'Animali Fantastici e dove trovarli' è uno di quei film che si ferma tra stomaco e cuore, che ti rapisce e ti fa innamorare ancor prima che ti sia concesso rendertene conto. La magia del mondo di J.K. Rowling, sospesa tra il vecchio e il nuovo, si riverbera negli occhi degli spettatori, che non potranno fare a meno di innamorarsi di questo universo in continua evoluzione.
Le note del leitmotiv della saga cinematografica di Harry Potter che accompagnano il logo della Warner Bros.: bastano veramente pochi secondi perché lo spettatore, anche il più cinico e il più dubbioso, si lasci irretire dall'incantesimo della nostalgia e si lasci sopraffare dall'idea di tornare a calcare il mondo che porta la firma di J.K. Rowling e che può contare sulla regia di David Yates, che aveva già diretto alcuni film della saga "principale". In effetti, quando fu annunciata la produzione di Animali Fantastici e Dove Trovarli, erano in molti quelli che non erano del tutto sicuri della sensatezza dell'operazione: più che altro sembrava l'ennesima operazione di marketing, un tentativo estremo di spremere ulteriori risvolti economici da una saga che aveva lasciato "orfani" i fan di tutto il mondo. Soprattutto perché non si capiva come si potessero tirare fuori tre film da un libro che non è un romanzo, ma in realtà una sorta di compendio. Quando poi nell'evento speciale alla Festa del Cinema di Roma, la Rowling, in video-chat, ha affermato che i film sarebbero stati cinque … apriti cielo! Ma non siamo stati giusti nei confronti dell'autrice che ha cambiato la vita e l'attitude alla lettura di un numero imprecisato di giovani. Perché stavolta J.K. Rowling scrive la sceneggiatura ed è dalla sua mente che nasce il mondo di Animali Fantastici e Dove trovarli: e come avrebbe potuto essere qualcosa di diverso da una meravigliosa avventura magica?
Lasciati i cancelli e i declivi erbosi di Hogwarts, Newt Scamander (Eddie Redmayne) ha preso un transatlantico ed è sbarcato a New York; sono i ruggenti anni venti, e non c'è niente di più ruggente degli animali che il mago trasporta illegalmente nella sua valigia. L'impatto con la grande mela, però, non è dei più felici: la civiltà magica è costretta a vivere in grandissimo segreto a causa delle persecuzioni di un gruppo di fanatici, guidati da una donna (Samantha Morton) che combatte la magia aiutata dai figli Credence (Ezra Miller) e Modesty (Faith Wood-Blagrove). Come se non bastasse, la città è vittima di una serie di attacchi oscuri e misteriosi, su cui indaga l'auror Percival Graves (Colin Farrell). Così, quando Newt, per sbaglio, scambia la sua valigia con quella dell'umano Jacob Kowalski (Dan Fogler), non sa di essere entrato in un mondo che sta cambiando, un mondo con nuove regole, che egli dovrà imparare a conoscere mentre si muove per la metropoli alla ricerca di quegli animali fantastici che sono riusciti a scappare dalla sua valigia.
Animali Fantastici e dove trovarli è un film in qualche modo dalla natura ibrida: è un racconto che tramite alcuni personaggi e alcuni richiami rimane fortemente legato all'universo che lo ha creato, ma dall'altra parte è anche qualcosa di assolutamente nuovo, qualcosa che viene fruito con la meraviglia di un bambino che scopre un mondo del tutto inedito. E proprio questa natura a metà strada tra il vecchio e il nuovo è ciò che sancisce la riuscita di questo film, rendendolo non un'operazione di marketing, ma un racconto davvero ben fatto, ben studiato, che può dare il via ad una nuova saga senza alcun tipo di dubbio. Perché se da una parte è stupendo (elevate questo aggettivo all'ennesima potenza) riascoltare i vari Alohomora, e andare alla ricerca di indizi che regista e sceneggiatrice disseminano per tutto il racconto, è altresì emoziante scoprire un mondo magico ben diverso da quello che conoscevamo attraverso la saga di Harry Potter. E' un film tutto da scoprire, da vivere, da cui lasciarsi irretire. E mentre Newt cerca i suoi animali fantastici, intorno a New York gravitano personaggi e ombre che lasciano intravedere quanto, in realtà, fosse necessario che questo film non rimanesse uno stand alone. La magia, dunque, torna sul grande schermo, e lo fa con una visionarietà che lascia disarmati e che sembra appartenere più al sogno nel quale Jacob Kowalski è sicuro di essersi smarrito. Ed è proprio Jacob – il nomag, corrispettivo americano per babbano, parola che indica chi non ha poteri magici o discendenza magica – che riscuote il maggior successo nella platea. Suo il ruolo più simpatico e più empatico, è attraverso lui che passa la scoperta della magia simile a quella di chi è seduto in sala. Un ultimo cenno, poi, va fatto a Grindelwald: chi scrive è sempre stata in qualche modo irretita da questo personaggio oscuro e dalla sua ricerca dei doni della morte. L'unica cosa da dire è che, se il buon giorno si vede dal mattino, allora ci aspettano dei prodotti cinematografici d'altissimo livello.
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