Amori elementari, la recensione
Il film italiano di San Valentino per tutta la famiglia racconta dei primi amori, parla di amicizia e famiglia, con un pizzico di fiaba. Non perfetto, ma originale.
di Matilde Capozio / 16.02.2014 Voto: 5/10
Arriva nelle nostre sale poco dopo S. Valentino, la festa per eccellenza dedicata all'amore in tutte le sue sfumature, Amori elementari, film che, come suggerisce il titolo, si concentra sullo sbocciare dei primi sentimenti e dei primi batticuori.
Protagonisti della storia sono infatti un gruppo di bambini tra i 10 e gli 11 anni, che vivono in un paese sulle Dolomiti, nel quale, oltre ad andare a scuola, frequentano una polisportiva in cui si praticano pattinaggio artistico, sotto l'insegnamento dell'istruttrice Sara (Cristiana Capotondi), e hockey su ghiaccio, con le dritte dell'ex campione russo Ivan (Andrey Chernyshov). Il film si concentra così sull'amore, l'amicizia, i legami familiari, compresi i rapporti tra genitori e figli, sino ad un finale che porterà tutti quanti in Russia, a Mosca, per un torneo sportivo.
Ed è proprio all'Accademia d'Arte Drammatica di Mosca che si è diplomato il regista del film Sergio Basso, già assistente alla regia per Gianni Amelio e autore di alcuni pluripremiati documentari. Il suo esordio nel lungometraggio di fiction è un'opera interessante per la sua originalità nel panorama cinematografico italiano: mette in primo piano una fascia demografica, infatti, poco utilizzata dal cinema, che trova solitamente un maggiore sbocco nelle fiction televisive; inoltre coniuga la quotidianità delle vite narrate con elementi surreali e fiabeschi, o effetti speciali che giocano con immagini e colori.
Amori elementari affronta il passaggio dall'infanzia all'adolescenza, osservando i tumulti interiori che accompagnano la crescita, percorso costellato di sensazioni anche contrastanti, come il desiderio di indipendenza e quello di integrazione tra i propri coetanei; a questo aspetto si aggiunge anche un altro tipo di integrazione, quella tra personaggi di diversa provenienza (differenti città d'Italia, Russia, India) che si ritrovano dentro la cornice un po' incantata dell'innevata cittadina prima, e di Mosca poi, città dalla fortissima valenza folkloristica.
Il film riesce, in alcuni momenti, a ritrarre con delicatezza la poesia e l'innocenza racchiuse nell'infanzia, grazie anche alla naturalezza di alcuni dei giovanissimi e teneri interpreti, da tenere d'occhio; a volte, però, fatica a tenere insieme tutti gli snodi della storia, mettendo forse troppa carne al fuoco: alcuni personaggi vengono introdotti e poi un po' abbandonati, in una trama che si arricchisce sempre più di storie, situazioni e ostacoli. In quest'ottica, anche alcuni dei passaggi fantastici, quasi onirici, sembrano soluzioni esteticamente accattivanti, ma che poi non trovano sufficienti riscontri a livello della narrazione. In certi momenti, insomma, il film fatica forse a trovare e mantenere un equilibrio strutturale, privilegiando l'uno o l'altro stile ma andando così a perdere in compattezza.
In definitiva, Amori elementari è, come si accennava prima, un esperimento curioso nella nostrana cinematografia, sia stilisticamente che tematicamente, non riuscito alla perfezione ma animato da buone intenzioni.