard. La regia è stata affidata al regista malaysiano, naturalizzato australiano, James Wan, famosissimo per i suoi lavori horror come Saw – L'enigmista ed Insidious, il quale negli ultimi anni ha ceduto al fascino hollywoodiano accettando offerte di regia per importanti saghe blockbuster come Fast & Furious 7 e ora per la DC con Aquaman.
Le vicende del film si collocano dopo quelle affrontate in Justice League, quando Aquaman è quindi già un supereroe conosciuto nel mondo, ma nella pellicola, tramite molti flashback veniamo a conoscenza più nel dettaglio della sua storia. Nato dall'amore tra Atlanna (Nicole Kidman), regina del mondo sotterraneo di Atlandite, e un semplice e umano guardiano di un faro, Arthur (Jason Momoa) fin da bambino ha sviluppato potere incredibili che lo hanno reso molto forte, soprattutto nel manovrare l'elemento dell'acqua. Ora che è grande, grosso e famoso ed utilizza i suoi poteri per combattere le ingiustizie, dal mondo d'origine della madre, lo stesso che gliel'ha portata via quando era molto piccolo, reclamano il suo intervento in quanto legittimo erede al trono di Atlantide. Arthur non è interessato a quel ruolo ma dovrà cambiare idea quando anche il destino della Terra, la sua casa, è in pericolo a causa del fratellastro Orm (Patrick Wilson), non che attuale re di Atlandite, con manie di onnipotenza.
E' noto ormai come la DC Comics tenti in tutti i modi di utilizzare i propri supereroi sfornando film che possano in qualche modo tenere testa e contrastare il predominio Marvel in questo senso. Purtroppo finora gli sforzi sono stati abbastanza vani, non sono mai riusciti a raggiungere un livello tale da poter reggere un confronto e i risultati al botteghino ne sono una prova. Purtroppo possiamo immaginare che non sarà grazie ad Aquaman che le sorti potranno migliorare. Chissà magari con il Joker interpretato da Joaquin Phoenix, visto l'hype che gira intorno all'opera, sarà la volta buona. Il problema principale nel caso di Aquaman è dovuto alla trama di fondo della pellicola, molto banale, a tratti quasi ridicola per il livello trash che raggiunge, perciò se si va al cinema pensando e sperando di vedere un prodotto di un certo tipo si rimarrà sicuramente delusi perché Aquaman basa la sua riuscita su altre componenti.
Aquaman è un film visivamente eccessivo (nel senso positivo del termine però), molto esasperato nell'immaginario kitsch che propone ma che ricorda molto i film tv degli anni Ottanta/inizio anni Novanta, alla Storia Infinita o Fantaghirò per intenderci, ovviamente riveduti e adattati alla tecnologia moderna. Ha quel qualcosa che, per chi è stato giovani in quegli anni, trasmette nostalgia e fa affiorare ricordi nascosti. Ed è proprio questo il suo punto di forza, quello visivo e nostalgico, al quale va ad aggiungersi una componente ironica che sfocia spesso nel trash ma che in un film così non stona poi troppo. Non possiamo esimerci dal spezzare una grandissima lancia a favore del protagonista Jason Momoa, il quale probabilmente non dà sfoggio di particolare talento recitativo in questa pellicola, anche se ne è provvisto basta guardare serie come The Red Road e Frontier, ma ha una presenza scenica pazzesca che lo rende assolutamente perfetto per il ruolo che deve interpretare.