Quella casa nel bosco, tutti i segreti del film
Quella casa nel bosco, tutti i segreti del film

Quella casa nel bosco, tutti i segreti del film


Goddard spiega, “A un primo livello  Quella casa nel bosco funziona come un classico film del terrore: il tipico film da popcorn che ti fa stringere la tua ragazza o il tuo ragazzo mentre segui le sorti di cinque adolescenti che si inoltrano nel bosco e vanno incontro a esperienze allucinanti. Ma è anche la nostra versione […]

Goddard spiega, “A un primo livello  Quella casa nel bosco funziona come un classico film del terrore: il tipico film da popcorn che ti fa stringere la tua ragazza o il tuo ragazzo mentre segui le sorti di cinque adolescenti che si inoltrano nel bosco e vanno incontro a esperienze allucinanti. Ma è anche la nostra versione di questo genere di film. Significa che tutto diventa molto più folle di quanto potresti mai immaginare”.

L’attore Chris Hemsworth, conosciuto dal grande pubblico per Thor, ricorda il giorno in cui ha letto la sceneggiatura di Goddard e Whedon per la prima volta.

“All’inizio ho pensato, ah, ma questo è il solito horror. Non avevo ancora capito. Poi la sceneggiatura ha cominciato a evolversi, a prendere una piega diversa, a sconvolgermi sempre di più. Diventava sempre più pazzesca, fino a quando – beh, niente. Non c’è tregua. Ti accompagna su una strada che ti sembra riconoscibile, ma poi sovverte tutto quello che pensi di sapere”.

Per Goddard e Whedon questo film è un atto di amore verso il genere horror e rende omaggio ad alcuni classici come La casa di Sam Raimi o Suspiria di Dario Argento.  È chiaro che il film rende omaggio a questi predecessori, ma li mette anche in discussione. “Adoro l’horror” spiega Whedon.

“Ma le trame stanno diventando sempre più prevedibili. Le morti sono sempre più disgustose. I giovani protagonisti sono sempre più intercambiabili e ci si dedica agli strumenti di tortura che non ai dialoghi. Si tende a deprezzare tutto il rituale del cinema horror”.

Che non si tratta del tipico film horror di oggi lo si intuisce scoprendo che il cast comprende due attori veterani, Bradley Whitford e Richard Jenkins, nel ruolo dei capi della sala operativa Hadley e Sitterson. I due, con l’impiego di varie tecnologie, costringono i cinque amici a incarnare gli stereotipi dell’horror. Se all’inizio i nostri ragazzi si comportano a un livello al di sopra della maggior parte delle vittime degli horror contemporanei, man mano diventano sempre più incapaci di resistere alle idee di Sitterson e Hadley su come dovrebbero agire.

spiega Whedon:

“Ma rappresentano anche tutto quello che noi, in quanto narratori, ci troviamo sempre ad affrontare: la necessità di inferire sempre di più sui ragazzi che vediamo sullo schermo, farli comportare come degli stupidi, rendere le loro morti più importanti della suspense che li porta a morire”.

Spiega Hemsworth:

“Il pericolo di molti horror è che spesso trattano il pubblico come una massa di idioti. Questo film ha come priorità il rispetto per il pubblico, ponendogli delle domande su cosa ci spinge a vedere dei film del terrore”.

Whedon ammette che questo interrogativo lo affascina. Perché amiamo tanto l’horror? 

“C’è una parte di noi, profonda, buia e primitiva, che vuole assistere al sacrificio degli eroi sullo schermo. Volevo realizzare un film che spiegasse il perché di tutto questo. Ed è stata un’esperienza molto strana, perché noi realizziamo anche film del terrore convenzionali. È indubbio che amiamo il genere e i suoi tropi, ma allo stesso tempo ci poniamo molte domande sul perché ci piace tanto e sulle strade che il genere sta prendendo”.

Goddard aggiunge,

“Il film del terrore è solo un punto di partenza per porre alcune domande sull’umanità in generale. Per quale motivo sentiamo l’esigenza di emarginare, oggettificare e massacrare dei ragazzi? Non è qualcosa di specifico al genere horror, o al cinema in generale, o alla cultura contemporanea. Infliggiamo le stesse cose ai giovani da sempre. È questo l’interrogativo al centro del film”.

Drew Goddard e Joss Whedon si sono conosciuti quando Goddard è stato assunto come sceneggiatore per la serie TV “Buffy l’ammazzavampiri”. Si è creato un sodalizio fruttuoso e creativo – nonché un’autentica amicizia – e i due lavorano regolarmente insieme da allora, così è nato anche il progetto di QUELLA CASA NEL BOSCO.

“L’idea iniziale è stata di Joss – cercavamo qualcosa da scrivere insieme e lui aveva questo progetto che gli girava in testa.  E appena ho sentito le parole ‘si svolge in una casetta isolata’ ho detto ‘ci sto”. I due hanno elaborato l’idea e scritto rapidamente la sceneggiatura nel tempo libero dai loro altri impegni.
La sceneggiatura ha poi avuto il semaforo verde dalla MGM, grazie al sostegno della produttrice Mary Parent. Ma per via di alcuni cambiamenti aziendali, la MGM non ha potuto proseguire con il film e a quel punto è subentrata la Lionsgate. “Vuoi sempre che il tuo film trovi la casa giusta, e indubbiamente la Lionsgate era la casa ideale per il nostro film. Moltissimi dei film da cui trae ispirazione, erano stati distribuiti proprio dalla Lionsgate!”.

Goddard aggiunge,

“In alcuni ambienti non ci si intende troppo sull’horror, ma alla Lionsgate in una riunione posso dire cose del tipo, ‘vorrei qualcosa di rosso, ma non rosso in stile Discesa nelle tenebre, pensavo più a un rosso alla Alta tensione” senza che mi guardino come se fossi completamente matto. Parliamo la stessa lingua, insomma. Sono fantastici”.

Un obiettivo di Goddard e Whedon era avere un cast che unisse attori affermati, volti nuovi e molti dei veterani del mondo di Whedon, ed è esattamente su questo che hanno lavorato i direttori casting Amy Britt e Anya Colloff, che avevano già lavorato su “Buffy L’ammazzavampiri” e “Angel”.  Ma il processo del casting non è stato privo di difficoltà. “Chiediamo molto ai nostri attori” spiega Goddard.

“Devono sapersi alternare tra il comico e il drammatico. Spesso all’interno di una stessa scena – o addirittura di una stessa frase. È difficile trovare attori in grado di cambiare marcia così velocemente”.

Sin dall’inizio il sogno di Goddard era di avere Richard Jenkins nel ruolo del capo della sala operativa Sitterson. Gli ha mandato la sceneggiatura il venerdì sera e lunedì mattina è arrivata la telefonata con l’entusiastica adesione di Jenkins al progetto.

“Mi ero innamorato di tutti quei colpi di scena, di tutto l’approccio. È un film coraggiosissimo. La sala operativa è piuttosto spoglia. Sembra un ufficio qualunque. Ma poi cominci a capire che combinano lì dentro ed è tutto talmente bizzarro. Fa un effetto incredibile vedere questi due mondi all’interno di uno stesso ambiente”.

La partecipazione di Jenkins ha subito dato vigore al tutto il processo di casting. Bradley Whitford ha accettato il ruolo di Hadley, lasciando Goddard incredulo di tanta buona sorte.

Racconta Whitford,

“Avere entrambi gli attori sembrava un sogno irraggiungibile, invece sono stati i primi ad accettare. All’inizio pensavo che fosse un horror adrenalinico secondo tutti i carismi, ma più ci pensavo e più mi sembrava che avesse delle qualità estremamente divertenti e ingegnose. È un modo molto arguto di affrontare il genere. Hadley non batte ciglio, come se il suo doversi occupare costantemente di violenza lo escludesse da una vera esperienza della stessa”. 

Per tenere la storia segreta ed evitare che fosse diffusa nella blogosfera, la sceneggiatura è stata super protetta e gli autori hanno scritto delle parti finte per i provini del resto del cast, il che si è rivelato un esercizio in sé divertentissimo. Ricorda Whedon,

“nella sceneggiatura di Curt era diventato un film sui pterodattili; nella scena di Holden e Jules con i tentacoli nell’idromassaggio, Marty aveva un monologo su un essere mostruoso fatto esclusivamente di artigli. Quindi, il principio era prendere il personaggio che t’interessava e inserirlo in un film completamente diverso”.

La ricerca per i ruoli dei più giovani, tuttavia, è stata più difficile, perché servivano attori in grado di interpretare sia i personaggi autentici che gli stereotipi che sono costretti a diventare. La squadra del casting è stata estremamente presciente nella scelta di Chris Hemsworth per il ruolo di Curt, prendendolo prima della sua rapida ascesa al successo con Thor e l’imminente The Avengers, dello stesso Whedon. Spiega Goddard,

“È impossibile negare la presenza scenica di Chris, l’abbiamo sentita immediatamente nel momento in cui è entrato in quella stanza. Riesce a immedesimarsi nel ruolo della star del football americano, così comune in questo tipo di film, ma ha una capacita istintiva di trovare anche il lato umano del personaggio senza cadere negli stereotipi, il che era cruciale per il ruolo”.

Racconta Hemsworth,

“Ho avuto la parte e ne ho parlato con il mio agente che mi ha detto, ‘Congratulazioni. È fantastico.’ Ed io, ‘Sì, ma qualcuno ha letto la sceneggiatura?’ E loro, ‘No’. Si scommetteva tutto sulla reputazione di Joss e Drew, dando per scontato che si trattasse di qualcosa di assolutamente positivo. Poi ho finalmente letto la sceneggiatura e mi è piaciuta da morire. È segno di grande talento, secondo me, scrivere una storia da incubo ma piena di venature comiche. Sono due uomini geniali”.

Gli autori si sono trovati d’accordo sul fatto di dover trovare l’attrice per il ruolo di Dana, sulla quale si sarebbe basata la scelta degli altri giovani protagonisti. La ricerca è stata lunga e frustrante e all’inizio sembrava non ci fossero alternative fattibili, finché non hanno avuto la fortuna di conoscere Kristen Connolly

Ricorda Whedon,

“dal primo momento in cui l’abbiamo vista in video, non ho avuto dubbi. Il suo provino filmato era talmente forte che l’avremmo potuto includere nel film”.

Spiega Connolly:

“Dana è una ragazza normale che non si crede una strafiga. La cosa bella di Joss è che fa diventare eroi chi non ti aspetteresti. Dana è una ragazza semplice la cui forza deriva dall’amore per i suoi amici e dalla necessità”.

Per il ruolo di Holden, il cui personaggio diventa l’intellettuale rigido e inflessibile del gruppo, l’erudito, il bel Jesse Williams sembrerebbe una scelta atipica. Ma, come ci rivela Goddard, questa era proprio l’intenzione degli autori. Da parte sua, anche a Williams è piaciuto interpretare un ruolo diverso dal suo cliché.

Ad arricchire il cast, Anna Hutchison ha accettato con entusiasmo il ruolo di Jules, la “bionda mozzafiato”, dando grande profondità a un personaggio che i capi della sala operativa trattano da oggetto. Per i ruoli chiave secondari Goddard e Whedon non hanno saputo resistere alla tentazione di invitare alcuni dei loro attori preferiti che avevano già lavorato in alcune delle loro precedenti produzioni. Tom Lenk, noto ai fan di Whedon per i suoi ruoli in “Buffy l’ammazzavampiri” e “Angel” interpreta Ronald, lo stagista della sala operativa. Whedon ne parla spesso come del “portafortuna” suo e di Goddard”.
Un’altra veterana di Whedon, Amy Acker (“Angel”, “Alias”, e “Dollhouse”), la troviamo nei panni di Lin, un assistente della sala operativa che lavora al fianco di Sitterson e Hadley.

La lavorazione di Quella casa nel bosco si è svolta tra il 9 marzo e il 29 maggio in varie location nei pressi di Vancouver, British Columbia. Tranne alcuni problemi meteorologici nella fase iniziale, Goddard e Whedon hanno potuto proseguire con quello spirito di meraviglia infantile nato in fase di scrittura.

“Questo non era un film in cui si stava tutto il giorno chiusi in una stanza a discutere. Ogni giorno c’era qualcosa che il dodicenne in noi avrebbe ammirato a occhi spalancati per lo stupore. Abbiamo sempre cercato di tener fede a questo principio. Ricordo che leggendo la scaletta una settimana prima delle riprese, davo un’occhiata a ogni scena e dicevo, ‘questa sarà divertentissima da girare, e quest’altra pure, e quest’altra sarà un vero spasso”.

La narrazione su più livelli di Quella casa nel bosco richiedeva scenografie distinte e ben immaginate per i due ambienti principali: la casetta e la sala operativa. I costumi riflettono il contrasto tra la casetta rustica e l’elegante sala operativa tramite dei codici di colore diversi per i ragazzi e gli adulti. Per quanto riguarda i tantissimi effetti speciali presenti nel film, Goddard e Whedon hanno cercato di evitare il più possibile le immagini generate al computer.

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