Trilussa storia d’amore e di poesia: Prima puntata – 11 marzo 2013


Michele Placido è Trilussa nel film Trilussa storia d'amore e di poesia: sinossi della prima puntata in onda su Rai Uno lunedì 11 marzo 2013.

Michele Placido è "il poeta dei romani" nel film di Lodovico Gasparini Trilussa storia d'amore e di poesia, una grande produzione Titanus in collaborazione con Rai Fiction, la cui prima puntata (di due previste) va in onda su Rai1 lunedì 11 marzo 2013 in prima serata. Accanto a Placido, una straordinaria Monica Guerritore è Rosa, la fedele governante di Trilussa. La figura del libero e irriverente poeta, sempre a corto di soldi ma mai prono al potere, in un racconto ambientato nella Roma del 1937, alla vigilia dell'Apocalisse,  della persecuzione ebraica e della seconda guerra mondiale.

Sinossi Prima puntata – 11 marzo 2013 su Rai1

Roma, 1937. Carlo Alberto Salustri, in arte  Trilussa,  è una gloria dei romani con i suoi versi e le sue fiabe per l'infanzia in romanesco.  Il poeta ha ormai sessantasei anni e si avvia verso l'ultima fase della sua vita. Una vita intensa la sua, donnaiolo incallito, sempre  inseguito  dai  creditori.  Vive in una  casa- studio nel ghetto ebraico  di Roma, assistito dall'inseparabile sua governante Rosa, che è a servizio da lui da oltre vent'anni. La casa  in cui è in affitto Trilussa  è di proprietà  del conte Osvaldo Della Rocca, amico ed estimatore di Trilussa, che chiude spesso un occhio sui ritardi e gli arretrati  degli affitti del poeta. Il conte Della Rocca vive in un grandioso  palazzetto nobiliare dall'altra parte della stessa piazza, assieme alla sua amante Marisa Mars, divetta del cinema e del teatro,  un passato  da popolana che si è saputa  "muovere" nelle stanze giuste.

Una sera, dopo un trionfale spettacolo al Teatro Nazionale di un'opera  del vate Gabriele  D'Annunzio, il conte Della Rocca dà  un suntuoso ricevimento nel suo palazzo a cui partecipa la nobiltà e l'alta borghesia romana. Nell'occasione Trilussa non perde l'occasione di irretire l'odiata Marisa Mars, ricordandole  davanti  a  tutti le  sue  umili origini  e  la  sua capacità  di essersi fatta strada  grazie  agli uomini con cui è stata. Marisa fa su tutte le furie, e pretende le scuse immediate di Trilussa, sostenendo che una diva come lei non ha bisogno di un'artista vernacolare come Trilussa per diventare una diva. Il conte Della Rocca lancia allora all'amico Trilussa una sfida travestita  da  scommessa.  Alla serata  partecipa un  gruppo di vecchie dame  di carità,  alla  ricerca  di offerte; la nipote di una di queste, Giselda, una ragazzetta poco più che ventenne,  si è appena esibita  nella  pessima  recitazione  di una poesia del Carducci. La scommessa che il conte propone a Trilussa  è semplice: se lui riuscirà a far diventare  Giselda una  diva nel giro di tre mesi, avrà  vinto la casa  in cui è in affitto, in caso contrario dovrà scrivere una spettacolo per Marisa Mars e doverle scuse pubbliche alla prima al Teatro Nazionale.  Trilussa  suo malgrado è costretto ad  accettare, ma la scommessa  sembra  subito sgonfiarsi: Esterina, la zia di Giselda,  dice che mai e poi mai permetterà  alla nipote di entrare nel laido mondo dello spettacolo. Zia Esterina porta via Giselda dalla festa, nonostante le rimostranze della ragazza. Trilussa sembra  averla  scampata per l'ennesima volta, ma il giorno seguente gli eventi precipitano.

Infatti in un sol colpo si presentano a casa sua l'ufficiale giudiziario con l'avviso di sfratto e la povera Giselda che è scappata di casa per seguire il suo sogno di diventare una grande attrice.
Trilussa è al muro, dovrà diventare il pigmalione di Giselda per non essere in mezzo ad una strada. Giselda nel frattempo va a vivere nella casa del conte Della Rocca. Accudirà la casa durante l'assenza del conte e di Marisa Mars per la stagione termale e potrà ogni giorno andare a seguire le lezioni di canto, postura e recitazione del poeta Trilussa. Nel frattempo altri personaggi si aggiungono alle vicende di Trilussa, il sarto ebreo Mastro Sergio e suo figlio, il giovane e "testa calda" Arturo, il piccolo orfano Romoletto che Rosa ha in qualche modo "adottato", lo squadrista stupido e arrogante Carlacci e il colonnello dell'Ovra, il torvo Longarini.

Alla lezioni di Giselda con il poeta Trilussa – e alla nascita di un sentimento anche se nascosto verso di lui – si somma un nuovo amore giovanile: una notte, inseguito dai fascisti, Arturo il figlio del sarto ebreo, si rifugia dai Della Rocca, Giselda lo aiuta a fuggire. I due non si conoscono, Giselda non sa il nome del bel ragazzo che le ha rubato il cuore, Arturo dal canto suo la crede una contessina dal cuore d'oro. Nel frattempo il fascista Carlacci mastica amaro e comincia ad avere mire sulla bella Giselda e un profondo odio verso Trilussa e il giovane Arturo. Sempre rincorso dai debiti, il povero Trilussa deve aggiungere un altro ruolo oltre a quello di pigmalione. Per non pagare i suoi arretrati con il sarto, accetta di diventare per il figlio Arturo una sorta di Cyrano: scriverà per lui versi d'amore per la sua amata, che il poeta ignora sia Giselda.

La situazione precipita, Trilussa non riesce a trovare il modo di tirare fuori dell'arte da Giselda, che s'illumina solo quando recita le poesie che Arturo (in realtà Trilussa) le dedica.
Nel frattempo i fascisti Longarini e Carlacci sono sulle tracce di Arturo e del suo gruppo di giovani sovversivi. Arturo finalmente si dichiara con Giselda e i due scoprono le loro "vere" identità, ma i fascisti una notte pestano a sangue Arturo, mentre Trilussa sempre più disgustato dal clima imperante nel quartiere e in Italia mette alla porta Giselda e il suo sogno di diventare artista, scrivendo quella stessa notte un velenoso sonetto contro i fascisti che seguono Mussolini.

Mentre Giselda viene respinta da zia Esterina che non la rivuole più a casa, Trilussa viene prelevato dall'Ovra una mattina all'alba: il Duce vuole vederlo. Per lui la strada dell'esilio o anche peggio.

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