A Good Person, recensione del dramma con Florence Pugh e Morgan Freeman
Zach Braff ('Scrubs') scrive e dirige un dramma sul lutto e sui legami familiari che affianca la stella emergente di Hollywood Florence Pugh al veterano Morgan Freeman, ancora attivissimo a 85 anni, per una storia non nuova ma intima e sincera.
di Matilde Capozio / 24.05.2023 Voto: 6/10
Arriverà da noi in anteprima su Sky e NOW il film A good person, scritto e diretto da Zach Braff, l’attore diventato famoso grazie al ruolo di J.D. nella serie cult Scrubs, che stavolta non compare come interprete ma ha scritto il copione pensando a quella che all’epoca era la sua compagna di vita, Florence Pugh, affiancandole un veterano come Morgan Freeman (che aveva già diretto in Insospettabili sospetti).
Protagonista della storia è Allison (Pugh), giovane donna che incontriamo in un momento della sua vita in cui tutto sembra andare a gonfie vele: sta organizzando il proprio matrimonio ed è entusiasta all’idea di progettare una vita al fianco dell’uomo che ama; è proprio mentre sta andando a scegliere un vestito da sposa, però, che un terribile incidente d’auto cambia tutto. Un anno dopo, Allison sta ancora soffrendo le conseguenze di quella tragedia, a livello sia fisico che psicologico, è tornata a vivere a casa di sua madre e non sembra riuscire a riemergere dalla situazione e rimettere in sesto la sua vita. È allora che il suo percorso si intreccia con quello di Daniel (Freeman), un vedovo e nonno che, proprio a causa di quell’incidente si è trovato a dover crescere da solo la nipote adolescente; insieme, Allison e Daniel cercheranno di aiutarsi a vicenda, affrontando dolore e sensi di colpa che li tormentano.
È dunque un dramma che partendo dall’idea di come a volte pochi istanti possano ribaltare completamente le vite di una o più persone, affronta così il tema del lutto ma anche dei legami familiari, come il rapporto fra genitori e figli (o fra nonni e nipoti) e quelli fra le persone che si scelgono affinché diventino la propria famiglia, ma al centro della vicenda ci sono anche le sofferenze legate all’alcolismo e alla tossicodipendenza, e quindi l’importanza di chiedere e dare aiuto quando ce n’è bisogno, di mettere in pratica comprensione, pazienza e perdono, sia verso gli altri che verso se stessi, e provare così a trarre insegnamenti positivi anche dagli eventi più drammatici, affiancando quindi la speranza al dolore.
Quello che viene messo in scena è un racconto sincero e sentito anche se a tratti diseguale: in alcuni momenti riesce a delineare caratteri e situazioni in maniera sottilmente efficace, anche nelle scene apparentemente minori (un esempio è l’incontro di Allison in un bar con due ex compagni di scuola), mentre altrove la trama cerca di farsi anche più movimentata con vicende che potrebbero aggiungere ulteriormente pathos o tensione, ma in maniera non necessaria né particolarmente d’effetto.
È comunque una storia che al dramma accosta sempre anche un filo di ironia, anche a causa della scelta di alcuni attori principalmente identificati con il loro background nelle commedie, a partire da Molly Shannon nel ruolo della madre della protagonista; l’equilibrio tra scene più dure e crude e gli attimi di leggerezza non sempre riesce alla perfezione, con alcuni argomenti che rischiano di venire trattati in modo frettoloso, così come alcuni personaggi hanno poca definizione, ad esempio lo stesso fidanzato di Allison.
Con questo film Braff ritorna nel natio New Jersey, (dove aveva già ambientato il suo debutto alla regia La mia vita a Garden State), quella realtà suburbana da cui spesso molti sognano di scappare, così diversa dalla seppur vicina Grande Mela, in cui la vita scorre in maniera più placida, domestica, ma non necessariamente tranquilla o priva di un lato più cupo.
Con una storia non proprio originalissima e un filo di retorica in alcuni simboli e metafore, A good person è un film che poggia sulle interpretazioni dei protagonisti che danno corpo ai loro personaggi feriti e imperfetti, per un risultato facilmente comprensibile e alla portata di tutti.