Alessandro Gassman
Alessandro Gassman

Razzabastarda, Gassman regista e clandestino


Alessandro Gassman debutta alla regia con Razzabastarda dove è protagonista come clandestino; dal 18 aprile al cinema con anche Manrico Gammarota, Sergio Meogrossi, Matteo Taranto, Madalina Ghenea, Michele Placido, Giovanni Anzaldo.

Razzabastarda è un adattamento della piece teatrale “Cuba and his Teddy Bear” che racconta la storia toccante di un rapporto d’amore irrisolto tra un padre, spacciatore di eroina, ed un figlio tossicodipendente. Il film, al cinema da giovedì 18 aprile distribuito da Moviemax, parla il linguaggio della strada ed ha dimostrato in teatro, con il titolo “Roman e il suo Cucciolo”, di poter colpire profondamente il pubblico e la critica.

“L’adattamento cinematografico curato da Vittorio Moroni dimostra che il mezzo filmico si adatta perfettamente a questa storia, entrando nelle pieghe più intime dei due protagonisti e raccontando il loro”mondo” così brutalmente attuale.”, racconta il regista Alessandro Gassman. “Vedendo il film la sensazione piu’ strana, ma allo stesso tempo eccitante e sorprendente, è stato vedere che è esattamente come me lo ero immaginato. Questo e’ stato possibile grazie al coraggio della produzione che ringrazio, ma soprattutto ad una troupe totalmente coinvolta, di talento, che mi ha assecondato dandomi sicurezza e coraggio. Ho lavorato in totale libertà, senza mai tirare il freno e se questo film vi farà emozionare, sorridere, vorrà dire che quella visione, non “mediata”dal mezzo filmico, e’ riuscita, grazie al lavoro di tutti. Per me è stato davvero come vedere un sogno realizzarsi.”

In Razzabastarda, Roman (Alessandro Gassman) è un migrante rumeno giunto in Italia trent’anni fa. La sua esistenza non è riuscita a districarsi dai giri dello spaccio di cocaina e dagli ambienti della piccola delinquenza. Ma Roman ha un sogno a cui non è disposto a rinunciare per niente al mondo: dare a suo figlio Nicu (Giovanni Anzaldo), che ha allevato senza madre, un’esistenza diversa e migliore. Ma può davvero un ragazzo che ha respirato fin dal suo primo vagito quell’ambiente e quelle dinamiche desiderare di essere qualcosa di diverso?

Roman è arrivato clandestinamente in Italia 20 anni fa, in fuga con sua madre da Ceausescu e dalla miseria. Vive nella periferia di Latina, ha una casa abusiva, un magazzino disordinato, un vecchio cane e nessuna moglie. Quella che aveva l’ha lasciato 18 anni fa. Roman spaccia coca ed è cocainomane. Roman però ha qualcuno nella sua vita che conta più di tutto: Nicu, il suo unico figlio diciottenne, il suo “cucciolo”. è per lui che vorrebbe smettere con la droga, è per lui che non ha smesso: per farlo crescere, per dargli un’istruzione, dei vestiti buoni, un avvenire. Roman vuole che suo figlio cresca diverso da lui, a suo modo ha dato la vita per questo, vuole che stia fuori dalla droga. Roman è ossessionato dai pensieri di suo figlio, vorrebbe una sonda per potersi calare nel suo cervello e scrutarli, controllarli, orientarli. Eppure li divide un’enorme distanza. Roman è alto, imponente, autoritario, manesco, istintivo, irruento. Ha una dolcezza animalesca e slanci impetuosi di affetto che possono trasformarsi nel giro di qualche istante in qualcosa di minaccioso e impulsivo. Ma Roman è soprattutto un padre.

Nicu (18 anni) è l’unico figlio di Roman. Sua madre non l’ha mai conosciuta. Il mondo di Nicu è stato sempre e solo Roman. Nicu adora suo padre, perché gli riconosce il merito di non averlo abbandonato. Eppure Roman è anche il più grande freno alla crescita di Nicu. Nicu è fragile, delicato, ha ferite profonde ed enormi insicurezze. Per questo è disposto a mettere in discussione tutti i suoi valori. Pur di avere affetto, comprensione, riconoscimento autentico.

Geco, di origine pugliese, è per Roman l’amico fraterno, il socio d’affari, il compagno di baldorie regressive e infantili nonostante i diverbi frequenti e l’autoritarismo dominante di Roman. Geco è pacifico, odia i drammi e ama il quieto vivere. Indolente, cialtrone, vigliacco, è per Nicu una sorta di zio. Geco senza Roman non potrebbe mai vivere.

Talebano è un tossicodipendente, colto, intelligente, seduttivo: un tuttologo. Per la verità la sua cultura è piuttosto raffazzonata, fatta di citazioni tratte dalle fonti più disparate, un sincretismo di mille cose conosciute approssimativamente, ma su Nicu ottiene grande effetto. Ne diventa il mentore ma Talebano non è che un fallito incattivito. Da Nicu riceve il rispetto e la venerazione che il mondo gli ha negato. Ma a Talebano non basta.

L’Avvocato Silvestri è per Roman una speranza concreta per Nicu, l’esempio vivente di un figlio d’immigrato che ce l’ha fatta. Figlio di una donna bulgara dedicatasi alla prostituzione pur di mantenerlo, e di un italiano che lui stesso non considera, l’Avvocato scelse da ragazzo la via del riscatto sociale tenendo sempre a mente da dove era partito. Roman chiederà il suo aiuto per dare fiducia a Nicu e convincerlo del valore delle proprie origini a prescindere dai pregiudizi.

Dragos è un caro amico di Roman. Rumeno e fiero delle sue origini, Dragos è un ragazzo spocchioso ed esuberante. Quello della violenza è un linguaggio che conosce molto bene tanto da tenere testa allo stesso Roman. Proprietario di una discoteca in cui ha organizzato anche un giro di prostituzione, arrogante e prepotente mal tollera chi cerca di nascondere o rinnegare le proprie origini. Non manca occasione per ricordare con veemenza il valore e il privilegio di fare parte della razza rumena scontrandosi con il lassismo di Roman e la fragilità di Nicu.

Dorina è una donna dalla bellezza magnetica. Una splendida rumena dallo sguardo spento. Fidanzata di Dragos e da lui costretta alla prostituzione, è una ragazza sensibile ed istruita. Vittima di un sistema che le impedisce di riscattarsi e di dimostrare il suo vero valore attirerà le attenzioni di Nicu che si identificherà in lei e da lei si sentirà compreso. Quando Nicu si sentirà tradito sarà Dorina stessa, in qualche modo, a dimostrargli il valore profondo dei rapporti.

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