Jaquot alterna dolcezza e tragedia in un thriller sentimentale che, anche con uno schema classico, caratterizza e delinea bene le differenze e le posizioni dei vari personaggi collocati perfettamente nella contemporaneità.
Tempo di melò alla mostra del cinema di Venezia con Benoit Jacquot che porta al lido 3 coeurs, dramma sentimentale in concorso nella Selezione ufficiale, che vanta fra i suoi interpreti la crème del cinema francese: dall'imponente Catherine Deneuve alla figlia Chiara Mastroianni fino alla coraggiosa e versatile Charlotte Gainsbourg presente al Festival di Venezia 2014 anche con la long version di Nymphomaniac. Jaquot cerca il film di genere e si ispira dichiaratamente alla migliore tradizione: La donna proibita di John Stahl, Un grande amore e Un amore splendido di Leo McCarey e, naturalmente, Douglas Sirk di cui ricorda (fosse anche solo per una questione di citazionismo e simbologie) Magnifica ossessione e Lo specchio della vita.
Marc (Benoît Poelvoorde) e Sylvie (Charlotte Gainsbourg) si incontrano un giorno per caso in un paese della provincia francese, lui ha perso il treno e lei si offre di aiutarlo a trovare un albergo. I due passeggiano insieme tutta la notte parlando di qualunque cosa tranne che di loro stessi, poi senza sapere i rispettivi nomi e senza scambiarsi nemmeno un contatto telefonico decidono di rivedersi al giardino delle Tuileries a Parigi, appuntamento al quale Marc però non riuscirà ad arrivare in tempo. Successivamente l'uomo conosce Sophie (Chiara Mastroianni) di cui si innamora e che sposa per scoprire solo successivamente che si tratta della sorella di Sylvie.
Marc, Sylvie e Sophie sono i 3 cuori della storia, il triangolo umano che si compone e scompone, tremando pericolosamente per la sua fragilità, fino alla fine della narrazione. Jaquot alterna poeticamente dolcezza e tragedia costruendo un thriller sentimentale che sebbene si avvalga di uno schema classico caratterizza e delinea bene le differenze e le posizioni dei vari personaggi collocati perfettamente nella contemporaneità. 3 coeurs attualizza il genere, ne attinge a piene mani e lo rende presente, trasformando ad esempio l'iconicità della scena del pasto in un condensato di tensioni moderne in cui emergono e si sviluppano i rapporti intra ed extra familiari. Utilizza la voce narrante per distaccarsi dall'intensità del punto di vista dei suoi protagonisti con riflessioni che universalizzano il racconto e sottolineano la fatalità della vita echeggiando quasi Godard. Attraverso l'insicurezza di Sophie, la sfuggente inafferrabilità di Sylvie, la rassegnata consapevolezza della loro madre (Catherine Deneuve) e lo struggimento interiore di Marc Jaquot analizza con sensibilità e senza troppo patetismo le sfaccettature dell'animo umano, quelle di un classico dramma raciniano che seppur già visto conserva pur sempre una certa godibilità.
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