Un piano perfetto: intervista a Laurent Zeitoun
L'intervista a Laurent Zeitoun, sceneggiatore della commedia francese Un piano perfetto.
di Redazione / 20.09.2013
Vi presentiamo l'intervista fatta a Laurent Zeitoun, sceneggiatore della commedia francese Un piano perfetto, dal 19 settembre al cinema.
Qual è stata l'idea iniziale quando ha scritto la sceneggiatura? Cosa voleva raccontare con "Un piano perfetto"?
Avevo avuto la fortuna di lavorare ad altre commedie romantiche come "Prestami la tua mano" e "Il Truffacuori", un genere che adoro. Questa volta però volevo affrontare la scrittura da un'altra prospettiva sfruttando temi come l'avventura e il viaggio. Il motivo principale di questa scelta era offrire a un'attrice un ruolo da protagonista romantica sulla quale poggiasse l'intero film. Diane Kruger ha raccolto la sfida e si è rivelata formidabile in un ruolo per lei assolutamente nuovo.
La seconda domanda è d'obbligo: "Un piano perfetto" non è il seguito de "Il Truffacuori"…
L'unico punto in comune è che sono due commedie romantiche. "Il Truffacuori" era ispirato ai film americani degli anni '40, mentre "Un piano perfetto" è un omaggio ai film d'avventura francesi come "L'uomo di Rio" di Philippe de Broca o "Il mio uomo è un selvaggio" di Jean-Paul Rappeneau. Ci è piaciuto molto giocare con la sensazione di spaesamento, ma abbiamo anche voluto rinforzare la dose di comicità con scene comiche molto visive.
Inoltre qui il lato romantico è molto più presente rispetto a "Il Truffacuori": ci sono le star, le gag, il viaggio, ma dai dialoghi alle situazioni avete adottato un registro a volte più duro, più denso e addirittura poetico, come nelle scene in Africa presso i Masai.
E' esattamente quello che volevamo fare. Nella scena del matrimonio Masai, non siamo più nella commedia pura. E' un momento di autentica scoperta, di immersione totale in un'altra cultura, che bene inteso s'inserisce perfettamente nel racconto, ma con quella scena volevamo proporre qualcosa di diverso. E' grazie agli attori e a Pascal Chaumeil che quelle scene in particolare sono venute così bene.
Immagino che un attore come Dany Boon permetta di dare corpo a qualunque tipo di invenzione o fantasia previste nella sceneggiatura. Come un clown, possiede un'enorme forza comica unita ad un lato quasi lunare e sensibile.
Assolutamente! Dany è al contempo un Auguste e un clown bianco! E' un vero genio della commedia, nel senso più nobile del termine. Devo dire di averlo scoperto o forse riscoperto con questo film. Eravamo tutti desiderosi di lavorare con lui e non siamo stati delusi. Naturalmente ci ha fatto molto ridere, ma ci ha anche commossi soprattutto nella scena a Mosca dove lascia intendere agli spettatori e al personaggio di Diane Kruger che ha capito di essere stato scelto come il classico 'pollo' da raggirare. Dany possiede anche un lato triste, quasi malinconico, che noi abbiamo 'sfruttato' pienamente. Per dirla tutta, le riprese sono andate talmente bene che siamo passati subito ad un altro film che Dany ha girato l'estate scorsa, "Eyjafjallajökull", diretto da Alexandre Coffre. Vorrei che il pubblico lo scoprisse e lo apprezzasse veramente come grande attore comico. Viene spesso paragonato a Bourvil, ma è soprattutto Dany Boon.
Due parole sulla cooperazione con Pascal Chaumeil…
Non è stata solo una cooperazione, ma una relazione profonda e forte. Pascal fa quello che io non so fare… Io non sono un regista e guardo il suo lavoro con profonda ammirazione. La sua forza è tradurre in immagini le parole che ho messo sulla carta insieme a Yoann Gromb con cui scrivo. Pascal entra nei nostri testi, se ne appropria e li fa vivere dirigendo attori formidabili. Credo che ami profondamente i suoi attori e la cosa si vede chiaramente
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