Another Round, un delicatissimo Vinterberg alla Festa del Cinema di Roma
'Another Round', presentato alla Festa del Cinema di Roma, è la nuova pellicola di Thomas Vinterberg n cui si racconta di un'umanità intrappolata nella propria routine che cerca un modo per evadere
di Erika Pomella / 21.10.2020 Voto: 8/10
Secondo uno studio, l'essere umano viene al mondo con un deficit dello 0.05% di alcool nel sangue. Questo vuol dire che ogni persona, per ritrovare il proprio equilibrio, deve vivere costantemente con un tasso alcolico che corrisponda a quello che manca alla nascita. Ed è proprio da questo studio che prende il via Druk – Another Round, il nuovo film di Thomas Vinterberg che ha portato alla quindicesima edizione della Festa del Cinema di Roma l'attore Mads Mikkelsen.
Martin (Mikkelsen), Tommy (Thomas Bo Larsen), Nikolaj (Magnus Millang) e Peter (Lars Ranthe) sono quattro insegnanti di un liceo che sembrano aver perso non solo la scintilla che gli permetteva di essere buoni insegnanti, ma anche una certa fame per la vita, lasciandosi sommergere dai problemi quotidiani, tra i figli che bagnano il letto e mogli che sembrano più evanescenti che mai. Un giorno, però, i quattro si imbattono in uno studio che li spinge a far partire un esperimento: ogni giorno, infatti, si presenteranno a scuola con un tasso alcolico del 0.05% per provare a dimostrare la sensatezza della loro tesi. Con l'alcol che gli scorre nelle vene i quattro diventano insegnanti migliori, amati dai loro studenti e in grado di far fronte ad ogni sfida che gli si presenta all'orizzonte. Visti i risultati i quattro decidono di andare ancora più a fondo nella loro sfida e alzano l'asticella dell'alcol nelle vene: pian piano, però, il paradiso iniziale si trasforma in un gorgo oscuro che potrebbe essere capace di ingoiare la loro carriera e il loro futuro.
Nonostante ci siano fiumi di alcol che scorrono in questo film e che raccontano di come l'umanità possa asservirsi ad esso (come a qualsiasi altra dipendenza) se si lasciano sopraffare, il film di Thomas Vinterger racconta soprattutto la trappola della quotidianità, quel mostro che ci divora senza che noi facciamo nulla per fermarlo e che ci spinge a guardarci le mani con un senso di profonda frustrazione chiedendoci che cosa ne è stato della nostra giovinezza, delle nostre ambizioni, di quello che sognavamo di essere e che, forse, non siamo mai diventati. Un altro giro – il titolo italiano dell'opera – è una pellicola che racconta il fallimento dell'umanità. Un fallimento dovuto non all'aver effettivamente tentato e fallito, ma che passa attraverso la perdita di spinta e volontà, un fallimento che passa sul fatto di non averci più neanche provato. È il fallimento di uomini comuni che pensavano di essere eroi nella loro piccola bolla e si trovano di colpo di mezza età, intrappolati in giorni sempre uguali a se stessi, con i polsi legati dalla loro mancanza di volontà nel cambiare le cose.
E sebbene nel film non manchino le scene che fanno sorridere, tutto Another Round è in qualche modo vestito da questa consapevolezza per i tempi che sono stati e che non possono essere più. Una nostalgia per un tempo del mito dimenticato in quella routine che ci fa svegliare, vestire, andare a lavoro e scambiare solo qualche chiacchiera per cercare di sconfiggere ciò che in realtà ci ha già spinti al tappeto. Con la sua macchina a mano a seguire i personaggi, a entrare nei loro occhi vitrei e lucidi, Thomas Vinterberg racconta di uomini sconfitti che, tuttavia, trovano un guizzo nel disperato bisogno di ritrovarsi. Un film commovente e a tratti divertente, che fa uso anche di una splendida colonna sonora.