A Blast, la recensione
'A Blast' è un film attuale, che attraverso una famiglia greca borghese, cerca di analizzare la crisi che ha colpito il paese. Nonostante alcuni spunti interessanti, la pellicola mostra però un'aria di incompiutezza che alla fine indispettisce lo spettatore.
di Erika Pomella / 20.09.2015 Voto: 6/10
Maria (Angeliki Papoulia), a un primo sguardo, ha una vita serena. E' giovane e carina, ha un marito che ama e con il quale le cose sembrano andare a meraviglia, tre figli che la adorano e una famiglia a cui, nonostante tutto, è molto legata. Ma questa è solo la superficie: con un marito sempre lontano per via del lavoro, genitori non più al massimo della forma e una sorella con cui i litigi sono all'ordine del giorno, Maria quasi non crede ai propri occhi quando, con il suo negozio, si trova all'interno della crisi greca, con debiti che rischiano di risucchiarla. A questo punto la donna dovrà fare di tutto per salvare se stessa e le persone che ama.
Il regista greco Syllas Tzoumerkas dirige una pellicola fortemente attuale, nelle intenzioni, che esce all'indomani dell'esplosione della "questione" greca, quando la bancarotta nazionale ha costretto un popolo a cambiare volto e a scendere a patti con politiche e necessità. Con una struttura temporale altalenante, smarrita tra un passato fatto di medio borghesia e comodi fronzoli e un presente di lotta e sacrificio, il regista però non riesce mai a dire la sua impronta finale. La sensazione che se ne ha è quella di un proverbiale vorrei, ma non posso. In altre parole lo spettatore è portato a percepire lo sforzo di Tzoumerkas di parlare, attraverso la via prediletta di una famiglia, dei problemi che sta attraversando il suo paese, ma alla fine dei conti quello che resta nelle mani del pubblico è un film dall'equilibrio sbilanciato, a tratti ridondante, privo di quell'incisività che lo avrebbe elevato ad un grado più alto.
A Blast, infatti, non è affatto un brutto film. Si lascia guardare senza sforzo e alcune scelte registiche – i continui movimenti, il continuo insistere su corpi e intrecci di carne – sono assolutamente da encomiare. Così come è da encomiare la protagonista, Angeliki Papoulia, che è il vero motore della pellicola, figura evanescente e ossessionata che regge sulle sue spalle non solo il destino del film, ma – in qualità di Maria – anche quello della sua famiglia. Maria è una donna spaccata a metà: una quasi-madre, una quasi-figlia, un essere informe che tende ad un'identità compatta che difficilmente raggiungerà. E' una non-sposa, costretta lontana dal marito e, al tempo stesso, costretta a prenderne il ruolo quando le cose cominciano a mettersi veramente male. Ma al di là di queste qualità, A Blast mantiene comunque un'aurea di incompiutezza, come se a metà del discorso il regista avesse perso il filo dei propri pensieri e quei salti temporali, alla fine, spiazzano lo spettatore, costringendolo a perdersi e, dunque, ad annoiarsi.