Stephen Fry scioccato: la IA ha rubato la sua voce dagli audiolibri di Harry Potter
Stephen Fry ha denunciato che un software di IA ha rubato la sua voce dagli audiolibri di Harry Potter per usarla senza il suo consenso
di Erika Pomella / 20.09.2023
Stephen Fry è un attore britannico con una carriera ben consolidata alle spalle. Ha preso parte ad alcuni film diventati dei cult, come V per Vendetta o il secondo capitolo dello Sherlock Holmes di Guy Ritchie, dove interpretava Mycroft, il fratello maggiore del famoso detective interpretato da Robert Downey Jr. Recentemente è apparso anche nella serie tv Netflix The Sandman, tratta dall’omonima graphic novel firmata da Neil Gaiman. L’ultimo lavoro, in ordine di tempo, in cui lo abbiamo visto è stato il film disponibile su Prime, Rosso, bianco e sangue blu (qui la recensione). Sceneggiatore, doppiatore e produttore, Stephen Fry è anche autore di alcuni libri/saggi sulla mitologia greca, editi anche in Italia per Salani. Una lunga premessa, questa, che serve proprio a sottolineare come l’artista non sia proprio l’ultimo degli arrivati e che, al contrario, ha un proprio peso all’interno dell’industria della settima arte e non solo. Stephen Fry, infatti, è anche colui che recita negli audiolibri originali della saga di Harry Potter (in italiano, gli audiolibri sono letti da Francesco Pannofino). E sono proprio gli audiolibri dedicati alla saga del famoso maghetto di Privet Drive ad essere ora al centro dello scandalo.
Cosa è successo a Stephen Fry?
Apparso al CogX Festival, come viene raccontato da Forbes, è lo stesso Stephen Fry ad aver raccontato che la sua voce è stata “rubata” dagli audiolibri di Harry Potter per essere utilizzata da un software di intelligenza artificiale per poi essere utilizzato senza il suo consenso. Il che ha rappresentato un incubo per lui e per i suoi agenti. Come abbiamo avuto modo di raccontarvi più volte nel corso di queste settimane, l’intelligenza artificiale rappresenta uno dei punti più delicati che hanno portato gli attori appartenenti al sindacato SAG-AFTRA a scendere in sciopero ormai più di due mesi fa. Gli attori si sono scagliati contro l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (la AMPTP) proprio per salvaguardare l’uso smodato dell’intelligenza artificiale, che potrebbe utilizzare la voce e l’aspetto degli attori pur senza il loro consenso. Le richieste del sindacato, infatti, includono che ci sia una regolamentazione chiara, secondo la quale deve essere chiesto il consenso ogni volta che si vuole utilizzare l’intelligenza artificiale, dando così l’opportunità all’attore stesso di rifiutare che la sua immagine venga utilizzata per qualcosa che non è di suo gradimento. Allo stesso modo ogni uso delle fattezze artificiali dovrebbe essere pagato di conseguenza. Quello che è accaduto a Stephen Fry, dunque, rientra proprio nella casistica che il sindacato vuole eliminare attraverso la regolamentazione dell’uso dell’Intelligenza Artificiale. Durante il festival in cui era ospite, dunque, l’attore ha detto:
“Sono un membro molto orgoglioso del sindacato degli attori SAG-AFTRA. Come sapete, siamo in sciopero da mesi ormai. E una delle questioni scottanti è quella della IA.”
A quel punto Stephen Fry ha fatto partire una clip video in cui si sente il suo inequivocabile timbro mentre fa da voice over a un documentario. Peccato quella non era la voce dell’attore, ma una replica fatta digitalmente da un software di intelligenza artificiale. Fry ha dunque spiegato:
“Non dirò nulla su questo, è una macchina. Però sì, mi ha scioccato. Hanno usato la mia lettura del settimo volume dei libri di Harry Potter e partendo da questo insieme di dati una versione IA della mia voce è stata creata e ha fatto una narrazione del tutto nuova. Quello che sentite non è il risultato di un mashup. Quello che sentite proviene da una voce artificiale flessibile, in cui le parole sono modulate per adattarsi al significato di ogni frase. Potrebbe quindi farmi leggere qualsiasi cosa: dall’appello a prendere d’assalto il Parlamento al porno più hard, senza che io ne sia consapevole e, di certo, senza il mio consenso. E questo, quello che avete appena sentito, è stato fatto senza la mia conoscenza. Ne ho sentito parlare, sono andato dai miei agenti da entrambe le parti dell’Atlantico e loro hanno perso le staffe. Non avevano idea che potesse accadere una cosa del genere.”
Poi l’attore ha concluso la sua lunga tirata con una sorta di monito per il futuro, ricordando al pubblico le parole che lui stesso ha detto ai suoi agenti dopo aver fatto la scioccante scoperta:
“Questo non è niente. Questo è solo audio. Non ci vorrà molto prima che interi video deepfake siano altrettanto convincenti.”