After, la recensione
After si pone come un semplice film che sembra essere stato scelto per soddisfare un pubblico di fan più che per la qualità del prodotto in sé.
di redazione / 11.04.2019 Voto: 3/10
La storia della genesi del successo di After è la dimostranza di quanto sia grande il potere dei fan. Caricato inizialmente sulla piattaforma Wattpad, After venne pubblicato in edizione cartacea e divenne in poco tempo un best seller mondiale. Oggi arriva nelle sale come adattamento cinematografico.
Il liceo è finito e Tessa si sta preparando per andare a vivere nel campus di quello che sarà il suo College per alcuni anni. Per la ragazza tutto rappresenta una novità nella sua vita: staccarsi dalla sua amorevole madre, allontanarsi dal suo ragazzo storico, conoscere nuove persone e, soprattutto, scovare la possibilità di vivere finalmente libera dal controllo e dalle aspettative che tutti sembrano avere nei suoi confronti. Al College Tessa incontra Hardin, un ragazzo inglese tenebroso e scontroso, con il quale instaura fin da subito un rapporto fatto di amore e odio. Il ragazzo ben presto però si rivela per quello che è veramente: insicuro, fragile e bisognoso d'affetto. Tessa capisce quindi che Hardin rappresenta per lei il vero amore, il primo, e con lui riuscirà ad assaporare quella che è la vita vera, piena di problemi, imprevisti ma anche di tanta passione.
After è senza dubbio un film prodotto e pensato per i giovani fan della saga e per i teenager ed è forse per questo motivo che alcuni errori produttivi potrebbero anche passare inosservati a degli occhi inesperti. Rispetto al libro, il film non dona la stessa profondità e importanza al background dei due protagonisti che, pur non avendo nemmeno vent'anni, possiedono un vissuto interessante seppur non felice. Tutto nel film sembra andare in modo sbagliato, le azioni si susseguono fin troppo velocemente e la salita verso la consapevolezza di Tessa non si percepisce come tale, anzi, sembra quasi immediata. Pur essendo un film con un target ben specifico, ciò non giustifica però né la sceneggiatura piatta e banale, quasi scontata, né alcune scelte registiche che non aiutano il progredire alla narrazione ma che cercano di allungare un brodo in maniera completamente sbagliata. La scelta di aggiungere alcune scene anti-narrative in montaggio stridono con la velocità con cui va avanti il racconto. Anche l'interpretazione dei due attori protagonisti, Josephine Langford e Hero Fiennes Tiffin, è ben lontana dai personaggi che vengono chiamati ad impersonare. Il poco pathos, la poca chimica e la poca esperienza dei due attori si aggiungono ai tanti elementi che contribuiscono a rendere poco interessante un film che, già in partenza, poteva essere un valido prodotto per il targer per cui è stato pensato.
Da oggi al cinema, After si pone come un semplice film che sembra essere stato scelto per soddisfare un pubblico di fan più che per la qualità del prodotto in sé.