SkyBuffaRacconta Davis '76 L'altro cammino di Santiago
SkyBuffaRacconta Davis '76 L'altro cammino di Santiago

SkyBuffaRacconta Davis ’76 L’altro cammino di Santiago


L'Italia conquista la finale di Coppa Davis, la piu' importante competizione a squadre di tennis maschile, ma l'avversario e' il Cile di Pinochet e l'evento sportivo entra nella storia.

#SkyBuffaRacconta su Sky rende omaggio alla costanza e alla determinazione della Nazionale Azzurra di tennis del 1976, con protagonisti Panatta, Barazzutti, Bertolucci, Zugarelli, capitanati da Pietrangeli. Federico Buffa dedica il suo racconto alla Coppa Davis conquistata in quell'anno: #SkyBuffaRacconta Davis '76-L'altro cammino di Santiago. La cronaca di quei tempi, i ricordi personali e i retroscena sportivi si intrecciano in questa produzione originale Sky Sport: prima parte da venerdì 12 novembre alle 18 su Sky Sport Uno, la seconda da venerdì 19 novembre alle 17.15 su Sky Sport Uno e dalle 21.15 su Sky Documentaries con entrambi gli episodi. Anche in streaming su NOW e on demand su Sky Q alla sezione #SkyBuffaRacconta. Una storia girata allo Sporting Club del Circolo della Stampa di Torino, proprio sul campo in cui Pietrangeli nel 1961 vinse l'unica edizione degli Internazionali che si disputarono a Torino e non a Roma.

#SkyBuffaRacconta Davis '76-L'altro cammino di Santiago | Episodio 1

Anno 1976, Buffa era un ragazzo di 17 anni mentre la Nazionale maschile di tennis vince la Coppa Davis, la massima competizione a squadre di questo sport.

"La grande avventura della Davis del '76 della squadra italiana va inquadrata all'interno dell'inarrivabile '76 di Adriano Panatta".
Federico Buffa su Adriano Panatta

Il 1976 è l'anno in cui Adriano Panatta raggiunge il pieno della maturità agonistica, affermandosi come leader della squadra e raggiungendo le vittorie agli Internazionali d'Italia e al Roland Garros. Al suo fianco Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli, capitanati da Nicola Pietrangeli, capitano non giocatore.

"Nicola Pietrangeli il più forte giocatore di tennis di tutti i tempi del nostro paese, due volte campione agli Internazionali d'Italia, una volta a Roma e una volta a Torino, perché nel '61 si giocò a Torino perché era l'anniversario di Torino capitale e due volte vincitore al Roland Garros. In Coppa Davis ha un record a dir poco immacolato, ha 120 vittorie in 164 incontri."
Federico Buffa su Nicola Pietrangeli

Un percorso, quello verso la finale, non facile, quasi a ostacoli che oltre all'alta componente emozionale, si intreccia con avvenimenti storici di primo piano che Federico Buffa ripercorre, partendo proprio dai suoi ricordi di quasi ventenne.

Da una parte lo sport. Il racconto parte dalla sconfitta del 1975 con la Francia, momento in cui Nicola Pietrangeli subentra come capitano. Anno dell'incontro dell'Italia con la Polonia e la Jugoslavia, la Svezia orfana di Bjorn Borg, vincitore di Wimbledon quell'anno, ma assente per infortunio. Senza il loro campione più forte gli Svedesi sono alla portata degli Azzurri, che raggiungono così la finale della Zona Europea, con la Gran Bretagna e vincono anche l'ultimo match contro l'Australia, in casa, al Foro Italico, guadagnando così la finale.

La storia che si intreccia con lo sport. Dall'altra parte la Russia (Ex Unione Sovietica) lascia spazio al Cile senza neppure giocare. Infortuni, anche in questo caso? No. Motivi politici che muovono le fila di ogni campo sociale, rischiando così di far saltare la finale con l'Italia, a Santiago, in programma dal 17 al 19 dicembre 1976 all'Estadio Nacional de Cile. Saranno proprio le vicende sociopolitiche legate a questa finale a far sì che quella dell'Italia del '76 possa considerarsi la vittoria azzurra meno acclamata della storia. Esponenti del Partito Comunista e del Partito Socialista, infatti, nei giorni precedenti alla gara pressano affinché l'incontro con i Cileni non si disputi. Un solo intento: manifestare il dissenso nei confronti della dittatura del Generale Pinochet. Pietrangeli, che si fa portavoce della squadra è irremovibile e conduce una vera e propria battaglia dialettica contro chiunque tenti di gettare la squadra nel tritacarne mediatico, accusando i giocatori di appoggiare la dittatura di Pinochet. In questo clima pesante, viene addirittura costituito un Comitato per il boicottaggio di Italia-Cile. Andreotti, allora Presidente del Consiglio, prende tempo, finché Berlinguer non prende la decisione definitiva. La Nazionale va a Santiago. Gli Azzurri partono tra le proteste, mentre la gente scende in piazza al grido di "Non si giocano volée con il boia Pinochet".

Il desiderio di vincere, più forte di tutto. Panatta lancia però una provocazione: chiede a Bertolucci di scendere in campo nel doppio giocando una parte dell'incontro con la maglietta rossa, in segno di protesta verso il regime del dittatore e solidarietà col popolo oppresso. La coppia si conferma affiatata: batte in quattro set i cileni, con il punteggio di 3-6, 6-2, 6-3, 9-7, e regala all'Italia una vittoria che rientrerà nel palmares della Nazionale per sempre.

Il rientro nel silenzio. Nonostante il successo raggiunto, all'aeroporto di Fiumicino l'accoglienza sarà quasi impercettibile. Pietrangeli ricorda una decina di persone, soprattutto addetti dello scalo aeroportuale e qualche fotografo, nulla di più. Nessun commento per il gesto di Panatta e Bertolucci, nessuna nota sulle magliette rosse. La Rai non trasmise l'evento in diretta, le poche immagini a colori di Gigi Oliviero, andato in Cile a sue spese, restano l'unico straordinario documento di quell'incontro. Una vittoria che non venne mai celebrata né dai tifosi, né dai giornali, se non per qualche trafiletto di cronaca sportiva. L'Italia del tennis aveva compiuto una grande impresa, conquistando meritatamente la sua prima e, a oggi, ultima Coppa Davis, un trionfo ingenerosamente dimenticato.

#SkyBuffaRacconta Davis '76-L'altro cammino di Santiago | Episodio 2

Il 1976 di Adriano Panatta. Col suo tennis spregiudicato, fatto di veroniche alte e volée in tuffo, Panatta colleziona successi sui campi di tutto il mondo. Fuori dal terreno di gioco legge Kafka, veste in modo bizzarro, frequenta Renato Zero e la Bertè. Non è laureato, né è figlio dell'alta borghesia romana, ma sin da bambino gioca a tennis all'esclusivo Circolo dei Parioli, di cui il padre Ascenzio è custode. In un'Italia avvolta dal clima greve degli anni di piombo, in cui la politica ha una dimensione extraistituzionale differente rispetto a quella dei nostri giorni, Adriano, volto copertina, pur senza ostentare opulenza e tanto meno nascondere la sua tessera del Pci, ben rappresenta un simbolo per quanti sentono l'esigenza di cambiamento o semplicemente vogliono scrollarsi di dosso il peso degli avvenimenti dell'epoca. Nel 1976 conquista Roma, casa sua, con una vittoria sentimentale prima ancora che sportiva, poi Parigi, il grande torneo che dà prestigio al suo cammino. È così che da nord a sud deflagra un'esplosiva e contagiosa empatia per il tennis, divenuto all'improvviso sport popolare. L'Italia del tennis può seriamente ambire a conquistare per la prima volta il titolo del prestigioso torneo, ma l'avversario è il Cile e l'avvenimento sportivo si ascrive a forza nei libri di storia. I Cileni hanno conquistato la finale per il rifiuto dell'Unione Sovietica di disputare la semifinale contro la squadra di uno Stato di cui non intende legittimare il governo fascista. Il Cile infatti, è sotto la guida del generale Augusto Pinochet, salito al potere solo tre anni prima, grazie al golpe dell'11 settembre, la triste data impressa nei libri di storia, quando asserragliato nel palazzo de La Moneda il Presidente Salvador Allende perse la vita. La finale di Coppa Davis del '76 si dovrà disputare a Santiago del Cile, sul campo centrale del complesso dell'Estadio Nacional, lo stadio dove nel 1973 Pinochet aveva tenuto prigionieri gli oppositori del colpo di stato.

L'altro Cammino di Santiago. In un clima tutt'altro che disteso, in cui la contrapposizione tra Unione Sovietica e Stati Uniti genera moti e pulsioni tra i tanti giovani che, da sinistra e da destra, partecipano attivamente alle vicende sociopolitiche mondiali, la situazione cilena si pone in forte parallelismo con quella italiana: due Paesi sotto l'egemonia americana, dove una maggioranza di sinistra è stata fatta cadere.
Al grido di: "Non si giocano volée con il boia Pinochet"  e "Panatta milionario, Pinochet sanguinario", le vie e le piazze delle città si animano contro i giocatori. Giornalisti e artisti si schierano. Enzo Biagi scrive sul Corriere che: "Ci sono armi migliori delle racchette per abbattere le dittature". Ugo Tognazzi rilascia interviste in cui si esprime a favore della trasferta, Domenico Modugno addirittura compone una ballata contro:

"La sorte della Coppa è controversa,
c'è chi ci vuole andare e viceversa,
io sono per il no, eppure poi…"

[Domenico Modugno]

In Italia il dibattito infiamma. Partecipare o non partecipare? Battere il tiranno in casa sua o non dargli soddisfazione? Giusto o sbagliato andare a lottare sportivamente in nome dell'Italia a pochi metri dallo stadio in cui solo tre anni prima erano stati concentrati e torturati migliaia di antifascisti? Questi gli interrogatori a cui rispondere.
Il 27 novembre del 1976, a meno di 15 giorni dalla partenza, in prima serata il Tg1 della Rai dedica alla vicenda uno speciale di un'ora condotto da Arrigo Petacco, il cui titolo riassume tutto: "Cile o non Cile". Nicola Pietrangeli, il più vincente tennista italiano della storia, capitano non giocatore della nostra Nazionale, nonostante abbia addirittura ricevuto minacce di morte, non ha dubbi: l'Italia può finalmente vincere quel titolo che a lui in carriera era sfuggito per ben due volte e deve partecipare, ma la decisione ultima non può essere lasciata ai giocatori. A pochi giorni dalla finale, sarà sempre Pietrangeli ad affidare al microfono di un giovanissimo Giampiero Galeazzi tutti i dubbi, le speranze e soprattutto le certezze sulla partecipazione azzurra alla finale di Santiago.
Mai in età repubblicana una vicenda sportiva si è insinuata tanto prepotentemente nel contesto politico e ha vissuto e assunto simili risvolti.
Alla fine, vinsero coloro che quella finale la volevano combattere. Chissà che in fondo non avessero ragione loro.

Capita a volte, in una partita di tennis, che la palla colpisca il nastro.
Decide lei. Può andare oltre o tornare indietro.
Da una parte o dall'altra.

Con un po' di fortuna va oltre e allora si vince.
Oppure no, e allora si perde.

Nel 1976 agli Italiani capitò pressappoco così.
Col mondo in bilico su una cortina di ferro,
per un istante sul filo, da una parte o dall'altra.

Noi andammo oltre e contro tutto e contro tutti vincemmo.
Oppure no…
[Da #SkyBuffaRacconta Davis '76]

La storia delle Magliette Rosse. L'ordine degli incontri prevede che l'esordio sia affidato a Corrado Barazzutti, che ha la meglio su Jaime Fillol col punteggio di 3:1 (7-5, 4-6, 7-5, 6-1) e conquista il primo punto per la nostra Nazionale. Lo segue Panatta, che porta il secondo punto all'Italia battendo 3:0 Patricio Cornejo (6-3, 6-1, 6-3). Il terzo match, il doppio, potrebbe già assegnare il titolo. È nella notte della vigilia che un insonne Adriano medita di dare un segnale forte di vicinanza al popolo cileno, dimostrando di non aver ignorato le voti dei tanti connazionali scesi in piazza. Panatta vuole lanciare una provocazione: chiede a Bertolucci di scendere in campo nel doppio giocando la prima parte dell'incontro con la maglietta rossa, in segno di protesta verso il regime di Pinochet e solidarietà con gli oppressi. Bertolucci accetta, non senza remore. Va bene qualsiasi cosa purché non si fallisca l'appuntamento con la storia del tennis e dello sport. A Santiago del Cile, il 19 dicembre 1976, la coppia italiana del doppio indossa in finale ben 3 maglie, decidendo di partire da quella rossa, in segno di protesta. Questo gesto porterà il Cile a formulare una richiesta formale di squalifica per gli Italiani, ma quasi nessuno per anni ne parlerà. Panatta e Bertolucci battono in quattro set i Cileni, con il punteggio di 3-6, 6-2, 6-3, 9-7 e regalano all'Italia il successo. Una delle più prestigiose, ma meno celebrate vittorie che lo sport italiano potrà mai ricordare.

Il Rientro nel silenzio. Nonostante il successo raggiunto, all'aeroporto di Fiumicino l'accoglienza sarà quasi impercettibile. Pietrangeli ricorda una decina di persone, soprattutto addetti dello scalo aeroportuale e qualche fotografo, nulla di più. Nessun commento per il gesto di Panatta e Bertolucci, nessuna nota sulle magliette rosse. La Rai non trasmise l'evento in diretta, le poche immagini a colori di Gigi Oliviero, andato in Cile a sue spese, restano l'unico straordinario documento di quello storico cammino compiuto dalla Nazionale italiana, capitanata da Nicola Pietrangeli e composta da Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Tonino Zugarelli e Corrado Barazzutti, con l'allenatore Mario Belardinelli.
Una vittoria che non venne mai celebrata né dai tifosi, né dai giornali, se non per qualche trafiletto di cronaca sportiva. L'Italia del tennis aveva compiuto una grande impresa, conquistando meritatamente la sua prima e, a oggi, ultima Coppa Davis, un trionfo ingenerosamente dimenticato.

#SkyBuffaRacconta Davis '76-L'altro cammino di Santiago

venerdì 12 novembre 2021
ore 18 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.1 Sky Sport Uno
ore 21.15 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.1 Sky Sport Uno
sabato 13 novembre 2021
ore 15.15 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.1 Sky Sport Tennis
ore 17.15 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.1 Sky Sport Uno
ore 23 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.1 Sky Sport Tennis
ore 20.15 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.1 Sky Sport Uno
domenica 14 novembre 2021
ore 15.45 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.1 Sky Sport Uno
ore 17.15 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.1 Sky Sport Tennis
ore 23.30 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.1 Sky Sport Uno
venerdì 19 novembre 2021
ore 17.15 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.2 Sky Sport Uno
ore 21.15 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.1 e 2 Sky Documentaries
ore 23.45 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.2 Sky Sport Uno
sabato 20 novembre 2021
ore 19 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.1 Sky Sport Uno
ore 19.45 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.2 Sky Sport Uno
ore 22.45 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.2 Sky Sport Uno
domenica 21 novembre 2021
ore 12 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.1 Sky Sport Uno
ore 12.45 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.2 Sky Sport Uno
ore 20 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.2 Sky Sport Tennis
ore 24 #SkyBuffaRacconta Davis '76 ep.2 Sky Sport Tennis

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