RAI, Sky e Mediaset per il trentennale della caduta del muro di Berlino
Per celebrare i 30 anni dalla caduta del muro di Berlino, Rai, Sky e Mediaset proporranno numerosi approfondimenti e speciali.
di Redazione / 05.11.2019
Era il simbolo della "cortina di ferro", la divisione ideologica, politica ed economica che, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ha spaccato l'Europa in due. Per 28 anni ha diviso a metà una città e, metaforicamente, anche una nazione e un continente. Il 9 novembre 1989 è finalmente crollato sotto i colpi di una rivoluzione pacifica, che ha cambiato per sempre la storia dell'Europa. Per celebrare i 30 anni dalla caduta del muro di Berlino, Rai, Sky e Mediaset proporranno sulle proprie piattaforme numerosi approfondimenti e speciali.
RAI per il trentennale della caduta del muro di Berlino
Il crollo di un muro, la fine di un'era. A trent'anni dalla caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre 1989, Rai racconta quei giorni con una programmazione dedicata su tutte le reti e testate tv e sul web.
Sabato 9 novembre, Rai1 inizierà a parlarne in "Unomattina in famiglia" alle 8.45, mentre sarà 'Passaggio a Nord Ovest' – condotto da Alberto Angela a partire dalle 15.00 – a proporre ai telespettatori un approfondimento attraverso documenti storici e testimonianze dirette dei protagonisti. In primo piano la storia di quel muro, nato nella notte tra il 12 e il 13 agosto del 1961: un evento che ha separato il mondo e l'Europa in due blocchi fino al suo abbattimento, avvenuto 28 anni dopo. Grazie a una grafica in HD, inoltre verrà ricostruita la "geografia" delle due barriere che dividevano la Germania dell'Est dalla Germania dell'Ovest fino al 1989.
Rai2 ha già iniziato a raccontare la caduta del muro di Berlino da lunedì 4 novembre in "Povera patria", alle 00.15, mentre ne 'I fatti vostri' di venerdì 8 novembre (ore 11.10) si ritornerà sul tema con storie raccontate dal vivo. Importante l'appuntamento con il Tg2 Dossier di sabato 9 novembre alle 23.30, che sarà interamente dedicato alla nascita (e alla caduta) del muro di Berlino.
Su Rai3, in "Quante storie" in onda mercoledì 6 novembre alle 12.45, Ezio Mauro presenterà il suo libro 'Anime gemelle – Cronache dal muro di Berlino'. Sulla stessa rete – venerdì 8 novembre alle 15.25 – il documentario de 'La Grande Storia' dal titolo 'La caduta del muro di Berlino' ricostruirà la giornata del 9 novembre 1989. E sarà ancora Rai3 a proporre, alle 21.15, il documentario "1989 Cronache dal Muro di Berlino" di Rai Cinema condotto da Ezio Mauro che racconterà la storia del Muro di Berlino, indagando su quello che ha significato quella striscia di cemento e filo spinato lunga 155 chilometri nella vita delle persone comuni, ma anche nella politica internazionale. Le proposte di Rai3 sull'anniversario del crollo del Muro, il 9 novembre, termineranno con il documentario 'Il giorno della libertà: a 30 anni dalla caduta del muro di Berlino', in onda a mezzanotte e trenta.
Nella prima serata di Rai Movie, invece, spicca il film vincitore dell'Oscar 2007, alle 21.10: "Le vite degli altri" con la regia di Florian Henckel von Donnersmarck. A seguire il lungometraggio 'La scelta di Barbara'.
Per Rai Cultura, Rai Storia già da domenica 3 novembre dedica alla ricorrenza uno spazio quotidiano, alle 19.00, con "Vento dell'Est" che racconta gli eventi che riportarono la democrazia in Polonia, Ungheria, Germania Est, Bulgaria, Romania e in Urss. Un'epopea ricostruita grazie al materiale Rai, per rivivere la cronaca di quegli storici cambiamenti del 1989. Il 6 novembre alle 17.00 è la volta di ''09/11/1989 Il giorno in cui cadde il muro', e, lo stesso giorno alle 21.10 'L'ombra del muro', un doc in due parti che si sviluppa a partire dagli anni della costruzione del Muro di Berlino nel 1961, fino all'abbattimento 28 anni dopo. Nella prima parte – "Vite recluse' sarà" – il documentario ruota intorno al sistema carcerario della DDR mentre nella seconda – "Vite spiate" – racconta la vita a Berlino ai tempi del Muro. Spazio alla ricorrenza anche in "Il giorno e la Storia", in onda più volte durante la giornata dell'anniversario.
Ancora ricordi, ricostruzioni e storie di vita vissuta tra l'11 e il 15 novembre con l'inizio della nuova stagione di "Passato e Presente", il programma di Rai Cultura condotto da Paolo Mieli in onda alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Le prime cinque puntate sono dedicate al trentennale della caduta del muro di Berlino: a partire da quel fatidico novembre del 1989 in Germania, il racconto approfondisce le storie di cinque Paesi per i quali quel passaggio ha significato la fine di un'epoca e l'inizio di una fase completamente nuova, con tutte le speranze e le contraddizioni che l'hanno caratterizzata. Ospiti di Paolo Mieli saranno i professori Giovanni Sabbatucci, Krystyna Jaworska, Ernesto Galli Della Loggia, Marcello Flores e Adriano Roccucci.
Sempre sabato 9 novembre, Rai5 porta i telespettatori a teatro per "Il Muro – Die Mauer" in prima visione alle 21.15. Uno spettacolo che si snoda attraverso reali testimonianze frutto di un'inchiesta giornalistica sul campo. Ampio spazio alla ricorrenza sul portale RaiCultura.it che, in occasione del 30° anniversario della caduta del Muro di Berlino realizzerà uno "speciale" con Rai Teche e materiali d'archivio, articolato in tre sezioni dedicate al Crollo del Muro e alle rivolte a Est: a Budapest, a Praga, e in Polonia.
Tutte le testate giornalistiche della Rai dedicheranno un ampio spazio alla ricorrenza nelle diverse edizioni di Tg e Gr. L'edizione di venerdì 8 novembre di 'Telegram', su Rainews24 alle 18, è condotta da Berlino dal direttore Antonio Di Bella mentre il 9 novembre viene proposta in onda una edizione speciale dello stesso programma.
L'offerta online di RaiPlay, infine, propone già "Berlino '89, cronache dal crollo", un'antologia tratta dalle Teche Rai, e – tra il 6 e l'8 novembre – il film in nomination all'Oscar 2006 "La caduta: gli ultimi giorni di Hitler", una selezione di pellicole sul secondo conflitto mondiale, e la serie tv tedesca "The Same Sky" che racconta una storia di spionaggio nella Berlino ancora divisa dal muro.
Sky per il trentennale della caduta del muro di Berlino
Sky TG24 ricorderà il trentesimo anniversario della caduta del muro con "Berlino89", una programmazione dedicata a partire da lunedì 4 novembre fino a sabato 9 novembre 2019. Per raccontare l'evento che cambiò la storia mondiale, ogni giorno saranno proposte interviste, come quella a Lech Walesa, capo di Solidarnosc, ex presidente della Polonia e premio Nobel per la pace, e reportage dai luoghi simbolo della divisione tra Ovest e Est. Tra questi un itinerario in autobus tra ricordi e presente, a cura di Nino Spampinato, nelle città della cortina di ferro, il racconto di Lilliana Faccioli Pintozzi degli altri "muri caduti", come gli scioperi nei cantieri navali e gli accordi di Danzica e il picnic della libertà in Ungheria, e un viaggio di Marzio Mian lungo L'Elba, il fiume che attraversa la Germania e scorre anche su l'ex confine, dove è possibile vedere ancora grandi differenze tra i due territori. Per tutta la settimana, inoltre, la giornalista di Sky TG24 Tiziana Prezzo sarà inviata in Germania per raccogliere le testimonianze dei tedeschi tra cui anche quelle sulla "ostalgie", il sentimento nostalgico sviluppatosi nei primi anni '90 nella Germania orientale a seguito della scomparsa della DDR e in alcuni casi ancora presente nei cittadini di quella parte di Germania. Venerdì 8 novembre alle 19.15 andrà in onda "Berlino 89: cronache dal muro", uno speciale a cura di Renato Coen che, con un suggestivo racconto attraverso la realtà aumentata, ricostruirà la storia del giorno della caduta del muro di Berlino. Sabato 9 novembre, dalle 18 alle 20, la testata all news dedicherà al giorno dell'anniversario dell'evento uno speciale, condotto da Luigi Casillo, con ospiti, collegamenti e approfondimenti. In campo anche il sito skytg24.it – con uno speciale ricco di contenuti dedicati, fotogallery e approfondimenti – e i canali social di Sky TG24. Tra gli approfondimenti digital anche un podcast di Nicola Ghittoni sulla musica di quegli anni, realizzato con Radio24.
Anche Sky Sport 24 prevederà un avvicinamento all'anniversario del Muro di Berlino con appuntamenti quotidiani a partire da lunedì 4 novembre. Alcuni dei volti e delle voci più conosciute di Sky Sport racconteranno cosa ha significato per lo Sport il muro: dall'atletica al ciclismo al calcio. Da giovedì sarà in onda su Sky Sport Giorgio Porrà con una puntata speciale de "L'Uomo della domenica", dal titolo "Berlino 1989", che prende spunto dal primo derby di Berlino in Bundesliga per raccontare l'evoluzione della città a livello sportivo, sociale a culturale a trent'anni dalla caduta del muro.
Sky Arte realizzerà, nella giornata del trentennale, una programmazione dedicata: il 9 novembre alle 21.15 sarà in onda Berlino Est Ovest, un documentario in due parti con Manuel Agnelli. La regista Enza Negroni scopre a Bologna, dopo decenni 50 ore di video inediti e originali filmati a Berlino negli anni 80'. Le cassette sono state girate da un bolognese manager musicale e organizzatore di concerti, Maurizio Stanzani, durante un viaggio con un operatore e una giornalista. Lo stesso viaggio viene ripercorso oggi, a trent'anni dalla caduta del muro, da Manuel Agnelli che cercherà un filo rosso fra questo sorprendente archivio degli anni 80 e la Berlino di oggi, erede di quella strana e ormai dimenticata città chiamata Berlino Ovest.
Alle 18.45 sarà proposto Hansa Studios, Da Bowie agli U2 – La musica ai tempi del Muro, la storia dei leggendari studi di registrazione di Berlino. Alle 20.15 andrà in onda Free to Rock, in cui il regista Jim Brown indaga come il rock & roll abbia decretato la fine della guerra fredda, abbattendo anche con la musica la cortina di ferro. Tra gli intervistati, Bruce Springsteen, Billy Joel e i Metallica. Alle 23.55 infine sarà la volta di Soundtracks – Canzoni che hanno fatto la storia – Il muro di Berlino, un viaggio nella musica che ha accompagnato gli anni della costruzione e dell'abbattimento del muro di Berlino.
Sky Atlantic proporrà le maratone delle serie Deutschland 83 e Deutschland 86. Deutschland 83 sarà in onda domenica 3 novembre dalle ore 12:00, mentre domenica 10 novembre dalle 12 sarà la volta di Deutschland 86. Le due serie hanno saputo ricostruire gli anni immediatamente precedenti il crollo del muro, quando la Guerra Fredda raggiunse il suo culmine, descrivendone non solo gli aspetti politico-militari ma anche lo spirito di quei tempi, compreso il senso di spaesamento che coglieva chi riusciva ad attraversare la cortina di ferro ed entrava nel mondo occidentale.
Su History infine la programmazione speciale Berlino, oltre il muro, in onda da venerdì 8 a domenica 10 novembre alle 21.00. Tra i documentari proposti: La notte più lunga, in onda venerdì 8 alle 21.00, la storia di come venne costruito nell'estate del '61 il muro, lasciando di sasso non solo i cittadini di Berlino, ma tutto il mondo; Berlino: fuga per la libertà, sabato 9 alle 21.00, un racconto di come fosse possibile e quanto fosse difficile superare il Muro di Berlino, con il racconto di testimoni, ex-membri della Stasi e ufficiali della sicurezza; In fuga dal muro di Berlino, domenica 10 alle 21.00, con le storie di chi ha cercato di attraversarlo per fuggire; Guerra Fredda, domenica 10 alle 21.50, uno speciale che spazia dal gigantesco ponte aereo alleato del 1948 per contrastare il blocco sovietico della città tedesca alla riunificazione della Germania, ricostruendo nel dettaglio il conflitto tra le superpotenze USA e URSS che ha segnato la seconda metà dello scorso secolo.
"L'UOMO DELLA DOMENICA – DISCORSO SU DUE PIEDI"
BERLINO 1989 – L'INGANNO DEL MURO
Trent'anni dopo la caduta del muro di Berlino, Sky Sport rielabora nel suo percorso narrativo i tanti avvenimenti di quel 1989 tra calcio, politica e società. Venerdì 8 novembre, alle 19.45 su Sky Sport Serie A e alle 22.30 su Sky Sport Uno va in onda la terza puntata stagionale de "L'uomo della domenica" di Giorgio Porrà, che ripercorre le vicende di quell'anno speciale.
Un anno, quello del 1989, che ha visto crollare molti muri anche nel mondo dello sport, alcuni dei quali nessuno ha mai più rialzato. La notte del 9 novembre 1989 il muro di Berlino trascinò con sé le macerie di regimi totalitari e ideologie in agonia. Quel muro crollato fu eletto a simbolo della fine di tutte le barriere. Fu solo un dolce, potentissimo inganno. Oggi siamo in una nuova età dei muri, dei troppi muri. Ma quello che accadde nell'89, stagione segnata da grandiosi sconvolgimenti, rappresenta una memoria troppo preziosa per lasciare che si disperda. Nell'appuntamento con Porrà, riferimenti cinematografici, musicali e letterari andranno a impreziosire una ricostruzione storica appassionante di quell'anno irripetibile per lo sport e la politica del continente.
"L'uomo della domenica – BERLINO 1989 – L'INGANNO DEL MURO" si trova disponibile On Demand e su Sky Go.
Alcune citazioni dalla puntata:
"Nick Hornby ha intercettato qualcosa di nuovo nel rapporto tra calcio e letteratura scrivendo un libro di una modernità abbastanza sconvolgente. Ed è vero che dopo Nick Hornby non ci furono più problemi e ci sono stati altri grandissimi scrittori. Hornby ha aperto una strada." – Sandro Veronesi
"Qualcuno deve fare il primo passo e chi lo fa cambia il mondo. Come Dick Forbury nel salto in alto, che ha inventato una tecnica regalava parecchi centimetri, anche se non è stato uno dei più grandi saltatori della storia. Invece Sacchi è uno di quelli cui è toccato far fare un passo avanti al calcio italiano, ma non solo: lui, la sua squadra, il Milan, i giocatori che allenava, sono diventati un pezzo di storia." – Sandro Veronesi
"Io tifavo per la Germania Ovest, che mi è sempre piaciuta e se potevo stavo dalle parti di quelli dove c'era la libertà. Poi non mi piaceva il fatto che ci fosse un alone di mistero sull'Europa dell'est, non mi piaceva il fatto che corressero più degli altri, che avessero più resistenza, che ci fosse un evidente squilibrio, si pensi per esempio allo sport femminile." – Walter Veltroni
"E' stata una cosa epocale, alcune sequenze della caduta del muro le ho messe in Educazione siberiana, le sequenze reali. Ha un valore simbolico enorme, soprattutto oggi lo acquista ancora di più." – Gabriele Salvatores
"La DDR era un fenomeno terribile perché era un paese che era una fabbrica di medaglia, usavano lo sport per migliorare la loro immagine all'estero. Per due motivi avevano tanti campioni: il primo era il doping, il secondo la non-libertà. L'allenatore della loro nazionale di pallavolo mi disse che era lo stato a decidere che sport avrebbe fatto un ragazzino dotato e non l'allenatore o la famiglia. E se lo mandano a fare atletica è perché basta un solo talento per ottenere una medaglia. Infatti la DDR era forte negli sport individuali e meno in quelli di squadra." – Julio Velasco
"L'UOMO DELLA DOMENICA – DISCORSO SU DUE PIEDI"
BERLINO 1989 – L'INGANNO DEL MURO
Venerdì 8 novembre 2019:
Sky Sport Serie A, ore 19:45 e 23:30
Sky Sport Uno ore, ore 22:30
Sky Sport Football, ore 23:00
Sabato 9 novembre 2019:
Sky Sport Uno, ore 13:00 e 00:00
Sky Sport Serie A, ore 14:00 e 23:30
Domenica 10 novembre 2019:
Sky Sport Uno, ore 12:00 e 19:30
Sky Sport Serie A, ore 13:30
Sky Sport Football, ore 14:00 – 23:00
Mediaset per il trentennale della caduta del muro di Berlino
"Berlino 9-11-89: fine della Guerra Fredda" è la rassegna-evento di "Focus" in onda per cinque giorni consecutivi – da martedì 5 a sabato 9 novembre – in prima, seconda serata e day-time.
La rete tematica free Mediaset al 35 del telecomando, dedicata alla divulgazione e diretta da Marco Costa, partendo da un evento che trent'anni fa ha cambiato l'assetto geopolitico dell'Europa (e non solo), la caduta del Muro di Berlino, concentra l'attenzione sul periodo storico conosciuto come Guerra Fredda, caratterizzato dalla contrapposizione tra Stati Uniti e URSS.
Quel 9 novembre 1989, un normale giovedì, segna la vita di chi allora era già adulto. Mentre, per i più giovani, la data rischia di essere solo un episodio da libri di storia. Ecco perché "Focus" ha deciso di raccontare la caduta del Muro – una pagina di vita con un forte impatto emotivo, sociale e culturale, non solo su Berlino e l'Europa, ma anche sul resto del mondo – e la Guerra Fredda.
Il palinsesto speciale di "Focus" propone oltre 25 ore di programmazione su misura, intitolate alla stagione in cui lo spettro della guerra nucleare ha garantito all'Europa oltre 40 anni di pace.
Dai migliori documentari realizzati nel mondo – con cinque ore di immagini inedite – ad approfondimenti autoprodotti, fino alla miniserie con Kim Rossi Stuart Il tunnel della libertà. Elementi centrali della rassegna, quindi, lo speciale Base Tuono, un mistero della Guerra Fredda ed i documentari in prima visione assoluta Berlino: fuga per la libertà, Broken Arrows: le atomiche perdute, ai tempi della Guerra Fredda e Korean War.
BASE TUONO, UN SEGRETO DELLA GUERRA FREDDA
Base Tuono, un segreto della guerra fredda è un programma scritto da Claudia Giammatteo a cura di Massimo Polidoro, in cui il divulgatore guida il telespettatore alla scoperta dei segreti militari di Base Tuono (Folgaria, Trento), una delle 12 aree missilistiche dislocate dalla NATO, tra Anni '60 e '70, ai confini Nord-Orientali d'Italia, nella convinzione che potesse avvenire un'invasione da parte degli eserciti del blocco comunista.
Oggi Base Tuono è un'area museale, che ha mantenuto tutte le dotazioni militari dell'epoca e costituisce il solo museo europeo dedicato alla Guerra Fredda.
Il racconto di come si viveva e lavorava alla base, e di come gli armamenti in dotazione dovessero essere manutenuti e fatti funzionare, dovendo costantemente garantire elevati livelli di allerta per possibili intrusioni nemiche nello spazio aereo italiano, si sviluppa in parallelo con la storia degli oltre 40 anni di Guerra Fredda, che viene narrata da tre storici: il generale dell'Aeronautica Militare Italiana Basilio De Martino, il professor Gregory Alegi della LUISS di Roma, e il professor Mireno Berrettini dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Partendo dalle ragioni ideologiche, politiche, militari ed economiche che determinarono la chiusura della cosiddetta Cortina di Ferro, i tre esperti ricostruiscono i principali momenti di tensione tra USA e URSS, per approfondire infine il processo che ha portato alla dissoluzione dell'URSS e alla caduta del Muro di Berlino.
Il professor Alegi, inoltre, dà conto di un altro luogo-simbolo della Guerra Fredda: il bunker antiatomico del Monte Soratte, a circa 60 chilometri da Roma. Un rifugio progettato (e mai terminato) al tempo del fascismo, che – negli Anni '60 – venne riorganizzato per ospitare, in caso di attacco nucleare, il Presidente della Repubblica e il governo italiano.
Polidoro, con l'ausilio di storici del Novecento e di esperti di strategie militari e storia degli armamenti, approfondisce i seguenti temi: Quali funzioni aveva Base Tuono? In quale contesto storico e politico è stata progettata e ha operato? Di quali dotazioni missilistiche disponeva? Come era organizzata? Che cosa vi sarebbe avvenuto, in caso di attacco sovietico? Che cosa sarebbe accaduto nell'intero Nord Est, in caso di invasione sovietica? Qual era la procedura d'ingaggio per i missili di Base Tuono? Qual era la loro struttura? Come funzionavano? In quanto tempo potevano approssimarsi al bersaglio, ma soprattutto: chi e come ve li indirizzava? Da quali misure di sicurezza era protetta la base? Com'era il rapporto tra i militari della base e la popolazione locale? Quali leggende sono fiorite attorno a Base Tuono e alle attività che vi si svolgevano? Quando e perché Base Tuono è stata smantellata? Quando e perché è diventata l'unico museo europeo dedicato alla Guerra Fredda?
BERLINO: FUGA PER LA LIBERTÀ
Il documentario spiega le ragioni storiche, politiche e militari della divisione di Berlino tra Est e Ovest, e della costruzione del Muro ad opera della DDR, nel 1961 e 1962, dietro ordine di Mosca, a maggior gloria del comunismo e per evitare che i berlinesi dell'Est fuggissero all'Ovest.
BROKEN ARROWS: LE ATOMICHE PERDUTE, AI TEMPI DELLA GUERRA FREDDA
Il documentario ricostruisce alcuni incidenti aerei occorsi durante gli Anni '50 e '60 a bombardieri americani con testate nucleari, approfondendone cause, modalità di recupero degli ordigni e la cortina di segretezza stesa sugli avvenimenti.
KOREAN WAR
Il documentario racconta con immagini originali tutte le fasi della guerra combattuta tra il 1950 ed il 1953 fra gli Stati Uniti e le due Coree.
BERLINO 9-11-89: FINE DELLA GUERRA FREDDA | PROGRAMMAZIONE GUERRA FREDDA
5 NOVEMBRE
21:15 Il tunnel della Libertà | miniserie | di Enzo Monteleone | con Kim Rossi Stuart
23:30 Berlino: fuga per la Libertà | documentario | prima visione assoluta
6 NOVEMBRE
21:15 Base Tuono, un mistero della Guerra Fredda | prodotto originale
22:15 Macchine da combattimento: Guerra Fredda, verso la totale distruzione | documentario
23:15 Korean War | ep. 1 | documentario | prima visione assoluta
7 NOVEMBRE
15:00 Berlino: fuga per la Libertà | documentario
16:00 Il tunnel della Libertà | miniserie | di Enzo Monteleone | con Kim Rossi Stuart
21:15 Broken Arrows: le atomiche perdute, ai tempi della Guerra Fredda ep.1 | documentario | prima visione assoluta
22:15 Broken Arrows: le atomiche perdute, ai tempi della Guerra Fredda ep.2 | documentario | prima visione assoluta
23:15 Korean War | ep. 2 | documentario | prima visione assoluta
8 NOVEMBRE
15:30 Guerra Fredda, verso la totale distruzione | documentario
16:30 Korean War | ep. 1 | documentario
17:30 Korean War | ep. 2 | documentario
9 NOVEMBRE
15:30 Base Tuono, un mistero della Guerra Fredda | prodotto originale
16:30 Broken Arrows: le atomiche perdute, ai tempi della Guerra Fredda ep.1 | documentario
17:30 Broken Arrows: le atomiche perdute, ai tempi della Guerra Fredda ep.2 | documentario
18:30 Navi da combattimento della Guerra Fredda | documentario
19:30 Macchine da combattimento: lo spettro della guerra nucleare | documentario
20:30 Berlino: fuga per la Libertà | documentario 17:30 Broken Arrows: The Lost Bombs of The Cold War ep.2 | documentario
23.00 Muro di Berlino | speciale TG5 | a cura di Roberto Olla 18:30 Navi da combattimento della Guerra Fredda | documentario
24.00 Aerei da combattimento: banditi, segreti, spie | documentario 00:10 Navi da combattimento della Guerra Fredda
01.00 The Farewell File | ep. 1 | documentario 1:15 film dedicato
02.00 The Farewell File | ep. 2 | documentario 1:15 film dedicato
GUERRA FREDDA
QUANDO: tra il 1947 e il 1991;
DOVE: Europa, Africa, Asia, America Latina;
PERCHÉ: per la riorganizzazione del potere dopo la II Guerra Mondiale;
CONSEGUENZE: dissoluzione dell'Unione Sovietica; caduta del Blocco Orientale; fine della sfera d'influenza dell'URSS; riunificazione della Germania.
CRONOLOGIA
• I Guerra Fredda (1947-1953)
• Containment e Dottrina Truman
• Piano Marshall e colpo di Stato cecoslovacco
• Cominform e la rottura Tito-Stalin
• Blocco di Berlino e ponte aereo
• Inizio della NATO e della Radio Free Europe
• Guerra civile cinese e SEATO
• Guerra di Corea
• Crisi ed escalation (1953-62)
• Chruščëv, Eisenhower e destalinizzazione
• Patto di Varsavia e Rivoluzione ungherese
• Ultimatum di Berlino e integrazione europea
• Competizione nel Terzo Mondo
• Scissione sino-sovietica
• Corsa allo spazio
• Rivoluzione cubana e l'invasione della Baia dei Porci
• Crisi di Berlino del 1961
• La crisi dei missili cubani e la cacciata di Chruščëv
• Confronto attraverso la distensione (1962-1979)
• Ritiro francese dalla NATO
• Invasione della Cecoslovacchia
• Dottrina Brežnev
• Escalation nel Terzo Mondo
• Il riavvicinamento sino-americano
• Nixon, Brežnev e distensione
• Deterioramento delle relazioni alla fine degli Anni Settanta
• II Guerra Fredda (1979-85)
• Guerra sovietica in Afghanistan
• Reagan e Thatcher
• Movimento polacco di solidarietà e legge marziale
• Questioni militari ed economiche sovietiche e statunitensi
• Anni finali (1985-91)
• Le riforme di Gorbačëv
• Miglioramento nelle relazioni
• L'Europa dell'Est si separa
• Le repubbliche sovietiche si separano
• Dissoluzione sovietica
• La corsa agli armamenti e la corsa allo spazio
GUERRA FREDDA– CORTINA DI FERRO –
La locuzione Cortina di Ferro indica la linea di confine che ha diviso l'Europa in due zone separate d'influenza politica, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla fine della Guerra Fredda. L'Europa orientale era sotto il controllo politico e/o l'influenza dell'Unione Sovietica, mentre l'Europa occidentale ricadeva sotto l'influenza degli Stati Uniti.
Il concetto, le cui origini non sono ben chiare, viene espresso per la prima volta durante la Grande Guerra in relazione ad un contesto politico-militare, in ambiente teatrale.
Negli Anni '20 l'espressione Cortina di Ferro viene usata occasionalmente e nel 1945 Joseph Goebbels la utilizza esprimendosi sui risultati della Conferenza di Jalta. Il Times riprende la formulazione, così come Konrad Adenauer, che impiega il concetto in una lettera.
Si diffonde definitivamente dopo il discorso del marzo 1946 di Winston Churchill, che ne aveva messo a conoscenza Harry Truman, prima di esporlo alla popolazione.
Al discorso di Churchill risponde, servendosi della medesima espressione, il secondo segretario del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, Andrej Ždanov.
Lo smantellamento della Cortina di Ferro viene messo in pratica dall'Ungheria dal 2 maggio 1989, con la rimozione della barriera al confine con l'Austria.
Dopo aver ricevuto un'informale nullaosta da Gorbačëv, il governo ungherese annuncia e contestualmente avvia la distruzione della cortina. Evento che dà l'abbrivio al cosiddetto Picnic Paneuropeo ed all'esodo di migliaia di cittadini della DDR, un processo che prima conduce alla caduta del Muro di Berlino e allo scioglimento dell'Unione Sovietica, poi.
L'area a ridosso della ex Cortina di Ferro oggi è conosciuta come la Cortina Verde.
Nel corso degli anni, in queste zone la natura ha avuto la possibilità di svilupparsi autonomamente dando vita a numerosi parchi naturali. Oggi è un corridoio naturale transnazionale, attraversato per tutta la sua lunghezza dal percorso ciclistico EuroVelo 13.
GUERRA FREDDA – MURO DI BERLINO –
Fatto costruire dal governo della Germania Est (Repubblica Democratica Tedesca, filosovietica) per impedire la libera circolazione delle persone tra Berlino Ovest (Repubblica Federale di Germania, filooccidentale) e il territorio della Germania Est, è stato il trentennale simbolo della Cortina di Ferro.
Durante la Guerra Fredda, il Muro ha quindi segnato la linea di confine europea tra le zone controllate da Francia, Regno Unito, USA e l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS).
Il Muro ebbe un forte impatto emotivo, sociale e culturale, non solo sui cittadini di Berlino o della Germania, ma anche nel resto del mondo.
Separò, apparentemente per sempre, famiglie e amicizie, lasciando entrambe le metà della città, dopo l'incredulità iniziale, nello sconforto e nella disperazione. E divise 192 strade (97 tra le due parti della città e 95 tra Berlino Ovest e la DDR), 32 linee di tram, 8 linee di superficie (S-Bahn), 3 linee di metropolitana (U-Bahn), 3 autostrade e numerosi fiumi e laghi.
A partire dagli Anni Ottanta, alcuni artisti famosi come Keith Haring e Thierry Noir iniziarono a dipingere il lato che dava su Berlino Ovest, che in seguito si coprì quasi interamente di murales: alcuni di questi di una certa notorietà. Come, ad esempio, la Trabant bianca che sfonda il Muro e Erich Honecker che bacia in bocca il segretario del PCUS Leonid Brežnev.
Il Muro che circondava Berlino Ovest ha diviso in due la città per 28 anni: dal 13 agosto 1961 fino al 9 novembre 1989. Quando il governo tedesco-orientale si vide costretto a decretare la riapertura delle frontiere con la Repubblica Federale, è il 9 novembre 1989.
Nei giorni della caduta, Rostropovič improvvisa un concerto davanti al Muro: l'evento, ripreso dalle telecamere di tutto il mondo, è considerato il requiem del Muro e della Guerra Fredda.
La caduta del Muro, infine, apre la strada alla riunificazione tedesca, che verrà formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.
GUERRA FREDDA – TRE EVENTI-CHIAVE –
LA GUERRA DI COREA:
La Guerra di Corea si combatte tra il 1950 ed il 1953 nella penisola coreana e scoppia a causa dell'invasione della Corea del Sud, alleata degli Stati Uniti, da parte dell'esercito della Corea del Nord, comunista.
L'invasione determina una rapida risposta dell'ONU: su mandato del Consiglio di Sicurezza, gli Stati Uniti, affiancati da altri 17 Paesi, intervengono nella Penisola per impedire la vittoria delle forze comuniste.
Dopo grandi difficoltà iniziali, le forze statunitensi, comandate dal Generale MacArthur, respingono l'invasione e proseguono l'avanzata fino ad invadere gran parte della Corea del Nord.
Cambieranno le carte in tavola, l'intervento nel conflitto della Cina comunista e l'invio in segreto da parte dell'Unione Sovietica di moderni reparti di aerei, che contrasteranno l'aviazione nemica.
Le truppe statunitensi, colte di sorpresa, sono costrette a ripiegare in Corea del Sud. La guerra si arresta sulla linea del 38° parallelo, dove continua con battaglie di posizione e sanguinose perdite per altri due anni, fino all'armistizio, che stabilizza la situazione e conferma la divisione della Corea.
Durante la guerra, all'interno della dirigenza statunitense sorgono gravi contrasti politici, che culminano nella destituzione di MacArthur (il Generale voleva sganciare le atomiche sul territorio cinese), da parte del Presidente Harry Truman.
Il conflitto (2.800.000, tra morti, feriti e dispersi, metà dei quali civili) determina una delle fasi più acute della Guerra Fredda e spinge gli Stati Uniti ad intensificare la propria azione ostile verso i paesi comunisti, che nel '51 firmano un trattato di pace con il Giappone, stipulano un Patto di sicurezza nel Pacifico con Australia e Nuova Zelanda, in Europa danno inizio al riarmo della Germania, offrono aiuti economici alla Spagna franchista ed alla Jugoslavia, allora in rotta con l'URSS.
LA CRISI DEGLI U-2:
L'U-2 (soprannominato Dragon Lady), aereo commissionato dalla CIA alla Lockheed per poter spiare l'Unione Sovietica, deve la sua notorietà per essere stato al centro di numerose crisi internazionali, durante la Guerra Fredda. L'avanzare delle tecnologie, però, renderà l'U-2 individuabile dai radar. E il 1° maggio 1960, proprio nel corso dell'ultima missione sul territorio sovietico, l'aereo pilotato dal tenente Gary Powers viene abbattuto nei cieli dell'allora URSS.
Il pilota, catturato, viene sottoposto a processo e condannato a tre anni di prigione e sette di lavori forzati. Gli Stati Uniti, dapprima negano la missione di spionaggio, ma poi sono costretti ad ammetterla quando viene rivelato che il pilota è vivo.
L'incidente peggiora ulteriormente i rapporti Est-Ovest (Chruščёv era a capo dell'URSS ed Eisenhower era il presidente USA), ma 10 febbraio 1962 Powers viene liberato in cambio della spia russa Rudoľf Abeľ.
LA CRISI DEI MISSILI DI CUBA:
Il drammatico confronto tra Stati Uniti e Unione Sovietica nasce dal dispiegamento di missili sovietici a Cuba, in risposta a quelli statunitensi schierati in Turchia ed in Italia, molto vicini alla frontiera con l'URSS. L'episodio è considerato uno dei momenti più critici della Guerra Fredda, quello in cui si è arrivati più vicino ad una guerra nucleare.
Chruščёv, in reazione alla fallita invasione della Baia dei Porci del 1961 ed alla presenza di missili americani in Turchia, accetta di posizionare missili nucleari sovietici sull'isola di Castro per scoraggiarne una nuova possibile invasione.
Anche se il Cremlino nega la presenza di missili a sole 90 miglia dalla Florida, i sospetti USA vengono confermati da un aereo-spia U-2. A quel punto gli Stati Uniti intervengono con un blocco militare e chiedono che i missili presenti siano smantellati e restituiti all'Unione Sovietica.
Dopo un lungo periodo di negoziati, le due superpotenze giungono ad un accordo: in cambio di una dichiarazione pubblica da parte statunitense di non tentare di invadere Cuba, i russi riporteranno i missili in patria, sotto verifica da parte delle Nazioni Unite. Inoltre, ma in segreto, gli Stati Uniti acconsentono a smantellare i loro Jupiter schierati in Turchia e in Italia.
Dopo il blocco, formalmente concluso il 21 novembre 1962, i negoziati tra Stati Uniti e Unione Sovietica mettono in evidenza la necessità di una rapida, chiara e diretta linea di comunicazione riservata e dedicata: nasce, così, la Linea Rossa tra Mosca e Washington.
STIAMO ENTRANDO NELLA III GUERRA FREDDA?
– LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE –
Hong Kong: Wong, "Hong Kong è la nuova Berlino"
(ANSA) – BERLINO, 11 SET – "Hong Kong è la nuova Berlino nella nuova Guerra Fredda": lo ha detto Joshua Wong, leader delle proteste di Hong Kong in conferenza stampa a Berlino.
La polizia di Hong Kong negli ultimi tre mesi a raggiunto un "livello barbarico di violenza", ha detto Wong. "Carrie Lam ha dato luce verde alla brutalità della polizia", ha proseguito il giovane attivista e noi chiediamo all'Europa e alla Germania di condannare questa violenza, ha proseguito il 22enne di Hong Kong.
Hong Kong è stata una colonia dell'Impero britannico dal 1839 al 1842. Durante la Guerra del Pacifico fu brevemente occupata dal Giappone, per poi tornare sotto il controllo britannico per un totale di 156 anni. Nel 1997, la metropoli – da sempre descritta come l'Oriente che incontra l'Occidente – è tornata sotto il controllo della Cina.
In base al principio una Cina due sistemi, Hong Kong ha concordato un sistema politico diverso da quello della Cina continentale: la magistratura, infatti, segue il Common Law e, in particolare, l'Hong Kong Basic Law stabilisce che la regione goda di un alto grado di autonomia (ma non per le relazioni estere e la difesa militare).
Oggi Hong Kong continua ad essere un centro finanziario mondiale, ma pesa sempre di più l'incertezza sul suo futuro politico e democratico.
Nel 2014, infatti, inizia la cosiddetta Rivoluzione degli ombrelli, una protesta pacifica durata 79 giorni, nata per ottenere il suffragio universale. Simbolo dell'evento, gli ombrelli gialli alzati dai manifestanti per difendersi dai lacrimogeni della polizia.
Cinque anni più tardi, i tre leader della protesta ed altre sei persone (intellettuali, politici, ex studenti) vengono condannati per "cospirazione e incitamento a commettere disturbo dell'ordine pubblico", ovvero giudicati come teppisti di strada e non come pacifici attivisti.
E nel 2019 inizia un nuovo ciclo di proteste: l'amministrazione filocinese di Hong Kong vuole introdurre una nuova legge, che prevede la possibilità di estradare nella Cina continentale tutte le persone accusate di reati punibili ad una pena superiore ai sette anni di detenzione.
Ma ciò viola la linea di demarcazione tra i sistemi legali/giuridici stabiliti tra Cina e Hong Kong, sottoponendo de facto i suoi cittadini e chiunque si trovi lì, alla giurisdizione dei tribunali controllati dal Partito Comunista Cinese.
Oggi, l'ondata di proteste continua. Le manifestazioni, che si sono intensificate, si sono trasformate in scontri tra polizia, attivisti pro-governativi, pro-Pechino e residenti locali.
Hong Kong: Merkel, rispetto diritti umani è imprescindibile
(ANSA) – BERLINO, 11 SET – Il mantenimento dei diritti umani è "imprescindibile": lo ha dichiarato la cancelliera Angela Merkel al Bundestag, nell'ambito del dibattito sulla manovra di bilancio in discussione a Berlino. Lo riferisce l'emittente NTV, a proposito della visita del giovane leader delle proteste di Hong Kong Joshua Wong a Berlino.
Nella sua visita della settimana scorsa in Cina la cancelliera ha osservato quanto è importante il rispetto dei diritti umani e "questo è vero anche riguardo a Hong Kong". "La Cina ha responsabilità sempre maggiori nell'ordine multilaterale globale, ha proseguito la cancelliera, a quanto riferisce AP. "Noi continuiamo a ritenere giusto il principio di "un Paese e due sistemi", ha detto Merkel al Bundestag.
Ieri il Ministro degli Esteri tedesco era stato criticato dalle autorità di Pechino per avere incontrato il dissidente di Hong Kong Joshua Wong durante un incontro informale. (ANSA).
++ Trump, Cina protegga la libertà di Hong Kong ++
(ANSA) – NEW YORK, 24 SET – Donald Trump sta "monitorando" la situazione a Hong Kong: "il mondo si aspetta che Pechino onori il trattato su Hong Kong". Lo afferma lo stesso presidente americano intervenendo all'Assemblea dell'Onu, durante la quale ha invitato Pechino "a proteggere il modo di vita democratico e la libertà di Hong Kong". (ANSA).
STIAMO ENTRANDO NELLA III GUERRA FREDDA?
– GLI STATI UNITI D'AMERICA –
"L'URSS non aveva un PIL paragonabile a quello americano. I cinesi sì".
"Se trent'anni fa mi aveste detto che entro il 2019 l'America si sarebbe ritrovata in un'altra Guerra Fredda, contro un'altra superpotenza comunista, non vi avrei creduto".
Niall Ferguson (docente di Storia Moderna all'Università Harvard), Sunday Times
IL FOGLIO, 1 APR – (…) "Nel 2016 una Guerra fredda tra Stati Uniti e Cina sembrava una fantasia febbrile di Steve Bannon e di una sparuta minoranza di accademici. Persino le minacce di Donald Trump, in campagna elettorale, di imporre dazi sui prodotti cinesi mi sembravano reminiscenze di un'altra epoca (…). Avrei dovuto ascoltare di più Graham Allison (…). Quando mi disse che stava scrivendo un libro sulle relazioni tra la Cina e gli Stati Uniti dal titolo Destinati alla guerra ero incredulo. Chapeau, Graham. Avevi ragione (…). La Cina e gli Stati Uniti sono in rotta di collisione. La guerra tra gli Stati Uniti e la Cina nei decenni a venire non è soltanto possibile, ma molto più probabile di quanto non si voglia riconoscere. In effetti, guardando alla storia, la guerra è molto più probabile che improbabile".
(…) "Attaccare la Cina non è più soltanto una questione di politiche commerciali inique e la perdita di lavori manifatturieri nel Midwest. La guerra commerciale lanciata da Trump l'anno scorso contro la Cina si è trasformata in un conflitto tecnologico, incentrato sulle reti 5G, l'intelligenza artificiale, i pagamenti online e il quantum computing. Vi è anche una corsa alle armi alla vecchia maniera, visto che la Cina si sta dotando di missili capaci di abbattere portaerei. Eppure, non è questo a rendere la Seconda Guerra Fredda interessante".
"Proprio come durante la Prima Guerra Fredda, le due superpotenze sono ideologicamente divise: da un lato il presidente Xi Jinping che reitera l'importanza del marxismo come fondamento ideologico del partito, dall'altro Trump che insiste con "L'America non sarà mai un paese socialista"".
"Come nella Prima Guerra Fredda, entrambe le superpotenze stanno cercando di proiettare la propria forza economica oltremare. Quindi, quali sono le differenze principali?
Primo, la Cina ha un PIL comparabile a quello americano, mentre l'URSS non ci andò mai vicina. Secondo, la Cina e l'America sono economicamente interconnesse in un modo che ho una volta definito Chimerica, mentre il commercio tra americani e sovietici fu sempre minimo. Terzo, ci sono centinaia di migliaia di studenti cinesi in America (tra i 350 e i 400 mila) e 2.3 milioni di immigrati cinesi (metà dei quali naturalizzati), mentre il numero di cittadini sovietici in America rimase sempre ridotto".
"La Cina pare un'antagonista ben più formidabile di quanto non fosse l'Unione Sovietica: demograficamente, economicamente e tecnologicamente. Per molti paesi, inclusi alleati di ferro degli Stati Uniti come l'Australia, la forza economica di Pechino è difficile da ignorare".
(…) "L'eroina della sinistra, Alexandria Ocasio-Cortez, ha contribuito molto a rendere il socialismo una cosa sexy a Capitol Hill. Ancor più disturbante, perché più sottile, è il modo in cui la deputata democratica Ilhan Omar, del Minnesota, stia rendendo accettabile l'islamismo (…). È divertente che la Omar non abbia nulla da dire sulla persecuzione da parte di Pechino degli Uighurs, una minoranza musulmana nella provincia di Xinjiang, centinaia di migliaia dei quali sono detenuti in centri di addestramento professionale. Durante la Guerra Fredda questi campi si chiamavano gulag".
"Che succederebbe se entrassimo in una nuova Guerra Fredda e metà del paese si alleasse col nemico? Non sarebbe la fine della storia, ma potrebbe essere la fine della libertà".