Revenge: l’addio di Amanda Clarke e Victoria Grayson
Dopo quattro stagioni si conclude il percorso di Amanda Clarke iniziato con 'Revenge'. Il Series Finale cerca di rispondere a tutte le questioni irrisolte, trovando persino il tempo di aprirne di nuove.
di Erika Pomella / 12.05.2015 Voto: 6/10
La storia iniziò quattro anni fa. All'epoca non sapevamo niente di Emily Thorne o di Amanda Clarke, del suo modo di pensare, del suo modo di essere, del suo modo di agire. Sapevamo solo che questa ragazza ricca, dagli abiti sorprendentemente belli, aveva ragione di vendicarsi della famiglia Grayson, rea di averle portato via il padre, facendolo credere colpevole di un attacco terroristico contro un aereo e, dunque, condannato prima e ucciso poi. Queste erano le premesse da cui partiva la storia di Amanda Clarke che, nascondendosi dietro il nome di Emily Thorne, tornava nella sua casa agli Hamptons, ritrovando l'amico/primo amore Jack, per poi cominciare una strada in salita lungo il percorso della vendetta. Questo era l'inizio di Revenge, la serie ABC conclusasi domenica notte negli States per la cancellazione a seguito dei bassi ascolti, alla fine della quarta stagione. E come ogni finale – a meno che non si stia parlando di casi come Lost o How I met your mother – ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi. Quali?
Ovviamente questa recensione, essendo il commento al series finale di Revenge contiene spoiler sull'episodio andanto in onda il 10 maggio negli Stati Uniti. Se non avete ancora visto la puntata e non volete rovinarvi l'attesa, vi preghiamo di non proseguire nella lettura.
Two Graves
Tutto il percorso seguito da Emily Thorne aka Amanda Clarke si potrebbe riassumere – come è stato fatto all'interno della serie stessa – con un vecchio aforisma di Confucio: "Prima di intraprendere la strada della vendetta, scavate due tombe". Un messaggio abbastanza chiaro che lascia intendere come il desiderio di rivalsa e vendetta contro qualcuno che ci ha fatto un torto non può portare ad altro che alla nostra distruzione. Vendicatore e Preda finiscono con l'iniziare una danza che porta alla distruzione dell'uno e dell'altro. Emily e Victoria sono il perfetto esempio di questo discorso. In questi quattro anno si sono fatte praticamente di tutto, e per ogni colpo inferto, c'era un colpo subito, sebbene bisogna ammettere che le colpe di Victoria molto spesso travalicavano quelle di Emily. Un esempio su tutti è il parallelismo tra il destino di Pascal e quello di Aiden. Tralasciando il fatto che ad ogni stagione Victoria scopriva di avere un grande amore – sempre diverso, prima il pittore squattrinato, poi David Clarke, poi Pascal – la matrona di casa Grayson ha sempre incolpato la sua nemesi della morte del suo amore, sebbene fosse consapevole oltre che testimone che di quell'omicidio fu responsabile suo marito Conrad. Eppure la sua rabbia cieca la portò a convincersi (e a ripetere fino allo sfinimento) che Amanda Clarke era responsabile della morte di Pascal, il che l'ha portata ad uccidere il grande amore di Emily, Aiden Mathis. Ad un occhio esterno e lucido appare evidente quanto le due colpe non si possano nemmeno paragonare: eppure è sempre stato questo il gioco di Victoria. Colpire più forte, lamentandosi però di essere stata colpita per prima. Ed Emily era sempre lì a parare i colpi, a deviarli, a prendere vendette che miravano alla giustizia più che al mero sentimento personale. Ma la vendetta è una bestia ingorda, una bestia che chiede il doppio sacrificio. Quindi, dopo aver scoperto che Victoria, per l'ennesima volta, aveva inscenato la sua morte e si era resa responsabile della morte di Ben (Ciao ciao Ben, non ci mancherai!) e dell'incidente a Jack, che viene colpito dalla sicaria assoldata da Victoria e Margaux, Emily/Amanda abbandona tutte le sue belle parole sulla giustizia e l'agonia e decide di fare da sola. Arriva così il momento cruciale che stavamo aspettando da quattro stagioni: il faccia a faccia finale tra le due protagoniste femminili dello show. Le due donne si affrontano e Victoria spinge Emily al limite, le chiede di spararle: "Sono morta tanti anni fa" le dice, con un sorriso luciferino sul volto. Amanda è pronta a sparare, finché un altro sparo riecheggia nella stanza. E' quello di David Clarke che, conscio di andare incontro alla morte, si "sacrifica" affinché sua figlia non dovesse superare un limite dal quale difficilmente sarebbe potuta tornare indietro. In qualche modo questa azione paterna ha una sua logica, ma di certo non possiamo fare a meno di pensare che Victoria, ancora una volta, sia in qualche modo riuscita ad uscire di scena alle sue condizioni, tanto che prima di spirare riesce anche a sparare ad Emily: del genere oltre il danno, la beffa. Ecco, se c'è una cosa che ci ha fatto storcere il naso è stato proprio questo: la vendetta che abbiamo inseguito, ripetuto, atteso e in parte sospettato, alla fine dei conti non c'è. Amanda rimane "pulita", nel senso che non ha mai materialmente ucciso nessuno: ma questo buonismo di fondo, serviva davvero? Il fatto è che con il suo agire – il più delle volte piuttosto legittimo – Amanda è stata suo malgrado complice di molte morti. La sua guerra ha richiesto un numero imprecisato di sacrifici: che differenza avrebbe fatto, allora, permetterle di sparare alla persona che aveva distrutto la sua vita? Dov'è questa vendetta? Sì, okay, il messaggio di fondo è chiaro: se vai fino in fondo nella vendetta perdi tutto. Ed è la stessa Amanda a dire che suo padre si era sacrificato per lei, per permetterle di andare avanti, per evitarle di andare ad occupare quella tomba che, altrimenti, avrebbe dovuto scavarsi da sola. Tutto buono e giusto, però rimane questo senso di ingiustizia da parte dello spettatore che, ancora una volta, assiste ad una sorta di vittoria ante litteram da parte di Victoria.
Now I pronounce you man and wife
Un altro elemento che stavamo aspettando più o meno dall'inizio della serie è il ricongiungimento tra Jack e Amanda, quei due bambini innocenti che giocavano sulla spiaggia non potendo neanche immaginare quello che la vita stava preparando per loro. Durante la prima stagione abbiamo tifato per questa coppia come se non ci fosse un domani e quando la vera Emily Thorne – che allora si faceva passare per Amanda Clarke – giunse a mettersi tra di loro abbiamo sentito le spire della rabbia fuori uscire da ogni singolo poro della nostra pelle. Poi è successo qualcosa che non ci aspettavamo: è arrivato Aiden Mathis. E di colpo sembrava che Emily Thorne non fosse in realtà destinata a stare con Jack, che altro non era che l'ombra di un amore infantile. Adesso c'era Aiden, l'uomo che la conosceva meglio di chiunque altro, che aveva spiato ogni cicatrice dell'anima e aveva scelto di restare. Con lui Emily era libera di essere se stessa, di parlare senza segreti. Avevano fatto un percorso insieme – quello della vendetta – che li aveva portati a stare insieme giorno dopo giorno, nonostante colpe e recriminazioni. Emily amava Aiden non perchè le ricordava la propria infanzia o un periodo puro e incantanto della sua vita; lo amava perchè semplicemente non poteva fare altrimenti, perchè standogli accanto si era innamorata senza via di fuga. Era diventato la sua ragione di vita. Poi, però, la vendetta ha reclamato il suo prezzo, ed Aiden è stato ucciso e per Emily sembrava non esserci più una ragione di esistere. Poco dopo l'omicidio Nolan, l'amico di sempre, le aveva detto "Eri la sua ragione di vita" e, tra le lacrime, Emily aveva risposto: "E io ho perso la mia". Il fantasma di Aiden è rimasto a galleggiare su di lei, tanto che ogni volta che il nome dell'uomo veniva anche solo pronunciato gli occhi della ragazza si facevano lucidi, come se non fosse stata in grado di sopportare un dolore tanto grande. Ma poi Jack è tornato in superficie e, nonostante tutto, siamo tornati a tifare per loro. Questo perchè, semplicemente, l'unico rimedio alla morte è andare avanti con la vita. Così – sebbene sia stato tutto molto affrettato – Jack e Amanda hanno avuto il loro lieto fine: si sono dichiarati l'amore che provavano uno verso l'altra, si sono sposati, e hanno "adottato" un nuovo cucciolo di Sammy, per poter portare avanti la tradizione.
Sì, la vendetta. Ma per cosa?
Ecco il punto veramente debole di questa stagione è stata quella di aver scelto di riportare indietro David Clarke dal mondo dei morti con una storia che faceva talmente tanta acqua da ogni parte che l'abbiamo quasi interamente rimossa. Il ritorno di suo padre ha, in parte, vanificato tutto il percorso di sua figlia. Perchè darsi tanta pena? Perchè sopportare tanto male? Perchè sottomettersi al dio della vendetta se David Clarke era vivo e vegeto? Queste sono le domande che hanno affollato la nostra mente mentre vedevamo quest'uomo riemergere. Poi, proprio quando eravamo riusciti a scendere a patti con questo colpo di scena ecco che esplode un'altra bomba: David Clarke è malato. David Clarke ha il cancro. David Clarke morirà, in pochi mesi. Ma, allora, sceneggiatori, che senso ha avuto farlo tornare? Per fargli vedere che brava donna era diventata sua figlia? Potevamo anche farne a meno, sapete. Per fargli giocare il ruolo principale nella morte di Victoria? Come abbiamo spiegato poco più sopra non era necessario. Perchè farlo tornare dalla morte per ucciderlo di nuovo? Ecco, questa è una delle cose veramente imperdonabili di questa ultima stagione.
E quindi?
E quindi? Cosa ne pensiamo di questo finale di serie per Revenge? Pensiamo che gli autori abbiano sperato fino alla fine in un rinnovo o qualcosa del genere. Che siano corsi ai ripari quando si sono resi conto che la storia di Amanda Clarke non sarebbe potuta andare avanti – anche perchè, diciamocelo, eravamo arrivati veramente al limite del ridicolo anche per un guilty pleausure -. La maggior parte delle questioni si sono chiuse, senza però quel pathos e quell'epicità che noi, poveri ingenui, ci aspettavamo. Tutto sembra un po' troppo arrabbatato ed anche il risvolto sentimentale con Jack sembra un po' buttato lì tanto per. Diciamo addio a Revenge e ad Amanda Clarke con un episodio sufficiente, a tratti emozionante, che però non riesce in alcun modo ad entrare nelle fila dei finali degni di questo nome.